10. Il momento

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Ofelia si avvicinò al pozzo: questa volta non era una visione, un ricordo, era veramente lì, davanti a quella piccola costruzione antica. Le speranze di rivedere Thorn aumentavano nel suo cuore mano a mano che si sporgeva sul bordo del pozzo, ma non riusciva a vederne la fine.

Ma come? Era sicura che ci fosse una fine, in fondo Vittoria si trovava proprio lì dentro nel suo ricordo... Doveva trovare un modo per calarsi lì dentro e constatare se non sarebbe precipitata all'infinito dentro a quel maledetto aggeggio.

Si toccò la testa, come per arricciarsi una ciocca di capelli, ricordandosi subito dopo di non avere le dita e di essere pelata: non si era ancora abituata alla mancanza del cespuglio castano che le incorniciava il viso da sempre. Si riscosse dai suoi pensieri perché le era appena venuta un'idea geniale: il turbante che portava in testa, che nascondeva la sua momentanea calvizia, poteva aiutarla a calarsi.

Se lo tolse con moltissima fatica non avendo più la sciarpa ad aiutarla, rimanendo definitivamente a capo scoperto: osservò i ricami che avrebbero dovuto essere dorati, ma erano azzurrognoli, per via dei colori invertiti del Rovescio.

Quel turbante rappresentava per lei tutti i morti causati dall'Altro, ma soprattutto Ambroise, che le aveva donato il velo il primo giorno che si erano incontrati.

Annodò un'estremità di esso ad una sporgenza del pozzo: per fortuna quel pezzo di stoffa era molto lungo, così almeno un metro e mezzo di esso ricadeva nel buio ed Ofelia sarebbe riuscita a calarsi per quel pezzo facilmente.

Sperando con tutto il suo cuore che il nodo del turbante non si sciogliesse o che non si spezzasse a metà nel tentare di sostenerla, la donna se lo attorcigliò al busto e iniziò a scendere: doveva fare gran pressione con i piedi e con i gomiti, non potendo contare sull'appiglio delle mani.

Nonostante Ofelia fosse scesa il più possibile, però, il pozzo non sembrava contenere acqua, e a dire il vero non aveva nemmeno quella grande sporcizia che aveva visto Thorn. Si domandò se non fosse il pozzo sbagliato, e vedendo lo scialle che iniziava a cedere cercò di issarsi di nuovo in superficie. La testa riaffiorò appena in tempo per vedere una scena che la immobilizzò: un coniglio, rosso sangue, saltellava a circa 10 metri di distanza da lì, e un'uomo alto e magro lo inseguiva.

"Ma quel pozzo non era più vero di un coniglio di Odino...".

L'uomo alzò lo sguardo verso Ofelia, e lei lo riconobbe: Thorn.

Per la sorpresa e per l'eccitazione crescente strattonò il turbante per issarsi il più velocemente possibile, peccato che questo gesto non fosse molto opportuno in una situazione del genere, e Ofelia si ritrovò a precipitare nel vuoto, prima che entrambi potessero fare qualcosa.

Alzò lo sguardo, per vedere la testa di Thorn rimpicciolirsi velocemente assieme alla luce, fino a quando non ci fu solo buio.

Non poteva urlare, ma le sue corde vocali sembravano impazzite, e il suo corpo si, urlava.

L'ansia le attanagliò la gola, non era possibile: la sua goffaggine li aveva spacciati, entrambi.


Sarebbe caduta per sempre...ma non era ancora arrivata la sua fine, e Ofelia si trovò in un campo di fiori.

Piccolo spazio autrice

Non sono solita mettere spazi autore, ma in questo momento penso sia opportuno, e vi volevo dire ANDRA' TUTTO BENE!

No questa frase non va bene è più una presa per il 🍑 dopo tutte le volte che l'abbiamo usata l'anno scorso... Vabbè insomma non trovo una frase che non vi spoileri i prossimi capitolo e che vi rassicuri al tempo stesso, quindi posso dire solo che cercherò di aggiornare il più presto possibile per togliervi l'ansia.

Byeee

Maffe

𝔉𝔦𝔫𝔞𝔩𝔪𝔢𝔫𝔱𝔢 𝔑𝔬𝔦 - 𝔏'𝔄𝔱𝔱𝔯𝔞𝔳𝔢𝔯𝔰𝔞𝔰𝔭𝔢𝔠𝔠𝔥𝔦 𝟻Where stories live. Discover now