15. I Vervain

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La famiglia Vervain si presentava come una classica famiglia ricca, dall'aspetto nobile e gotico. Il maniero già aveva scaturito presagi sull'aspetto dei signori Vervain in coloro che non l'avevano mai visti, ma Tom e Ralston si ritrovarono alquanto sorpresi nel trovare due sagome scheletriche e spettrali ad accoglierli.

Il signor Vervain aveva l'aspetto di un uomo sulla sessantina, con il volto smunto e rachitico. Aveva già dei segni del tempo che gli solcavano il viso in maniera molto evidente, rendendolo ancora più vecchio di quanto volesse dare a dimostrare. Indossava un completo smoking completamente verde selva, con un fazzoletto da taschino che faceva da contrasto, essendo giallo senape.
Da lontano sembrava essere un uomo di altezza media, ma avvicinandosi i ragazzi si ritrovarono a sollevare leggermente il mento per guardarlo in viso, perché in realtà era molto alto, e se fosse stato un po' più in carne avrebbe fatto concorrenza ad un armadio.

La signora Vervain invece era minuta e mingherlina, molto più bassa di suo marito, ed aveva i capelli corvini come le due figlie, con qualche ciuffo bianco che tentava ormai da anni di ricoprire con la fuliggine.
Le labbra sottili e screpolate, racchiudevano un sorriso amaro, mentre il naso all'insù donava armonia al viso fin troppo magro.
Gli occhi, infossati e all'ingiù, lasciavano intravedere tra la palpebra inferiore e l'iride uno spazio bianco molto notevole.

Il pezzo forte della famiglia doveva essere sicuramente la sorella di Lilith, che aveva invece un aspetto roseo e femminile. Era vestita di un abito verde smeraldo, plissettato sulla gonna, che lasciava intravedere un pezzo di gamba dallo spacco sulla destra.
I capelli voluminosi e corvini, erano racchiusi in uno chignon, con due ciocche che contornavano il viso ovale.
Le labbra, al contrario della madre, erano carnose e curvate in un sorriso seducente, mentre il naso lo aveva ripreso dal padre, ed era leggermente aquilino, ma comunque armonioso.

"Benvenuti nostri cari ospiti"-la ragazza fece una riverenza pinzando con le dita due lembi del tessuto della gonna.

Il primo di loro a rispondere al gesto fu Abel, il quale prendendo la mano di Lilith, fece un inchino di fronte ai signori Vervain. La sua fidanzata non si ritirò dall'azione, ma in faccia aveva impresso un broncio di rabbia.
Riddle e Nott furono i successivi, e rispettivamente presero la mano della ragazza per poggiarvi un bacio.

Davina non sapeva il perché, ma questo gesto l'aveva destabilizzata.

Successivamente lei stessa si inchinò di fronte alla famiglia di Lilith.

"È un onore essere qui, signori Vervain"-esordì la Black con falsissimo sorriso in volto.
La verità era che odiava essere lì in quel momento, avrebbe tanto preferito restare con i suoi genitori a casa, ma le circostanze non lo permettevano.

"Davina cara, sono così contenta di vederti! I tuoi genitori sono già arrivati e ti aspettano in sala da pranzo" -la accolse la signora Vervain stampandole un bacio sulla fronte. "E Walburga, tu sì che sei veramente sbocciata come un fiore. Dopo un anno ti ritrovo più bella dell'anno prima, deve essere un sortilegio che avete voi Black!"

"La ringrazio moltissimo Patricia, posso dire lo stesso di lei, e anche di voi signor Vervain"

Lilith odiava sentire Walburga recitare falsi teatrini con i suoi genitori, avrebbe tanto voluto far emergere la verità sulla persona che fosse.
Ma non poteva.
Non in quel momento.

"Suvvia, andate ad abbracciare i vostri cari, vi aspettano di là!" -esclamò la signora Vervain ancora intenta a infilarsi una scarpa mal messa da sotto la gonna, senza farsi vedere da nessuno.

La sorella di Lilith si limitò a scortare i nuovi arrivati presso la Sala da pranzo.

L'ambiente era accessibile da un enorme porta a due ante, che scricchiolò all'apertura, rivelando all'interno un ampio spazio.
Un pianoforte era posizionato sulla destra, illuminato dalla luce che penetrava all'interno attraverso enormi vetrate che percorrevano una parete intera, e dal quale si potevano intravedere delle tombe a croce celtica in cortile.
Nella parte centrale era posizionato un enorme tavolo, arricchito da pietanze e stuzzichini già violati dai presenti e bicchieri colmi di champagne francese.

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