[CAPITOLO 22]

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25 settembre 1997

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25 settembre 1997

Ore 6:03 a.m


Sandie si svegliò verso quell'ora, d'improvviso il sonno l'aveva abbandonata, si stropicciò gli occhi ed emise uno sbadiglio posando la mano davanti alla bocca.

Guardò Chloè, vicino a lei che dormiva, le diede un bacino sulla fronte e una piccola carezza tra i capelli ribelli.

Afferrò il libro che gli aveva regalato Vincent appoggiato sul comodino, era un semplice romanzo, ma che lei lo stava divorando in men che non si dica.

La storia parlava di una giovane donna in carriera, un medico, che si innamora di un paziente.
La trama può sembrare scontata ma in verità la scrittrice era molto brava a descrivere le emozioni, i luoghi, e i momenti della coppia.

Sandie, non caso, stava leggendo proprio una scena erotica del libro.
Si morse il labbro inferiore quando lesse la parte dei preliminari, e la fantasia non poté farne a meno. Anzi, l'immaginazione.

Si stava eccitando, la voglia cresceva, percependo che si stava bagnando piano piano, ma doveva contenersi poiché di fianco aveva la bimba che dormiva.
Quando arrivò al punto della penetrazione, Sandie emise un sospiro.
«Cristo santo.» sussurrò mordicchiando l'unghia e sentì un piacevole tepore nel suo fiore.

Non poteva fare nulla.
Neanche toccarsi.

Sbuffò alzando gli occhi al cielo e posò il libro sul comodino, si distese comoda sul letto e cercò di dormire.
Provò a dormire, a sognare qualcosa di talmente bello da rapire la mente portandola nel mondo dei sogni, e lasciare che gli occhi vengano abbandonati al sonno.

Avvolta tra le braccia di sua sorella di appena quattordici anni, Sandie era nel prato di casa sua, da poco avevano finito di giocare a pallavolo. Era una bellissima giornata di sole, e ad Atene regnava l'estate ormai giunga alle porte.
I capelli della ragazza erano accolti in un lieve vento estivo, i suoi occhi verdi erano puntanti sulla dolce sorellina che riempiva di baci la sua adorata sorellona.
Ridevano, sorridevano.
Erano adolescenti.
Due ragazze adolescenti che amavano la vita e la famiglia.
Raggiunse Alexandre, in ottima forma, indossava un jeans nero, e una camicia bianca estiva. Il fascino e la bellezza di quell'uomo rapiva gli occhi di qualsiasi donna, soprattutto quelle delle figlie.
Lo guardavano, nei loro occhi fanciulleschi, come se fosse l'uomo più bello del mondo.
Aveva le mani dentro alle tasche, un sorriso raggiante e gli occhi puntanti su quelle che lui considerava dei gioielli.
I suoi gioielli.
«Bampá!»Papà! esclamarono le ragazze nella loro lingua, e raggiunsero il padre circondando la vita con le braccia.
L'uomo le avvolse con entrambe le braccia, una mano accarezzava la testa di Sandie, l'altra quella di Nicole.
«Koritsákia mou...» bambine mie ... mormorò l'uomo con occhi illuminati abbassando lo sguardo verso le ragazze che teneramente lo abbracciavano.
Sandie sentiva un buonissimo odore di muschio, un odore talmente maschile e forte che mai le sue narici avrebbero dimenticato, anzi, se le sarebbero ricorrete per tutta la vita.
Nicole considerava quel profumo come una casa, sapeva perfettamente riconoscere suo padre tramite il profumo. Si alzò in punta di piedi per dargli un bacio sulla guancia, assaporando tra le labbra il dopobarba.
«Se agapáme tóso polý bampá.» ti amiamo tanto papà disse la figlia più piccola, Alexandre sorrise abbassando angora di più il capo per farle un bacio sulla guancia.
Fino a che l'uomo non si dissolse nel nulla come un fantasma, come una nuvola di fumo nell'aria, e le ragazze, interdette e spaventate urlarono il suo nome.

 𝐓𝐑𝐄𝐀𝐓𝐌𝐄𝐍𝐓  Volume IIWhere stories live. Discover now