15.2 Trio - Nova

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Nova stava tremando

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Nova stava tremando.

E il motivo della sua pelle d'oca non era soltanto l'umidità che si respirava all'interno del Monastero, no: sarebbe stato troppo rassicurante, se così fosse stato.

Era stata Sacerdotessa del Sole per ben tre anni, lavorando a stretto contatto con Dundra e imparando a conoscere le abitudini dei monaci, un'esperienza che l'aveva resa la più indicata per svolgere quel compito.

Certo, teoricamente anche Jesse avrebbe potuto occuparsi dei dormitori, sulla base del mese in cui l'aveva sostituita, ma l'amico non si era mai curato di viversi in toto il ruolo del Sacerdote: per Jesse esisteva soltanto la sfera politica, tutto il resto era trascurabile.

Già, Jesse non sapeva che i monaci si svegliavano un'ora prima dell'alba, per esser certi di arrivare attivi e puntuali allo smistamento dei compiti al Capitolo.

Jesse non immaginava quante dinamiche sottobanco s'intrecciavano fra i corridoi del Monastero, quanti amori nascevano e quanti finivano. Quante monache, nel corso del tempo, avevano lasciato l'ordinamento poiché gravide.

Ma Nova sì, Nova sapeva ogni dettaglio della vera vita monacale.

Per questo, quando era giunta all'area destinata ai dormitori, aveva perso più tempo del previsto. Sapeva fin troppo bene che non sarebbe bastato lanciare un incantesimo del Silenzio nei corridoi, com'era previsto dal piano, per evitare che qualcuno uscisse dalla camera troppo presto. No, magari: bisognava essere più... estremi.

Si era occupata singolarmente di tutte le stanze, poggiando le mani sulle ante di pietra liscia della porta e attuando un incantesimo che prima di quel momento conosceva soltanto per via teorica. Un incantesimo che il suo stesso Ordine aveva imparato a temere.

A differenza di quanto si poteva credere, era l'Aria era l'elemento più indomito di tutti, non il Fuoco: Nova, connessa a quest'ultimo, sapeva bene quanto la nomea di elemento distruttivo fosse ingiusta, acquisita soltanto perché l'altro era tanto etereo da passare in sordina.

Tanto infame da spostare l'attenzione sull'effetto e mai sulla causa.

Con l'Aria era possibile comunicare, proteggersi e persino isolarsi dal mondo. Ma anche ferire, scatenare bufere, intrappolare e... giocare col respiro altrui.

Giocare all'insaputa degli altri, come stava facendo Nova, assicurandosi che anche i tiratardi cadessero addormentati.

Giocare con la densità dell'Aria piano piano, così da rendere impossibile distinguere la perdita di coscienza dalla naturale presa di sonno.

Adesso, a venti minuti dallo scadere dell'ora di tempo che lei, Artie, Jesse e Miranda si erano dati, Nova aveva quasi finito. Restava soltanto da sistemare il Reverendo.

Similmente al vecchio Monastero condiviso, la stanza del Sacerdote era distante dalle camerate dei monaci, sempre nella stessa area ovest ma qualche corridoio più avanti.

Come Acqua e FuocoDonde viven las historias. Descúbrelo ahora