14. Il Ricordo

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Ofelia non credeva che fosse successo veramente: Thorn era lì, davanti a lei, con la sua fantastica cicatrice che lei tanto amava, con i suoi occhi azzurro ghiaccio che gli riversavano lacrime scintillanti sul volto... Vedendolo il suo cuore scoppiò di gioia e anche lei iniziò un pianto silenzioso: doveva ammettere che le ultime ore erano state quelle più emozionanti della sua vita...Mentre i suoi occhiali si riempivano di goccioline a causa delle lacrime, Ofelia notò che lo sguardo di Thorn era diventato più nervoso e i suoi occhi scrutavano tristemente il suo capo pelato.

Ofelia sembrò rendersi conto solo in quel momento dello stato penoso in cui era in quel momento e si voltò dall'altra parte, con un gesto di timidezza e vergogna.

Sicuramente non sarebbe più piaciuta a Thorn...fermò le lacrime che continuavano a scenderle copiosamente e non seppe più cosa pensare.

Si girò verso Thorn, che era rimasto immobile dietro di lei, che le fece un'impercettibile sorriso.  A Ofelia non bastò altro: lui l'amava e lei lo stesso, e questo era ciò che contava.

Ma ora dovevano lasciare da parte i pensieri di coppia, li avrebbero ripresi più tardi, quando sarebbero usciti dal Rovescio. E infatti il punto era questo: come avrebbero fatto ad uscire? L'eco aveva detto che avevano a disposizione solo un giorno, e chissà quanto tempo era già passato!

Guardò preoccupata Thorn, che capì subito e con un cenno le disse di seguirla.

Più camminavano, più in lontananza si vedeva avvicinarsi una sagoma, che via via si faceva più grande: era un altro pozzo.

Ofelia ricordò allora dove si trovavano, perché lei lì era già stata, tanti anni prima: lì aveva chiaccherato con Archibald per la prima volta! Era strano vedere che il paesaggio non era cambiato, era certa che quell'illusione fosse stata rinnovata...Anche Thorn sembrava pensare la stessa cosa, e si indicò la fronte.

Ma certo! Quello era un ricordo!

E infatti vicino al pozzo c'era proprio lei seduta sul pozzo, mentre guardava storto Archibald che la adulava con i suoi commentini.

Non potevano sentirli perché in quel luogo il senso del rumore non esisteva, ma Ofelia ricordava come se fosse stato ieri quel momento e le parole che lui le aveva rivolto. Sapeva che Thorn non era a conoscenza dell'accaduto, infatti sembrava confuso. Poi la donna vide una cosa che era sicura di non aver notato quel giorno lontano: vicino ad Archibald e alla lei del passato saltellava il coniglio rosso, di nuovo lì ad aspettarli.

Con le orecchie indicava il pozzo: quella volta Ofelia non si era sporsa per vederne l'interno, non c'era motivo, ma sembrava essere una mossa essenziale in quel momento.


Prese coraggio e guardò dentro, aspettandosi dell'acqua, o magari un nuovo pozzo senza fondo in cui saltare di nuovo. Invece rabbrividì di terrore: il pozzo era finto, infatti si poteva vedere il terreno di sotto. Dentro c'erano accatastati pezzi di gambe, braccia, mani, un piede e addirittura una testa. E la testa era quella del mostro, il mostro che avrebbe dovuto essere l'eco di Eulalia! Ma fin qui niente di strano, se non che tutti quei pezzi strappati di corpi si muovevano e si riassemblavano, mentre la testa mozzata osservava la donna sorridendo e sbattendo gli occhi deformi.

Maffe

𝔉𝔦𝔫𝔞𝔩𝔪𝔢𝔫𝔱𝔢 𝔑𝔬𝔦 - 𝔏'𝔄𝔱𝔱𝔯𝔞𝔳𝔢𝔯𝔰𝔞𝔰𝔭𝔢𝔠𝔠𝔥𝔦 𝟻Where stories live. Discover now