P͟͞R͟͞O͟͞L͟͞O͟͞G͟͞O͟͞

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19 Novembre 1994

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19 Novembre 1994


Era un sabato come tutti gli altri, c'era il sole che spiccava in cielo illuminando la città.
Sandie e suo padre erano a Los Angeles a fare compere per la bambina, avevano comprato di tutto: tutine, biberon, e i giocattoli. Ormai il grande giorno era vicino.
Entrarono in un altro negozio apposita per i bambini, Alexandre la invitò a prendere un piccolo carrello di plastica rosso avvertendole che avrebbe comprato altra roba per la futura nipotina, Sandie emise un sospiro, erano da almeno due ore che non smettevano di andare in giro tra i negozi ed era stanca.

Stellina era con il padre, camminava con la testa sulle nuvole, con un espressione neutra, ogni tanto accarezzava il pancione ormai gonfio per sentire la bambina, da poco entrata nell'ultimo mese di gravidanza e non aveva ancora scelto il nome, con tutti i nomi che avevano proposto Nicole e il padre non c'era uno che la colpiva in pieno e mancava poco alla nascita della bambina.
Il padre notando il suo stato d'animo prese un pupazzo a forma di scimmia per farla sorridere, il che ci riuscì a pieno, la fece sorridere con quel pupazzo, ma lui non poté non notare i suoi occhi.
Erano colmi di tristezza, spenti, nonostante la gravidanza che le gioiva l'anima.
Non l'aveva mai vista in quelle condizioni, e guardarla con quegli occhi privi di luce gli procurò un dolore nel petto. In quel momento provò una forte rabbia nei confronti di Michael per aver intrappolato sua figlia nella gabbia del dolore in una fase importante della vita, emise un pesante sospiro.
Mise una mano sulla spalla della figlia in segno di coraggio, lei accarezzò quella mano, quando d'improvviso arrivò una fitta enorme alla pancia, abbassò lo sguardo e vide del liquido scorrere su entrambe le gambe.
Sandie alzò lo sguardo verso il padre con aria allarmata.
«Si sono rotte le acque, sto ... sto.» Alexandre capí subito, era arrivato il momento, Sandie doveva partorire e non ci mise molto ad uscire dal negozio per chiamare a squarciagola un taxi per portarla in ospedale.

E fu così, che Sandie entrò nella fase del travaglio, le contrazioni invasero il corpo della ragazza sentendo dei dolori immensi e durante il tragitto non aveva smesso di urlare dal dolore.
Una volta arrivati alle Ucla Medical Center, stellina fu subito ricoverata e portata in una stanza.
Il padre, la prima cosa che fece era quello di telefonare Nicole, avvertendole di correre il più fretta possibile per raggiungere la sorella .
Nicole era al centro commerciale con una sua amica e suo figlio, quando venne avvertita che Sandie era in ospedale con le contrazioni abbandonò l'amica per raggiungere la sua Adelfì in attesa di partorire.

Mezz'ora dopo Nicole arrivò in ospedale e raggiunse Sandie nella sua stanza, le era stata attaccata una flebo e una fascia intorno alla pancia che era collegata un macchinario per controllare i battiti cardiaci.
La sorella restò al suo fianco dicendole di stare forte e che sarebbe andato tutto bene, stellina emise dei profondi e intensi respiri, era sudata e addolorata in viso, non stava per niente bene, e di tanto in tanto emetteva degli urli.
Pensò di chiamare Michael, doveva saperlo, ma quando la riccia disse alla sorella la sua proposta, il suo viso divenne furioso e rosso dalla rabbia proibendole di chiamarlo, Nicole avrebbe voluto mandarla a quel paese scuotendo la testa per quanto fosse assurdo che gli proibisse un momento così importante come la nascita della sua primogenita, faceva fatica a mantenere la calma, avrebbe voluto andarsene via e dicendole di cavarsela da sola, ma non lo fece.

