2. Ti amo

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Era stata brava, Chandra Noyer

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Era stata brava, Chandra Noyer.

Aveva fatto il suo dovere, Chandra Noyer.

Aveva vinto lo scontro, seppur in modo atipico, e si era mostrata una Guardiana forte e sicura davanti alle due comunità quando le era stato richiesto di farlo.

Ora era esausta, troppo per continuare a pensare ai due Ordini. Avrebbe ripreso a flagellarsi con i propri doveri dal mattino seguente, durante la prima riunione con Dundra e Nova.

Scivolò con il sedere in avanti, lasciando che il livello dell'acqua bollente le raggiungesse le labbra.

Non era da lei rimandare i propri problemi, ma che altro poteva fare? Non sapeva per quanto tempo la Luna avrebbe pazientato e ancor meno come il Sole avrebbe reagito alla rottura dell'Accordo. Il futuro che le si prospettava davanti era così nebuloso da spingerla a nascondersi per la troppa paura.

E la parte peggiore era che avrebbe dovuto affrontare tutto da sola: nessuno, quella volta, le avrebbe porto una mano in Biblioteca. Di sicuro non Arthur.

Spalancò le palpebre e si issò seduta sulle piastrelle lisce della vasca.

Ecco, Arthur Leblanc era l'altro pensiero molesto da archiviare, la fonte massima della sua sofferenza. E se si era rifugiata nei suoi nuovi alloggi, avvolta dalla solitudine, da sempre sua più cara amica, era stato solo per avere un attimo di tregua anche da lui.

Ma non riusciva a non pensarlo, non riusciva proprio.

Tutte le volte che Chandra tentava di svuotare la mente, questa tornava all'espressione delusa di lui, al suo sguardo triste e accusatore insieme. Non riusciva a dimenticare, purtroppo, il modo in cui l'aveva cacciata dalla camera, dalla sua vita, dopo aver fatto l'amore con lei.

Si accarezzò il petto: il cuore aveva preso a galoppare con insistenza crescente.

Allo stesso tempo, Chandra non riusciva a dimenticare il tocco del maschio sulla pelle, l'amore che le aveva trasmesso in una singola notte. Sentiva ancora addosso il suo profumo, il suo calore... le sue labbra posate ovunque.

Le bastava sfiorarsi la pelle nuda per risentirvi il tocco di Arthur.

Arrivò al seno destro e sfiorò il capezzolo.

Oh, era da lì che aveva iniziato...

Prese a giocare con il bottoncino, sempre più turgido, e un sospiro le sfuggì dalle labbra tremanti.

Ripercorrere il loro momento di intimità la faceva stare meglio, proprio come si aspettava.

D'altronde, era questo il motivo per cui la notte precedente aveva ceduto all'istinto, no? Per avere qualcosa a cui aggrapparsi nei momenti di sconforto, quando lui sarebbe stato distante e lei da sola a combattere contro il mondo.

Come Acqua e FuocoWhere stories live. Discover now