𝚌𝚑𝚊𝚙𝚝𝚎𝚛 𝚝𝚠𝚘

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Midoriya's POV

Varcata la soglia della porta, il mio sguardo, piuttosto che osservare, anche velocemente, i componenti della mia nuova classe, cerca un banco libero, ma durante la sua ricerca finisce su una capigliatura simile a quella di un porcospino.

Vorrei non fosse vero, ma quando si volta a guardarmi sono costretto a crederci, mentre la sua espressione apparentemente tranquilla si tramuta in una completamente furibonda nel giro di mezzo secondo.

In seguito si alza e comincia a camminare, muovendo passi lunghi e lenti nella mia direzione; cerco di esprimere mentalmente ciò che sento, ma risulta impossibile, in quanto ormai siamo tremendamente vicini.

"Cosa ci fai qui?" sbotta azzerando la poca distanza che ci separava prima che mi raggiungesse, per poi afferrarmi dal colletto dell'uniforme.

Gli sguardi di tutti i presenti si spostano inevitabilmente su di noi; quelle parole sono state pronunciate con un tono così alto e forte che ero certo avrebbero attirato l'attenzione.

"Sono a scuola, Kacchan" rispondo deciso, chiamandolo con quel soprannome che tanto odia, sperando in fondo in cuor mio che possa aver sbloccato qualcosa dentro di lui.

"Non essermi d'intralcio, stupido Deku" afferma quasi in un sussurro ma con il suo solito tono brusco, prima di lasciarmi. Mi fulmina con lo sguardo, e successivamente torna al suo posto.

Io, invece, raggiungo l'unico banco vuoto rimasto, collocato accanto a quello di un ragazzo dai capelli rossi e quello di un ragazzo dai capelli bicolore.

Sistemo lo zaino e prendo posto, senza però studiare l'ambiente circostante. Capisco cosa succede ascoltando solo le voci sovrapposte dei diversi studenti.

"Pss, è tutto apposto?".

Mi volto, ritrovandomi alle spalle un ragazzo dalla capigliatura bionda con un ciuffo di capelli nero. Mi sorride e mi guarda, mentre io mi limito ad annuire, per poi tornare a guardare avanti.

Fa il suo ingresso in aula un professore dai capelli neri, lunghi e spettinati, due occhiaie profonde e spaventose, un'espressione triste e certamente dall'aria di un normale insegnante che ama il suo mestiere.

"Buongiorno a tutti, ragazzi. Benvenuti, sono il professor Aizawa, vostro insegnante di matematica e scienze" esordisce l'uomo, mentre una parte di classe prende posto.

"Per cominciare, vorrei conoscervi, a partire dai vostri nomi, uno ad uno. Avanti, comincia tu" continua poi, indicando un ragazzino dai capelli viola, seduto in prima fila. È così basso che non mi sarei accorto della sua presenza neanche se avessi osservato attentamente ogni alunno presente qui dentro.

"S-si, p-professore" dice alzandosi.

"M-mi chiamo Minoru Mineta"

"Bene, Mineta. Possiedi un'unicità, giusto? Di cosa si tratta?" domanda impaziente la figura del docente, senza staccare gli occhi dal nanerottolo per un solo istante.

"I-il mio quirk mi consente di produrre queste - afferma staccando uno degli oggetti di forma circolare dalla sua testa - e lanciarle verso l'avversario"

Le presentazioni non risultano poi così interessanti, tanto che finisco per perdermi tra i miei pensieri, finendo a ripensare al mio quirk per l'ennesima volta, cercando di capire cosa fare per non procurarmi alcun danno utilizzandolo.

"Ragazzino, tocca a te" esclama improvvisamente la figura oscura dell'uomo, facendomi sobbalzare dalla sedia. Mi alzo senza guardare nessuno, se non colui che ho di fronte, e cerco di formulare una frase di senso compiuto.

𝐆𝐥𝐢 𝐨𝐩𝐩𝐨𝐬𝐭𝐢 𝐬𝐢 𝐚𝐭𝐭𝐫𝐚𝐠𝐠𝐨𝐧𝐨 | 𝖳𝗈𝖽𝗈𝖽𝖾𝗄𝗎Where stories live. Discover now