19. La metamorfosi

759 46 89
                                    

31 dicembre 1945

Di Ralston Nott ormai non c'era più traccia da giorni. I suoi genitori non smettevano di piangere da quando il giorno di Natale lui aveva lasciato una lettera d'addio.

"Cari presenti,
mi dispiace dovermene andare via così bruscamente dalle vostre vite, ma ho paura di non avere la vita che sognavo per me.
Ho paura del fallimento.
Ho paura di cadere e non rialzarmi mai più.
Ho paura, perché nel momento in cui io vi ho guardato, vi ho visti tutti felici mentre io ero l'unico fuori luogo.
Vi chiedo il favore di non cercarmi, non ho detto a nessuno dove sarei andato, nemmeno ai miei più cari amici;
Abel e Tom, mi mancherete tantissimo, siete i miei migliori amici e spero che non dimentichiate mai i nostri momenti insieme. Suppongo che sarete voi a informare il resto dei Cavalieri del mio addio.
Vi prego di ricordare che voi non avete mai sbagliato con me, siete stati tutto, e non pensate nemmeno per un secondo che io vi stia abbandonando perché non ci tengo a voi, ma è proprio perché so che mi vorreste vedere felice che lo faccio.
Davina, anche se sei arrivata da poco nel gruppo, ho imparato a conoscerti. Hai bisogno di più autostima, perché hai tutto il diritto di sentirti amata e bella. Non cercare approvazione nella gente comune ed invidiosa. E sì, se te lo stessi chiedendo Walburga, sto parlando proprio di te.

Anyta, per quanto riguarda la nostra promessa di matrimonio, il problema non sei tu. Sei una delle donne più belle che io abbia mai visto, ma non posso sposarti, perché non c'è amore, e un rapporto forzato non ha significato per me. Spero che riuscirai a trovare l'amore vero perché te lo meriti, come me lo merito io d'altronde.
Siamo simili in fondo, e capisco che ti senta ferita perché ho abbandonato te e la tua famiglia nonostante la scorsa notte ti avessi tenuto per mano, ma credimi è più forte di me. La libertà.

Mamma, la donna che aveva giurato di proteggermi di fronte a tutto, ha deciso di farmi questo. Ma non porto rancore verso di te, ti amerò per sempre, spero che mi ricorderai come il bambino che si ingozzava di ciambelline ricoperte di glassa.
Papà, non ce l'ho nemmeno con te, neanche per lo schiaffo. Avete avuto i vostri motivi, e mi sto sforzando di capirli.
Però sforzatevi di capire anche me.
Sono un essere umano, non un burattino, e come tale pretendo rispetto.
Tra qualche giorno compirò 18 anni, e sarò un adulto libero di vivere la mia vita.
Non tornerò ad Hogwarts, frequenterò la scuola da casa, e mi impegnerò a dare tutti i M.A.G.O, che invierò per posta al preside Dippet e agli insegnanti.
Gli ho già mandato una lettera per assicurarmi che questa modalità fosse valida, e apparentemente lo è.
Non vi scomodate a cercarmi, non penso che mi troverete, e se mai doveste farlo, preferirei togliermi la vita piuttosto che sottostare ad altri obblighi.

Ho finalmente iniziato la mia metamorfosi.
-Un amico, un marito, un figlio."

I genitori di Ralston rileggevano questa lettera per almeno cinque o sei volte al giorno, piangendo all'unisono e confortati debolmente dagli altri.
I Dolohov si stringevano attorno al dolore dei Nott, temendo che anche il figlio potesse riprendere la malsana idea di fuggire da loro.
I Vervain erano rimasti molto delusi per Anyta, che ora non aveva più un pretendente, e coccolavano la figlia apparentemente distrutta.

"Thomas, posso parlarti per un secondo?"-Davina aveva preso da parte Tom dolcemente, con cura di non urtarlo. Sapeva che poteva essere irascibile se voleva.
"Dimmi"-parlò lui guardandola.
Aveva il volto solcato dalle occhiaie, come se non avesse dormito molto nelle notti precedenti, ma del resto nessuno era riuscito a farlo dopo la scomparsa di Ralston.

Lui la trovava comunque bella.

"A che gioco stai giocando? Perché sei sempre vicino a me, ti offri di aiutarmi, mi baci il collo sotto la doccia? Poi mi dici che siamo uguali e mi chiedi se puoi toccarmi, ma allo stesso tempo mi odi?"

Venena -TMRWhere stories live. Discover now