24. Il Tomo

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Alexander trasportò Ofelia in una stanza quadrata, al centro della quale era posta una scrivania come quella nello studio dell'uomo, perciò con la conca e la maniglia al centro. La stanza non aveva finestre o fessure dalle quali Ofelia avrebbe potuto scappare, e la porta era stata accuratamente chiusa a chiave da Alexander.

Il panico cresceva non solo per la situazione attuale della ragazza, ma anche per quella di Thorn, finito chissà dove.

L'uomo le si avvicinò lentamente, ed Ofelia poteva sentire il suo respiro diventare sempre più affannoso. Lui posò le mani sulle sue spalle, e a quel contatto Ofelia scattò in piedi, tremante. Si voltò verso Alexander, che con il solito sorrisino si leccò le labbra, pronto a riprenderla.

<<Su cara Ofelia, non fare così...So che lo vuoi anche tu...>>

La rabbia della donna cresceva a vista d'occhio, ed il pensiero di quell'uomo spregevole le dava la nausea.

<<DOV'E THORN!?>> urlò, incapace di contenere l'ira.

<<Ti interessa ancora di lui? Se passerai la vita con me, potrai essere sazia d'ogni cosa, per non parlare del fatto che non dovrai mai più correre il rischio di inciampare in guai seri!>> cercò di persuaderla.

<<MAI! SEI SOLO TU IL GUAIO SERIO!>>

<<se la pensi così...ti farò cambiare idea io!>>

Si avventò su Ofelia, che si spostò di lato appena in tempo, cadendo sulla scrivania. Si aggrappò alla maniglia che spuntava al centro di essa, e si sentì risucchiare, in un vortice nero come la pece. Mentre piombava nel vuoto, sentì la voce di Alexander urlare un no disperato, e Ofelia rise, non solo per il fatto che lui sarebbe rimasto insoddisfatto, ma anche perché in meno di 24h era precipitata diverse volte, sempre per una direzione diversa. Ora dove stava andando?

La risposta arrivò presto, quando Ofelia si trovò in piedi, ma ancora in mezzo al nulla. Davanti a lei c'era Thorn, ed in mezzo a loro un leggìo con poggiato sopra un'enorme libro rosso, rilegato con fili dorati. Sulla copertina era scritto, a caratteri cubitali ma eleganti:

La Creazione

La risposta al tutto che avvolge il nostro niente

Intorno a loro, a destra, a sinistra, in alto e inbasso, c'era solo nero.

Thron era visibilmente scosso e il suo volto più inespressivo e grigio del solito: le sue mani poggiavano sulla copertina del libro, che evidentemente aveva appena letto. Cosa si nascondeva tra le pagine di quel tomo da essere così scioccante?

Thorn alzò lo sguardo verso Ofelia.

<<Aprilo>> disse soltanto.

Con mano tremante Ofelia allungò la mano, per poi aprire il libro: si sprigionò un fascio accecante, che le fece chiudere gli occhi.

Quando li riaprì, davanti a lei non c'era più Thorn, e neppure il buio. Al contrario, si trovava in una foresta, ma non in una qualsiasi: era l'Hortus del Principìum. L'unica differenza era la presenza di un uomo e di una donna, entrambi vestiti solo di foglie, che uscivano lentamente dall'acqua, mentre straniti si guardavano intorno.

Entrambi non sembravano vedere Ofelia, che doveva essere invisibile ai loro occhi.

Si sedettero vicino alla statua sulla fontana, che sgorgava acqua di mille colori: Ofelia, seppur invisibile e non veramente presente nel luogo, poteva sentire i rumori ed i profumi del luogo. Ad esempio l'acqua del ruscello sembrava cambiare colore ed odore ogni minuto, e la coppia doveva essersene accorta, perché avevano iniziato a bere, estasiati dal sapore dell'acqua magica.

Ofelia osservava la scena affascinata, dimenticandosi per un attimo il motivo della sua presenza lì.

La scena mutò di colpo, e Ofelia vide la donna che incitava l'uomo a scavalcare il recinto raffinato del ruscello, per andare ad esplorare la foresta. Ancora una volta la scena cambiò, e ora la coppia si trovava nei pressi di un'albero enorme, con grossi frutti che pendevano da esso. Eva, la donna, ne aveva uno tra le mani: Ofelia si avvicinò per osservare meglio la scena, e vide che il frutto sembrava dotato di vita propria. La buccia viola sembrava pulsare e racchiudere in sé una polpa luminosa. Eva parlò con Adamo, nella lingua antica, ma Ofelia capì tutto ugualmente: <<Dai,mangiamo questo frutto, che vuoi che succeda>>.

L'uomo accettò la proposta, seppur con rammarrico, ed entrambi addentarono il pomo violaceo, mentre un serpente dalle squame rosso fuoco scivolava via dall'albero, sibilando.

I due si pentirono presto della loro scelta: il cielo si fece cupo, si sentirono i tuoni in lontananza, e la pioggia bagnò i visi di Adamo ed Eva, che avevano assunto un'espressione terrorizzata.

<<Che abbiamo fatto!>> urlò l'uomo in lingua antica.

<<Abbiamo ascoltato il serpente! Dannato essere!>>strillò la donna, indicando la figura che strisciava via.

All'improvviso un fulmine aprì il cielo, toccando la terra dietro alla coppia: in quel punto comparve un'ombra, una sagoma....Aerargyrum! Dio.

Maffe

Angolo

Ciaoo sono tornata :) 

Finalmente l'ispirazione è arrivata e mi ha illuminato hehe.

ps. i capitoli fatti in questo modo, con teorie di vita e nuove scoperte da parte di Ofelia e Thorn, sono i miei preferiti, seppur i più difficili da scrivere

𝔉𝔦𝔫𝔞𝔩𝔪𝔢𝔫𝔱𝔢 𝔑𝔬𝔦 - 𝔏'𝔄𝔱𝔱𝔯𝔞𝔳𝔢𝔯𝔰𝔞𝔰𝔭𝔢𝔠𝔠𝔥𝔦 𝟻Where stories live. Discover now