𝚌𝚑𝚊𝚙𝚝𝚎𝚛 𝚝𝚑𝚒𝚛𝚝𝚢 𝚏𝚘𝚞𝚛

280 19 1
                                    

Midoriya's POV

"Midoriya, prova questa!" esclama entusiasta la castana, passandomi una maglietta bianca a maniche corte, con qualche lieve strappo qua e là.

Non sono un amante delle maniche corte, ma se si tratta di Uraraka, ho capito di non avere scelta.Siamo in questo negozio da circa dieci minuti, e opporsi a lei, quando si mette in testa qualcosa, è praticamente inutile.

Entro in camerino, fissando l'indumento che ho tra le mani, che poi poso sulla sedia presente nel piccolo stanzino. Mi levo di dosso la maglia che ho provato pochi minuti fa, e guardandomi allo specchio, fisso per l'ennesima volta le mie evidenti cicatrici.

Tendo sempre a mascherarle, dicendo che me le sono provocate usando il mio quirk. Il che è vero, ma non del tutto.

Ma questa è un'altra storia.

"Quando esci di lì, possibilmente indossa anche la tua giacca!" urla la ragazza dall'esterno, facendomi spaventare un po', poiché vagavo tra i miei pensieri.

Faccio quanto richiesto, mi dò un'altra occhiata ed esco, sotto lo sguardo di Uraraka e di Kacchan.

"Stai bene, nerd" sbotta, portando poi lo sguardo altrove.

La castana non fiata, ma la sua reazione mi fa capire di essere soddisfatta, considerato il fatto che comincia a saltellare sul posto. È davvero buffa, e mi stupisce il fatto che si esalti per così poco.

"Si, ma non basta" è l'unica cosa che dice, facendomi sbattere una mano in faccia.

"nsomma, manca il pantalone adatto"

"Ma ne ho tanti, non penso sia il caso di-"

"Aderente, Midoriya" mi interrompe.

La guardo interrogativa, ma solo in un primo istante, perché poi capisco al volo ciò che intende. Arrossisco, e cerco di nascondermi dietro la tenda del camerino.

Non mi dà tempo di replicare che corre via, fino a sparire dietro centinaia di maglie, pantaloni, vestiti e tanto altro.

"Tu non provi niente?" domando al biondo, con l'intenzione di non creare attimi di silenzio tra noi.

Mi guarda con un'espressione in volto, che parla al posto della sua bocca. Sembra voler dire ma chi, io?, il che mi fa ridacchiare leggermente. Cerco di chiedere qualcos'altro, ma la ragazza fa ritorno, muovendosi a passo svelto, avente tra le mani circa cinque jeans.

Sgrano gli occhi alla loro vista, e la castana non perde tempo a rifilarmeli tutti quanti e spingermi in camerino. Li osservo attentamente, ma due di essi non mi piacciono, perciò li scarto e ne provo un altro, che mi sta davvero bene. Ed è raro che io mi faccia 'complimenti', quindi forse dovrei segnarmi la data di oggi.

Esco con aria fiera dalla piccola stanza, portando tra le mani i jeans che ho 'eliminato'. Li porgo al biondo, che li mantiene.

Entro ed esco da quello stanzino per altre due volte, ma cambiandomi la parte inferiore. Opto per due di essi, quindi, complessivamente, li prenderò insieme alla maglietta bianca.

Dopo essermi cambiato, e aver indossato le robe con cui sono venuto, esco da lì, ma imploro Kacchan di provare quanto io avevo scartato. Tuttavia, ha avuto la meglio lui, con le sue solite minacce di farmi esplodere. Ogni volta che pronuncia quelle parole, sono costretto a trattenere le risate, sennò salterei in aria per davvero.

Andiamo alla cassa, e pago tutto ciò che ho deciso di prendere. Successivamente usciamo dal negozio, e decidiamo di fermarci in un bar per la colazione. Abbiamo tutti scelto una cioccolata calda, ma non accontentandoci, abbiamo aggiunto all'ordine la panna e delle scaglie di cioccolata.

