[CAPITOLO 19]

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11 Settembre 1997

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11 Settembre 1997


Londra era diventata più fredda del solito, non si trattava del clima, ma dell'atmosfera che c'era.

L'estate era finita.
E tutti erano a ritornati a lavorare.

Sandie era in ospedale, con lei nel suo reparto c'era Chloè, non l'aveva ancora mandata all'asilo, preferì portarla con sé in ospedale, pensò che era un modo educativo per lei, poteva stare con i bambini e giocare con loro, ma Vincent non era per niente d'accordo e le aveva promesso che avrebbe trovato un buon asilo per la bambina.

Stellina aveva avuto un po' il trauma di quell'asilo, da quando scoprì che la sua bambina era stata presa di mira dalle bambine e da tutta la classe, difficilmente si sarebbe fidata di un qualsiasi istituto, per questo motivo, Chloè aveva un ritardo nel linguaggio. Ma era da poco che Sandie aveva ripreso le terapie, sia dalla logopedista per Chloè, che le terapie per lei.
Dopo la morte di Diana, si creò un buco nel petto che doveva assolutamente guarire e per questo Sandie andò di nuovo dalla psicologa.

Vrachnos era in ospedale, a lavorare e fare visite.
Fino a che non scattò la sua ora per la pausa pranzo.
Uscì dal suo studiolo per raggiungere Vincent, che lo vide parlava con una donna nel corridoio.
Era una sua collega, bionda, alta, bellissimi lineamenti, sembrava una modella, ed era l'infermiera del reparto.

Sandie aprí leggermente la bocca e si nascose in un angolo dell'ospedale.
Vincent annuiva il capo, sembrava serio in volto, anzi, un po' distaccato.
Vide poi uno sbuffo, si arrabbiò con la ragazza fino a poi andarsene via con passo veloce.

Sandie quando vide campo libero lo seguì fino al suo studio.
Bussò.
«Avanti.» disse lui, e lei entrò, egli la guardò per un istante prima di riprendere a scrivere dei documenti.
«Ciao Sandie, dimmi tutto.» disse lui.
«Ciao, é scattata la pausa pranzo, e volevo stare un po' con te.» affermò con tono gentile.
«Ho mille cose da fare, in più non ho portato niente da mangiare. Magari faremo merenda insieme.» il suo tono era quasi freddo, arrabbiato, come se si fosse svegliato storto.
«Tutto ok Vincent? É successo qualcosa?» lui scosse la testa.
«Va tutto alla meraviglia.» rispose lui non staccando gli occhi dai fogli.
«Che ti ha detto quella ragazza?» domandò lei.
Lui la fulminò con lo sguardo, per poi ritornare sui fogli.
«Non c'era bisogno che mi spiassi, comunque, é la mia ex.» rispose diretto, Sandie rimase scioccata.
Non avrebbe mai pensato che quella bella ragazza era la sua ex fidanzata.
Chi lo avrebbe mai detto ...
Stette per un attimo in silenzio, c'era leggermente un po' di tensione in ufficio, e a lei non stava bene, così prese la parola.
«E perché ti sei arrabbiato con lei? Ha fatto delle avances?» domandò lei preoccupata, a quel punto Vincent mise una mano sulla fronte completamente estenuato.
«Perdonami, non volevo essere insistente.» si scusò la donna.
Lui scosse la testa.
«No, tranquilla, solo che non mi va di parlare di lei. Quella ragazza mi ha fatto delle cose a dir poco meschine che mi hanno fatto spezzare il cuore.» ringhiò Vincent, e Sandie vide in lui una sorta di delusione mischiata con rabbia.
Se davvero provava quelle emozioni, quella ragazza aveva fatto cose gravi nei suoi confronti a tal punto di provare rancore.
«Capisco.» disse lei «Ma quando vuoi, quando te la senti, me lo dirai.» lui scosse la testa «Perché?» domandò.
«Dio mio Sandie, non ti voglio parlare mai di lei! Perché mi ha fatto male! Letteralmente! Ma non fisicamente! Internamente mi ha spezzato l'anima a pezzi! Quindi ti ordino di non insistere!» esclamò con rabbia sbattendo un pugno sulla scrivania alzandosi in piedi, lei sussultò dalla paura, ma vide i suoi occhi, erano arrabbiati, ma tristi.

 𝐓𝐑𝐄𝐀𝐓𝐌𝐄𝐍𝐓  Volume IIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora