26. Londoners II

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La canzone vi consiglio di ascoltarla dopo il segno ">" che metterò.

"E così è questa la casa di una sporca nata Babbana, una che non merita nemmeno di condividere la nostra stessa aria. Siete stati così stupidi da dimenticare di avvertirmi del vostro piano...pensavate che non mi sarei accorta della vostra piccola fuga?
Perciò da brava 'Rory', lasciami il tuo dolce fidanzato premuroso, perché abbiamo un conto in sospeso."

Walburga li aveva raggiunti di corsa, avvicinandosi a loro a passi lenti e decisi.

"Lasciala stare"-Ralston si parò davanti ad Aurora per evitare che la strega potesse farle del male. Sapeva quanto Walburga odiasse i nati Babbani.

"Che scena carina si sta materializzando davanti ai miei occhi, un principe fuggitivo che protegge la sua fidanzata così fragile e innocente, perché da sola non saprebbe farlo...non credi sia ingiusto che io non abbia un ragazzo così volenteroso a difendermi? Magari uno forte come te"-la Black più grande passò una mano attorno alla vita di Abel, stringendolo a sé come un gioiello prezioso, il ragazzo impietrito non seppe reagire.

"Ti ammazzo"-in un secondo la Vervain estrasse la bacchetta dallo stivale per puntarla addosso all'unica 'amica' che si era procurata.
Walburga rise a crepapelle nel vedere quella patetica sceneggiata, portandosi una mano alla bocca. I polpastrelli sfioravano le labbra velenose.

"Che cos'è questa, la festa dei balordi?"
"Ancora un'altra parola e ti ritroverai per terra a starnazzare come una gallina, ti farò male ti avverto"-sentenziò Lilith avvicinandosi sempre di più alla Black, che non si tirò indietro e ad ampie falcate procedette verso la Serpeverde.

"Piccola, cara e dolce Lilith. Tu pensi veramente di farmi paura? Devo ricordarti per caso che è grazie al mio silenzio se la tua famiglia e quella di Abel non si sono fatte esplodere a vicenda? Io non dimentico mia cara"-asserì in tono deciso Walburga, fronteggiando la ragazza dai capelli corvini.
Gli occhi di Lilith tremarono leggermente, ma non lasciò trasparire emozioni.

In un attimo qualcuno raggiunse la Black portandola davanti a sé, fronteggiandola e mesmerizzando ogni parte del suo corpo.
"Walburga...credo che tu abbia perfettamente ragione. Devi dimostrare a questa gente chi sei davvero. E non sarà di certo facile ma io ti aiuterò"
La voce di Tom sovrastò le altre, torreggiando con il suo tono profondo.
"Sono stanco di voi inutili, nessuno prende mai una decisione fatta per bene, sono sempre io a dovervi guidare, e mi sono stufato."

Davina per un secondo si sentì morire.
Come poteva dire quelle cose?
Lui sapeva perfettamente quanto Walburga l'avesse fatta soffrire.
Lui era entrato nella sua mente, e aveva visto tutto il dolore che la cugina le avesse inflitto.

"Tom..."
"No. Non voglio parole sul di più, la mia Walburga ha bisogno di potere esattamente come me. È lei di cui ho bisogno io."

Riddle si avvicinò freddamente alla cattiva Black, facendola arrossire violentemente.
"Tom, l'ho sempre saputo che avevi un qualcosa in più rispetto agli altri. Saresti un perfetto marito. Forse Davina sarà d'accordo con me, non è vero cuginetta?"

Ancora una volta al cuore di Davina mancò un battito.
Lo aveva detto.
Un turbinio di "se" e "ma" invasero la sua mente.
Uno dei maggiori era sospeso proprio davanti a lei.
Cosa sarebbe successo in quel momento se avesse scritto la verità?
Davina fissò le mani pallide di Tom.
Era ferita.
Era rotta.
Era triste.
E forse era anche egoista.
Non poteva farlo.
Non poteva mentire a sé stessa.
Corse via da quella situazione mentalmente ricacciando dentro le lacrime che pungolavano minacciando di uscire dagli occhi.
Era così lontano dallo stare bene.

Venena -TMRWhere stories live. Discover now