𝚌𝚑𝚊𝚙𝚝𝚎𝚛 𝚏𝚘𝚛𝚝𝚢

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Midoriya's POV

"Manca ancora tanto?" domando sempre più incuriosito al mio ragazzo, che ha coperto i miei occhi con una benda circa quindici minuti fa.

Siamo saliti su una macchina, e mi è stato imposto di non fare domande, né durante il viaggio, né una volta giunti a destinazione.
Ma è difficile trattenere ogni forma di curiosità, ed è anche per questo che ho sempre odiato le sorprese.

L'unico suono che odo, è quello piacevole della radio accesa, che in questo momento trasmette To be loved. La dedico a Shoto, in ogni parola mi sembra di ritrovarlo, e ogni nota sembra fatta apposta per lui.

Mi faccio cullare da quella dolce melodia, che resterei ad ascoltare per ore, senza stancarmi mai. Afferro il cellulare, posto nella tasca destra, ma non lo tiro fuori, ricordandomi di non poter vedere nulla e che quindi sarebbe inutile.

D'un tratto lo sportello viene aperto, senza che neanche mi fossi accorto che la macchina si fosse fermata. Una mano stringe delicatamente la mia, e una volta uscito dall'auto, questa mi trascina con sé, guidandomi verso una meta a me ignota.

Il suo tocco è dolce, lo riconoscerei tra mille, e mi fa rabbrividire ogni volta come fosse la prima. Mi accarezza il dorso della mano per placare la mia agitazione, e pur non riuscendoci, non si ferma neanche per un attimo.

I miei palmi finiscono per toccare una superficie metallica, che identifico come una ringhiera. È fresca, e comincio a muovere lentamente la mano lì.

"Quando vuoi, togli la benda" bisbiglia al mio orecchio, facendomi sussultare.

Non me lo faccio ripetere due volte, e sciolgo il nodo legato dietro la mia testa, togliendo lo strato di tessuto che mi copriva gli occhi.

Mi ritrovo davanti ad una vista mozzafiato. Siamo in alto, su un'altura da cui è ben visibile il mare. C'è il tramonto, e il sole sembra nascondersi in quella immensa distesa acquatica. L'arancione e il giallo si mescolano perfettamente tra loro, si riflettono sul mare, rendendo il paesaggio incantevole e lasciando me a bocca aperta.

L'atmosfera è piacevole. Non ci sono disturbi, ci siamo solo noi, e non potrei mai desiderare di meglio.

Guardo il mio ragazzo, intento anche lui a fissare quel paesaggio, e non posso fare a meno di pensare quanto sia bello, e di quanto io sia fortunato ad averlo.

Quando, finalmente, posa i suoi occhi su di me, immediatamente mi fiondo tra le sue braccia e sulle sue labbra. È il mio modo per dirgli grazie, per tutto ciò che ha fatto per me.

"So che sono solo tre mesi - sussurra a due centimetri dalle mie labbra - ma volevo che tu sapessi che sono i primi, e che ne vivremo insieme tanti altri"

Poi mi bacia ancora. Un bacio sentito e sincero, di quelli da cui non vorresti mai staccarti. Uno di quelli che ti creano dipendenza, che vorresti durassero in eterno, perché allontanarti da quelle labbra non è neanche l'ultima cosa che desideri.

Restiamo lì, di fronte a quella vista strepitosa, finché un uomo sulla quarantina non viene a chiamarci, facendoci successivamente strada verso un tavolo poco distante dagli altri.

Le nostre dita sono intrecciate, formano una cosa sola, e persino il cameriere, quando si è girato per una frazione di secondo, ha sorriso alla nostra vista.

Ci accomodiamo uno di fronte all'altro mentre ci guardiamo intorno, specialmente io, che non sono mai stato in un posto del genere prima di oggi.

È stato collocato nel punto giusto, non solo per quanto visto prima, ma anche per l'aria che si respira. Mi incanto ancora guardando tutto ciò, senza neanche rendermi conto che, davanti ai miei occhi, è stato posto un piatto contenente gli antipasti.

Comincio a divorarli una volta notati, mangiando tutto con gusto, vista la bontà di quelle prelibatezze.

"Vedo che qui qualcuno ha fame" commenta divertito il mio ragazzo, facendomi arrossire e grattare la nuca imbarazzato.

"Posso farti una domanda?"

Fa che non si arrabbi, fa che non si arrabbi, fa che non si arrabbi.

Annuisce, mentre io prendo un respiro profondo e pongo quella sola e unica domanda che mi tormenta da giorni.

"Chi è il ragazzo dell'altro giorno?"

La sua espressione sembra cambiare. Punta i suoi occhi altrove, porta le mani sotto al tavolo e sono certo si stia girando i pollici in preda all'agitazione.

Mi sorge spontaneo domandarmi il perché di ciò, ma nessuna risposta arriva, se non:

"Per favore, potremmo parlarne un'altra volta?"

Un po' deluso pronuncio un flebile sì, ma non posso fare altro che rispettarlo. D'altronde, lui non mi ha mai costretto a parlargli di me, perciò lo accetterò come ha fatto lui. O sbaglio?

Si alza, porgendomi nuovamente la mano, senza dire nulla. La afferro, venendo ancora trascinato da lui. Non faccio domande, ma mi lascio trasportare da lui per quei pochi minuti che bastano per arrivare dove ha intenzione di portarmi.

Resto stupito davanti un immenso prato verde, vista la stagione fredda non ancora terminata. Qualche fiore è ben visibile da una parte all'altra, e al centro di esso è presente una scalinata che porta verso il basso.

Shoto và in quella direzione, e scende ogni gradino, seguito da me. Siamo in spiaggia, quella che ho visto dall'alto, che mi ha fatto innamorare a prima vista. Ci togliamo le scarpe e le teniamo tra le mani, mentre ci avviciniamo alla riva. La sabbia è così fresca e morbida, che mi ci butterei volentieri e mi addormenterei. E quel pensiero diventa realtà nel momento in cui lascio la sua mano e mi ci siedo, venendo affiancato da lui, che prima ci pensa un po'.

"È così bello qui.. - commento - e sai cosa lo rende ancora migliore?" domando guardando il bicolore, che in risposta scuote la testa a destra e sinistra.

"Tu, scemo. Ho sempre sognato guardare un tramonto, un paesaggio simile, con la persona che amo. Ed eccola qua"

Sorride e si avvicina. Il suo silenzio mi rattrista, mi fa sentire in colpa per la domanda fatta prima, ma i suoi baci vanno a compensare il tutto, facendomi spuntare in volto diversi sorrisi a trentadue denti.

Non avrei mai lontanamente immaginato che, da un momento all'altro, la mia vita sarebbe dipesa da una sola persona. Non sono mai stato così bene in vita mia, e se tutto questo prima o poi dovesse finire, dubito che riuscirei a sopportarlo.

Shoto, mannaggia. Cosa mi hai fatto?

ANGOLO DI UNA PERSONA BASSA

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𝐆𝐥𝐢 𝐨𝐩𝐩𝐨𝐬𝐭𝐢 𝐬𝐢 𝐚𝐭𝐭𝐫𝐚𝐠𝐠𝐨𝐧𝐨 | 𝖳𝗈𝖽𝗈𝖽𝖾𝗄𝗎Donde viven las historias. Descúbrelo ahora