4. L'illusione

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Che cosa accade quando hai paura?

La crescente sensazione di ansia dentro il corpo che ci blocca. Il pensiero di fare costantemente la cosa sbagliata. Un freno che accendiamo automaticamente come esseri umani quando ci sentiamo minacciati da qualcosa che non ci fa andare avanti.
E cerchiamo di sovvertire l'ordine naturale delle cose, provando ad auto convincerci che andrà tutto bene, ma in realtà il nostro corpo sa. La nostra mente sa.
E insieme collaborano per prevenire l'attacco, la fine della nostra esistenza. Cerchiamo di preservare la nostra incolumità allontanandoci dalle cose che ci fanno paura. L'istinto primordiale dell'uomo è quello di scappare.
E poi scopriamo che quello di cui abbiamo sempre avuto paura, in realtà non è altro che un piccolo gradino di un'immensa scala che è la vita.

È come una piscina: all'inizio si ha paura di tuffarsi perché si pensa che l'acqua sia fredda, sentire invadere il proprio calore vitale disturba, ma poi ci si abitua e non si vorrebbe più uscire. È solo la paura iniziale a fottere.

Lilith Vervain era piena di paura, sebbene il suo tetro aspetto faceva evincere a coloro che le passavano accanto il contrario.
Un tempo aveva avuto paura del giudizio delle persone. Quelle stesse persone che da sempre la dipingevano come un mostro. E alla fine Lilith aveva finito per abbracciare il giudizio e diventare quello stesso mostro che tanto giurava di non essere.

Per accomodarsi socialmente, forse. La sua personalità era già stata costruita da qualcuno che non sapeva nemmeno se le piacesse di più il succo di zucca o una burrobirra. Pretendevano di sapere come potesse sentirsi ogni volta che qualcuno la evitava nei corridoi o cambiava strada al vederla, ma la verità è che di lei nessuno ne sapeva un emerito cazzo.

Nemmeno la stessa Lilith aveva idea del suo essere.

La guferia era un luogo tranquillo in cui passare il tempo, e la Vervain non aveva mai perso un giorno senza farvi tappa. Adorava restare sull'orlo della finestra a guardare le massicce montagne scozzesi che si ergevano maestose dietro il castello. E il Lago Nero che diramava lunghe braccia d'acqua attorno ad esse le ricordava casa.

L'Irlanda era un terreno florido di erba verde e specchi d'acqua limpidi, dove Lilith segretamente amava passare le sue estati. Passeggiare per ore all'interno di fitte foreste d'acero e pino mugo riempiva la sua giornata.

Ma quando si trovava ad Hogwarts era sempre costretta a fare i conti con la realtà; gli esseri umani, sebbene siano parte della natura, sono completamente diversi da essa. La natura ti ascolta in silenzio, sa amarti, se tu ami lei, mentre gli esseri umani a prescindere giudicheranno, perché la facoltà d'intelletto ha rovinato l'uomo.

Lilith a volte sognava un mondo senza persone, per apprezzare il silenzio della natura e la solitudine che ne deriva.
Spesso si illudeva che questo potesse accadere, una bugia bianca che diceva a sé stessa per stare meglio.

Un rumore di passi distolse l'attenzione di Lilith dal mirare e rimirare il lago.
"Scusa, pensavo che non ci fosse nessuno qui, me ne vado subito"-Abel Dolohov aveva appena varcato la soglia della guferia, osservando la sua forse ragazza scendere dal ripiano della finestrella.

"Non importa, tanto ormai mi hai disturbato, me ne vado io"-sentenziò la ragazza riprendendo i suoi averi da terra, prima di avviarsi a passo spedito verso l'uscita.

"Perché sei sempre così? Non puoi, che so, fare un bagno di umiltà una volta tanto?"-Dolohov era adirato contro la ragazza che si era fermata all'uscio della porta.

Venena -TMRWhere stories live. Discover now