11.3 Mamour

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24 gennaio, ore 12:30 p

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24 gennaio, ore 12:30 p.m.

Sire Deroy: il titolo inseguito per ventitré lunghi anni e, a partire da quel giorno, finalmente raggiunto.

Certo, Jesse era Reverendo e non Guardiano come aveva sempre immaginato, ma non faceva più differenza per lui: era comunque a capo dell'intero Ordine del Sole, al vertice della gerarchia sociale come sapeva di meritare e senza alcun noioso intermediario a cui doversi rivolgere – a differenza dei suoi predecessori.

Non c'era niente che potesse desiderare o invidiare a qualcuno, ormai: era all'apice della sua vita e aveva il mondo intero ai suoi piedi; chiunque avrebbe dovuto inchinarsi al suo cospetto e ricredersi sul suo valore, da ora e in poi, compreso Colui che lo aveva scartato alla Cerimonia di fine estate.

C'era un'ultima azione, ma non per questo meno importante, da compiere per completare l'operato e consacrarsi Sire Deroy a tutti gli effetti.

Spinto da quel desiderio, Jesse si era recato col cuore in gola all'apice del Tempio nonché della sua intera esistenza: il trono del Guardiano. Ovviamente, da bravo ed esemplare Sire qual era, aveva atteso che tutti i funzionari se ne fossero andati prima di lasciare la sala riunioni a propria volta.

Era bastata una singola frase di Jesse per scacciarli dalla stanza; soltanto Cyriaque aveva fatto eccezione abbandonando il Consiglio in totale autonomia, col fine unico di sottolineare la propria contrarietà in merito al nuovo ciclo Deroy.

Nonostante fosse una mancanza di rispetto, Jesse non se ne era fatto meraviglia: Cyriaque aveva da sempre mostrato una forte simpatia per Chichi e, pertanto, era scontato che prendesse le sue parti durante l'assemblea; era arrivato al punto di sgolarsi in nome della sua innocenza, in favore della colpevolezza di Dundra, anche dopo che la sentenza era stata data.

Se l'uomo Leblanc non fosse stato suo suocero, a Jesse poco sarebbe importato delle sue dimissioni e del suo essersi esplicitamente dissociato da quanto avvenuto attorno a quel tavolo. Sarebbe stato un problema solo e soltanto se si fosse tirato dietro anche gli altri funzionari – cosa che non era accaduta.

Nessuno dei consiglieri di Héos aveva battuto ciglio per la Noyer durante la sua meritata epurazione, o aveva mosso critiche alla presa di potere autonoma di Jesse. Pur non riuscendo ad assistere alla scena, chiudendo gli occhi e stringendo i denti mentre Chichi urlava e si contorceva dal dolore, si erano sottomessi senza fiatare al loro nuovo Sire.

Avevano tutti capito che era la mossa più giusta da fare, che serviva una guida forte e decisa per rappresentare l'Ordine in ogni sua sfumatura culturale e valoriale.

Jesse scosse la testa e tornò concentrato sul vero focus della giornata: il proprio trionfo. Al resto avrebbe pensato dal mattino seguente, quando si sarebbe risvegliato negli alloggi occupati dalla sua famiglia per ottantotto anni. Occupati da Chichi per meno di un mese.

Come Acqua e FuocoWhere stories live. Discover now