Quando la cameriera si allontana, rimaniamo per un po' a parlare tra noi, ma dura poco, dato che tutto arriva in fretta.

Probabilmente, perché nel bar ci siamo solo noi, insieme ad un gruppo di tre ragazze, che non fanno altro che lanciare strane occhiate in direzione del nostro tavolo. Un po' mi sento in soggezione, ma cerco di non darci peso, e continuo a starmene sulle mie.

skip time

"Datti una mossa, o giuro che di te non resterà neanche la cenere" sbotta Kacchan, facendomi deglutire.

Siamo davanti la porta della stanza di Todoroki, e sono stato letteralmente trascinato qui.

"Non è meglio se lo faccio io di mia spontanea volontà?" domando ai due, che mi rifilano un'occhiataccia.

Resto lì impalato, fissando in silenzio la superficie in legno, mentre preparo mentalmente le esatte parole da dire al bicolore.

"Mi hai rotto" afferma il biondo, bussando alla porta, prendendo Uraraka per un polso, e portarsela via correndo.

"Bastardi" sussurro.

Abbasso lo sguardo e lo poso sulle mie mani. Non capisco perché sia così nervoso. In fondo, è Todoroki, non devo aver paura di lui. Giusto?

"Buongiorno" esordisce, per poi sbadigliare.

Non dico niente, ma mi limito a fissarlo, senza un apparente motivo.

"Una foto dura di più, - mi sorride - entra" richiama la mia attenzione.

Faccio quanto richiesto, e poi chiudo la porta alle mie spalle, mentre il colore delle mie guance muta.

"Ti ho svegliato?" domando, sentendomi quasi in colpa.

"No, tranquillo" mi rassicura.

Mi butto sul suo letto, venendo affiancato da lui, che posa la testa sulla mia spalla. Sorrido e rabbrividisco, nonostante il contatto sia lieve.

"Todoroki" lo chiamo.

Ora o mai più.

In fondo, che senso ha farsi tanti problemi per una cosa così piccola?

"Vuoi uscire con me?" domando tutto d'un fiato, sentendomi in un attimo più leggero.

Nessuna risposta arriva, tanto che comincio a maledire me stesso e quei due per quanto sta accadendo.

"Per poco non ci speravo più - ridacchia -. Non sai da quanto lo aspettavo" aggiunge poi, sfoggiando un sorriso.

"Ovvio che voglio!" conclude.

Sorrido come un ebete, cominciando a fantasticare su tutto ciò che accadrà quando saremo soli, ma altrove.

"Quando?" domanda.

Diamine, me n'ero dimenticato.

Mi gratto la nuca imbarazzato, provocando una lieve risata da parte del ragazzo.

"Sabato prossimo?" domanda lui.

Annuisco, probabilmente con lo stesso 3e evidente rossore di prima in viso, ma che forse non riesce a vedere, vista la poca illuminazione.

"Scusa, è la prima volta che lo chiedo a qualcuno" confesso.

"Figurati, è la prima volta che qualcuno me lo chiede" risponde ironicamente, ma al contempo seriamente.

Ridiamo entrambi, e ne fuoriesce un suono meraviglioso.

Stringo forte a me il ragazzo, posando la mia testa sul suo petto, udendo nella silenziosa stanza solo i battiti dei nostri cuori, che sembrano pulsare contemporaneamente.

Mi rilassa, fino a farmi addormentare, nonostante sia quasi mezzogiorno. Tra le sue braccia, con le sue mani che accarezzano i miei capelli.

E non c'è sensazione più bella.

ANGOLO DI UNA PERSONA BASSA

[1069 parole]



𝐆𝐥𝐢 𝐨𝐩𝐩𝐨𝐬𝐭𝐢 𝐬𝐢 𝐚𝐭𝐭𝐫𝐚𝐠𝐠𝐨𝐧𝐨 | 𝖳𝗈𝖽𝗈𝖽𝖾𝗄𝗎Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora