𝚌𝚑𝚊𝚙𝚝𝚎𝚛 𝚏𝚒𝚏𝚝𝚢 𝚜𝚒𝚡

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Todoroki's POV

Tornati in dormitorio, Izuku mi ha letteralmente trascinato nella sua stanza, implorandomi, per questa notte, di dormire con lui. Non ho potuto che accettare, e il più piccolo ha sorriso come non faceva da tempo.

Lo osservo disteso nel letto, mentre mi fa spazio e sbatte ripetutamente la mano sul materasso, facendomi, così, segno di raggiungerlo. Faccio quanto richiesto e mi posiziono al suo fianco, per poi cingerli il busto con le braccia e avvicinarlo a me il più possibile.

Posa la sua testa sul mio petto, mentre le sue labbra sfiorano il mio collo, sul quale premono per un solo istante. Rabbrividisco al suo tocco, il che non passa inosservato agli occhi dell'altro, che sento poi sorridere soddisfatto.

"Non mi lascerai mai, vero?" domanda dopo lunghi attimi di silenzio il verde.

"Te lo prometto, Izuku. Nessuno ti farà più del male"

Ed è così che, dopo poco, ci addormentiamo, l'uno tra le braccia dell'altro, finalmente tornati a casa.

-

"AAAAAAAH, ESCI DA QUESTA STANZA!"

Finisco in terra al solo sentire di quella frase pronunciata strillando, mentre una folata di vento mi scompiglia i capelli. I miei occhi guardano l'orologio, che segna le sei di mattina, mentre quel tono di voce, eccessivamente alto a quest'ora, mantiene la medesima tonalità.

"Ma che sta-"

"SHOTO, TI PREGO, MANDALA VIA" urla in mio ragazzo, quasi volesse piangere, indicando con lo sguardo qualcosa di minuscolo e insignificante che in questo momento svolazza da una parte all'altra della stanza, mentre in mano ha una rivista, usata probabilmente per cacciarlo via.

"NON SO COME ABBIA FATTO, MA QUELL'APE È ENTRATA NELLA STANZA E- MA CHE HAI FATTO?"

"L'ho bruciata"

"SHOTO!"

Mi risistemo sotto le coperte, poso la testa sul cuscino e chiudo nuovamente gli occhi, cercando così di riaddormentarmi. Tuttavia, la percezione di uno sguardo fisso su di me mi impedisce di prendere sonno, e quando i miei occhi riprendono a guardare, ritrovano davanti a sè due smeraldi, talmente verdi, che forse non ne ho mai visti prima.

A quella vista sorrido, allungo una mano verso la sua guancia e la accarezzo, facendola arrossire leggermente.

"Noi cosa siamo?"

Le sue domande, poste sempre d'improvviso, non me le aspetto mai, perciò mi lasciano sempre di sasso. Io, poco fa, l'ho definito come il mio ragazzo, ma è questa la volontà di entrambi?

"Cosa vorresti che fossimo?"

"Tutto ciò che siamo stati"

"Qualcosa di meraviglioso?"

"Qualcosa di meraviglioso"

I nostri volti si avvicinano lentamente e fanno avvicinare, di conseguenza, le nostre labbra, che da qui a breve saranno ancora una cosa sola.

Azzero ogni distanza che c'è tra noi e lo bacio, tenendo le nostre labbra a contatto finché il respiro non viene a mancare. Sono così felice, che a momenti tutto ciò sembra surreale.

"Temevo di averti perso per sempre" sussurro con una nota di tristezza nel tono, ancora terribilmente vicino a lui.

"Non c'è niente da temere.." risponde l'altro, venendo interrotto da me.

"..perché ora ci sono io" continuo.

"Idiota" ridacchia di conseguenza, contagiando anche me con quel suo suono soave e a dir poco incantevole.

𝐆𝐥𝐢 𝐨𝐩𝐩𝐨𝐬𝐭𝐢 𝐬𝐢 𝐚𝐭𝐭𝐫𝐚𝐠𝐠𝐨𝐧𝐨 | 𝖳𝗈𝖽𝗈𝖽𝖾𝗄𝗎Where stories live. Discover now