4.1 Leblanc

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Arthur, Arthur e ancora Arthur: era quello l'unico pensiero che aveva avuto Chandra per tutto il giorno, mentre attendeva con ansia l'arrivo delle quattro del pomeriggio

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Arthur, Arthur e ancora Arthur: era quello l'unico pensiero che aveva avuto Chandra per tutto il giorno, mentre attendeva con ansia l'arrivo delle quattro del pomeriggio.

Non si era domandata perché un fedele – tra l'altro il padre del rivale arresosi allo scontro – avesse voluto incontrarla così presto e in casa sua, anziché al Tempio com'era giusto. No, a lei interessava soltanto avere una scusa per rivedere Arthur e parlargli.

Non aveva chiesto neanche qualche informazione a Jesse, ad esempio su come avrebbe dovuto presentarsi e su cosa potevano aspettarsi da lei: lo aveva semplicemente obbligato a tenere quell'incontro segreto al resto della comunità, così da essere certa che nessuno le avrebbe rubato il tempo con l'amato.

Il suo caro Reverendo del Sole, pur non risparmiandosi le battutine, l'aveva accontentata, specificando che in ogni caso non ci sarebbero stati problemi poiché i Leblanc abitavano a ovest di Héos, cittadella dove viveva tutta la sua gente, collocata sotto i Menez Are, e quella era una zona isolata dalle vie residenziali. Jesse ci aveva tenuto inoltre a sottolineare, in più di un'occasione, che quella era la parte ricca della città, dove abitavano anche i Prigent e naturalmente i Deroy. Informazione così irrilevante che Chandra l'aveva liquidata con un'alzata di spalle.

Che il suo scopo – da Guardiana – quel giorno fosse un altro non le era balzato in testa nemmeno una volta che si era addentrata nel cortile della villa e incontrato Cyriaque Leblanc; si era presentato soltanto quando questi aveva avvisato i due che Arthur non c'era.

«È uscito con Bijou mezz'ora fa, ma tornerà presto», aveva detto l'uomo. E lì Chandra aveva scoperto che Arthur aveva un cane... cane di cui non aveva mai sentito parlare prima.

E adesso, da sola con Cyriaque, Chandra non sapeva che cosa fare o che cosa dire. Era rimasta persino senza Jesse, che se l'era svignata subito in casa alla ricerca di Miranda, la sua fidanzata, e aveva abbandonato la Guardiana al suo destino.

Per la Madre, avrebbe dovuto essere più cauta al posto di lasciare il comando alla Chandra innamorata e trovarsi, da Dame Noyer, in quell'imbarazzante situazione.

«Volete accomodarvi in casa?» le chiese Cyriaque. «Si sta più comodi.»

Chandra lo guardò. Quell'uomo era identico al figlio; anzi, a dir la verità, era il figlio ad essere una fotocopia del padre. Se non fosse stato per l'età e il diverso taglio di capelli, sarebbero stati identici: difatti, mentre Arthur passava più tempo a sistemarsi il ciuffo di lato, Cyriaque aveva legato i capelli lisci e biondi in un'elegante coda di cavallo; gli occhi grigi di quest'ultimo, dal medesimo taglio all'ingiù, erano nascosti da due lenti rotonde.

«Certo, signore», rispose lei.

«Per favore, chiamami soltanto Cyriaque», le chiese lui. «Quel "signore" mi fa sentire vecchio.»

Non che per Chandra fosse facile sentirsi dare del voi da un uomo coetaneo di suo padre, o poco più grande. Il che era strano: lei adorava essere appellata come Dame Noyer. Era un titolo elegante sulla lingua che la ergeva sopra gli altri, almeno con le parole. Ma, di sicuro, la ragione di quell'eccezione era da imputare alla famiglia di provenienza dell'uomo: i Leblanc la condizionavano troppo.

Come Acqua e FuocoWhere stories live. Discover now