Fu un lungo e doloroso travaglio, durò circa almeno quattordici ore, erano le due di notte del venti Novembre, il suo ginecologo arrivò per controllare la situazione quando comunicò alla paziente e alla famiglia che la bambina era in un punto molto delicato nella zona della pancia, e che il parto naturale l'avrebbe portata alla morte, quindi decise che l'unico modo per far nascere la bambina sana e salva sarebbe stato un cesareo d'urgenza.
La portò in sala parto, e con lei vennero Nicole e suo padre vestiti in una divisa verde antico con tanto di mascherina.
Sandie faceva fatica a respirare e aveva paura, tanta paura, piangeva, piangeva dal dolore ma allo stesso tempo era felice di mettere al mondo la sua bambina. Il suo cuore esplodeva di una gioia indescrivibile ma allo stesso tempo tanta tanta ansia.
Le fecero un anestesia leggera, che permetteva di placare i dolori e di non sentire alcun tipo di fitta durante l'operazione, il dottore fece un taglio con il bisturi sulla zona della pancia dove si trovava la bambina, stando concentrato e delicato su come tirarla fuori dalla pancia.
Sandie non sentiva niente, né alcun tipo di dolore, sentiva solo le mani del padre e della sorella che le davano un enorme supporto in un momento così importante. Per un attimo aveva visto Michael, sorrise vedendo quel viso, anche se sapeva nel suo inconcio che non era lui e non c'era, ma frutto della sua immaginazione a causa dall'anestesia era comunque felice.
Felice di partorire.
«Michael ...» mormorò lei con tono basso, quasi come un sussurro, aveva le lacrime agli occhi ma con il cuore a pezzi, avrebbe voluto così tanto assistere la gravidanza con lui, condividere ogni cosa, ma lui l'aveva tradita e non avrebbe tollerato tale azione.
Nicole era molto emozionata di assistere ad un parto, e le dava il giusto supporto come aveva dato la sorella durante la nascita di Nathan, voleva in qualche modo ripagare quello che aveva fatto, ovvero far nascere suo figlio in casa. Voleva starle vicino, dandole amore e vedere alla luce l'adorata nipote.
Ma l'emozione più grande che stava provando era Alexandre, aveva gli occhi lucidi e il viso arrossato, non assisteva un parto in ospedale da quando era nata Nicole in Grecia. Era turbato ma allo stesso elettrizzato come una scarica elettrica di conoscere la nipotina, e pregava ogni secondo al Signore con la paura nella gola, infondo il parto non era un attimo semplice da affrontare, anzi, era una situazione molto delicata e aveva paura per la figlia e la bambina.
Fino a che non si udì un pianto.
Un pianto di una bambina.
Lei spalancò con il sorriso sulle labbra.
«È nata! È nata!» esclamò Alexandre vedendo la bambina con la pelle violacea mixata con un rosso vivo e bagnata, con la placenta collegata sul cordone ombelicale.
«Oh mio Dio! Oh mio Dio papà guarda che bella, Sandie! Guardala mio Dio.» Sandie spostò lo sguardo su quella creatura, e vedendo il dottore posarla sul petto per far calmare il pianto e piano piano si calmò, la ragazza scoppiò a piangere nonostante sia effetto dall'anestesia. Il venti Novembre alle 3:24 del mattino, era nata sua figlia, il frutto dell'amore dove in quel minuscolo corpicino scorreva il sangue di Michael, il sangue del suo vero amore che rimarrà per il resto della vita.

Poco dopo i medici la pulirono per bene, e la visitarono, quella bambina pesava sui tre kili e quattrocento grammi precisi, una vera e propria bambola nel verso senso della parola.
E stava bene, era in salute e non aveva nessun problema, era andato tutto bene.
Quando il dottore la portò verso la paziente posandola di sul petto, bella pulita, comunicandole che stava bene Sandie sospirò in segno di sollievo, la tenne a sé guardandola per bene, era mora, e pacioccona, per un attimo la piccola aprí gli occhi, a guardali le venne un mancamento, erano proprio quelli di Michael, scuri e profondi.

Le lacrime dell'emozione non poterono mancare, in quel momento realizzò che il suo desiderio si era avverato, era diventata mamma di una splendida stella, che avrebbe curato con tutto amore del mondo, e promise di aver dato ogni cosa per renderla felice, anche la luna.
Alexandre e Nicole sorrisero profondamente commossi alla vista della bambina, ed erano estremamente felici, fu amore a prima vista. Ed era così bella e minuscola.
«Ciao amore mio.» mormorò Sandie con il sorriso e le lacrime che scorrevano sul suo viso «Come sei bella ... finalmente sei nata piccola.» continuò la ragazza con la voce rotta dall'emozione, e con l'indice accarezzò la manina dove la piccola strinse il dito, la bambina di addormentò profondamente non appena percepì il battito del cuore della mamma e il suo contatto «Ti ho desiderato tanto lo sai amore mio? E sei qui, tra le mie braccia piccola mia.» disse Sandie posando le nocche delle dita sulla guancia paffuta colorata di rosso della bimba.
«È bellissima Adelfì, hai creato una meraviglia.» mormorò Nicole asciugando le lacrime.
Il padre le diede un bacio sulla fronte.
«Hai fatto un ottimo lavoro bambina mia, è splendida quanto te, hai creato un capolavoro.» Sandie accarezzò dolcemente e con garbo la testa della bambina, fino a pronunciare il nome della figlia, un nome a lei caro, particolare, fu un omaggio ad una bambina che aveva voluto tanto bene, morta prematuramente a causa di una malattia cardiovascolare.
«Benvenuta al mondo, Chloé.»

 𝐓𝐑𝐄𝐀𝐓𝐌𝐄𝐍𝐓  Volume IIWhere stories live. Discover now