13. Insieme

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Thorn si svegliò e la prima cosa a cui pensò fu che era la prima volta che dormiva: nel mondo reale lui non aveva bisogno di dormire, dati i suoi insani poteri e alla sua mente potente.

La seconda cosa che pensò, anzi che provò, era che aveva mal di testa: più di quanto non ne avesse avuto in mezzo al bianco dell'Aerargyrum.

Si guardò intorno e capì l'origine di quel fastidio così intenso, cosa che lo fece innervosire tantissimo: era in mezzo ad un campo di fiori, papaveri rossi per la precisione, i quali si trovavano posizionati in colonne ordinate e simmetriche. O ciò poteva sembrare, perché Thorn vedeva la prima aiuola a 25 cm di distanza da quella vicina, mentre la seconda era a 24,7 cm dalla terza.

Seriamente, sto pensando a dei fiori asimmetrici? Pensò stizzito, ricordando il vero e unico motivo per cui era lì: salvare Ofelia.

Anche lei doveva essere caduta lì, per forza.

Altrimenti non se lo sarebbe perdonato.

Si guardò intorno: sotto di lui c'erano solo papaveri calpestati e oscurati dall'ombra dei suoi artigli, e tutto intorno papaveri offuscati: sembrava di essere in un dipinto ad olio su tela, perché niente era preciso. Ciò perché si trovava ancora nel Rovescio, ma le due dimensioni (Rovescio e mondo normale) si erano appena sovrapposte. Oppure quella era una sovrapposizione con il passato.

Ricordava che a Città-Cielo c'era un'ascensore che ti portava in quel campo, tutto opera dei miraggi, essendo quei fiori un'illusione.

L'uomo supponeva perciò di essere nel passato perché quell'illusione risaliva a più di 4 anni prima, mentre poco tempo prima che lui se ne andasse dalla città era stata modernizzata con tulipani color pastello.

Dunque, in quel giorno passato, doveva essere successo qualcosa degno di nota, ma ci avrebbe pensato dopo, prima doveva cercare Ofelia.

Si incamminò nel vasto prato, ed ad un certo punto un dolore acuto alla tempia lo fece bloccare: un'imperfezione nel paesaggio alla sua destra, a 5 metri di distanza.

Si voltò e vide un corpo adagiato a terra, si avvicinò e la prima cosa che lo colpì di Ofelia fu la testa: pelata.

Le mani senza dita le ricordava, non le aveva afferrate per salvarla, ma vedere una donna priva di tutta la sua femminilità lo fece star male. Sua moglie aveva già sofferto abbastanza, sia psicologicamente che fisicamente, non si meritava anche questo. Un po' per la felicità di averla ritrovata, e la tristezza di vederla in quello stato, Thorn pianse, dopo tanto, troppo tempo, lacrime sincere e liberatorie.

Si avvicinò ad Ofelia, e cercò di accarezzarle il cranio rasato, ma la sua mano la trapassò parte a parte. Doveva aspettarselo, in fondo erano entrambi Aerargyrum.

Ma Ofelia sembrava aver sentito lo stesso la sua presenza, infatti spalancò gli occhi e si svegliò di soprassalto: si mise seduta, e vedendolo, rimase impietrita e scoppiò in lacrime.

Rimasero per molto tempo in quello stato, guardandosi negli occhi, entrambi piangendo e non potendo abbracciarsi o baciarsi. Non importava se erano ancora lì, nel Rovescio, incapaci di parlare e di toccarsi.

Importava solo che erano di nuovo assieme.

Angolo

Che vi dicevo? Non volevo farvi soffrire...Ma (piccolo spoiler) non è ancora finitaaa :))

Maffe

𝔉𝔦𝔫𝔞𝔩𝔪𝔢𝔫𝔱𝔢 𝔑𝔬𝔦 - 𝔏'𝔄𝔱𝔱𝔯𝔞𝔳𝔢𝔯𝔰𝔞𝔰𝔭𝔢𝔠𝔠𝔥𝔦 𝟻Where stories live. Discover now