Prologo

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Bretagna, Monastero della Luna, 18 dicembre 1908

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Bretagna, Monastero della Luna, 18 dicembre 1908

Caro Phoebus,

È passata una settimana esatta dal giorno della tua morte, e io ancora non l'ho accettata. Neanche l'isolamento al Monastero della Luna mi sta aiutando a elaborare il lutto.

Non riesco a perdonare il mio fallimento, il non essere riuscita a salvarti. E lo so, lo so, mio carissimo Phoebus, che tu non ritieni che sia colpa mia: il male che ti ha portato via da me era più forte di ogni mio incantesimo. Ha resistito a ogni mia Cura.

Mi hai detto che può succedere, a volte, che neanche gli Elementi sono infallibili. Essi sono come noi comuni esseri umani, prima che incantatori: limitati, finché divisi. Ma io, purtroppo, nonostante le tue parole, vivrò per sempre con la colpa di non aver fatto abbastanza.

A ogni modo, sembrerà stupido che io ti parli; d'altronde, non sei più su questa Terra. Ma sto seguendo il tuo consiglio, mio amato, quello che mi hai dato in punto di morte: nel caso avessi sofferto troppo la solitudine quando non ci saresti più stato, avrei potuto scriverti una lettera e poi bruciarla, come mi hai insegnato a fare, così da farla giungere a te.

Non sono certa di incenerire questa carta una volta conclusa, però: la sto usando come puro sfogo personale, più che come un modo per avere tue notizie. Voglio conservarla insieme a tutti i nostri ricordi che costellano i dieci anni trascorsi insieme.

Spero comunque che scriverti mi aiuti a sentirti più vicino, a sentirti ancora accanto a me. Perché so che sei qui, so che mi guardi e mi sostieni insieme alla Madre e al tuo Astro Creatore.

Parto subito con la parte amministrativa, per tenerti aggiornato: il Reverendo che tu hai scelto come sostituto non mi dispiace. È un po' schivo nei miei riguardi, ma molto mansueto. Non sono convinta apprezzi del tutto la politica pianificata da me e te, Phoebus, ma sembra impegnarsi.

Attribuisco le colpe della sua perenne esitazione alla giovane età: mi hai affiancato un ragazzino poco più che ventenne, sebbene io abbia il doppio dei suoi anni.

Per la Madre, Phoebus caro, a cosa pensavi in quel momento? So che credevi fosse giusto dare una possibilità a chiunque, a tuo avviso, avesse del potenziale... ma un ragazzino così inesperto mi è inutile!

E questo, in verità, si lega ai pensieri che mi hanno turbata questa settimana.

Ora che non ci sei più, come farò a guidare i due Ordini? Come farò a spingerli all'unione vera e propria in totale solitudine?

I miei fedeli sembrano aver preso bene l'idea: il mio essere Guardiana, nonché loro Sacerdotessa, li rende sicuri e fiduciosi. Sto notando, inoltre, che si stanno avvicinando ai tuoi, di fedeli. Hanno superato la paura incondizionata che albergava nei loro ricordi.

Ma, a essere onesta, sono proprio gli incantatori appartenenti al Sole a preoccuparmi. Non penso apprezzino me come Guardiana e non penso l'abbiano mai fatto, in realtà: fingevano solo in tua presenza. Ora che non ci sei più, sento il loro astio sulla pelle. Sento i loro sguardi critici addosso, ora che non mi fai da scudo per deviarli. E feriscono, feriscono forte acuendo la già grave ferita che porto nell'anima.

Avevamo promesso loro l'Equilibrio Elementale, ti ricordi, Phoebus? Pur specificando che sarebbe stato un processo lungo e faticoso, sembrano avere perso di già la pazienza.

Non biasimo i fedeli del Sole, però: sono otto anni che siamo uniti dall'Accordo e ancora non è cambiato molto, per loro; mentre per noi della Luna, oh, ci sono stati così tanti cambiamenti...

La mia gente era terrorizzata all'idea di unirsi a voi, all'inizio; ma pian piano vedo che stanno migliorando: li vedo più tranquilli, disponibili, quasi entusiasti di evolversi.

Sono così fiera di loro: non mi aspettavo si abituassero a voi, alla neonata unione da noi stipulata, in meno di un decennio. Come sai, ti avevo preannunciato che al mio Ordine, prima di poter parlare di Equilibrio Elementale, sarebbe servito un periodo di prova per riuscire a fidarsi di voi fedeli del Sole: ma penso che a breve p̶o̶t̶r̶e̶m̶o̶ potrò indirizzarli verso l'unione vera e propria.

Spero solo di essere in grado di gestire tutto da sola, nonché di gettare le giuste basi per il mio futuro successore.

Lo scontro per decretare il Guardiano verrà, quasi sicuramente, vinto da un tuo fedele: siete molto più potenti di noi, così come lo sono i vostri due elementi. Ma ti prometto che cercherò, non appena il mio cuore avrà smesso di sanguinare per la tua morte, di abituare i miei fedeli all'idea, così che possano affidarsi a un futuro Guardiano del Sole senza remore. Dopotutto, è probabile che avremo una sfilza di mandati altalenanti fra Sole e Luna: non possono certo restare fossilizzati nell'idea che ci sarà sempre una loro Sacerdotessa al comando.

In conclusione, l'Equilibrio Elementale è ancora lontano, ma non impossibile da raggiungere. Col tempo, sono sicura che il nostro piccolo sogno si realizzerà e gli Ordini saranno finalmente uniti sotto un unico Cielo, anziché sotto la guida esclusiva di Sole o Luna.

Chi lo sa, magari, grazie alla nostra piccola Diana, un giorno ci sarà un'altra Chandra Noyer che continuerà ciò che noi abbiamo iniziato ma che, purtroppo, non abbiamo ancora portato a termine.

Concludo queste righe ribadendo l'amore che ho provato e provo per te, Phoebus Chevalier, mio Reverendo del Sole. Ora sarai insieme alla Madre e al Creatore, sarai diventato la stella più luminosa del cielo notturno. Giuro che ti cercherò, non appena avrò la forza di abbandonare questa camera vuota, e ti guarderò da quaggiù.

Ti amo.

Per sempre tua,

Chandra Noyer

Chandra Noyer

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Come Acqua e FuocoWhere stories live. Discover now