17.2 Le Foyer

39 4 5
                                    

«Mi sento a disagio

Oops! This image does not follow our content guidelines. To continue publishing, please remove it or upload a different image.

«Mi sento a disagio.»

«Pure io.»

Prima di partire per la Normandia, in pieno pomeriggio, Arthur e Nova avevano previsto che l'arrivo improvviso di due incantatori palesemente di Héos avrebbe destato la curiosità di tutti; pertanto, al fine di confondersi fra la folla, avevano deciso di coprire le fronti immacolate con due capi: un berretto di cotone tirato fino alle sopracciglia per una e una bandana a scacchi rossi e neri per l'altro [*].

Solo che i due amici avevano trascurato un minuscolo dettaglio: Lénaïc Le Gall e i suoi seguaci erano stati epurati nel 1914, da allora nessuno aveva subito la stessa sorte – Chandra esclusa. Ai tempi antichi i fedeli del Cielo avevano ancor meno contatti con gli Altri, quasi li disprezzavano preferendo restare nel loro piccolo mando magico, quindi non c'era da stupirsi se a Le Foyer si erano mantenuti sulla stessa linea di pensiero.

Tanto erano stati dissociati dalla realtà ed esclusi dal progresso che la popolazione era rimasta cristallizzata nei primi anni del ventesimo secolo.

Avvolti nei loro giubbotti moderni, Arthur e Nova avanzavano lungo i ciottoli del viale principale con gli sguardi dei passanti addosso. Non potevano competere con gli abiti lunghi delle signore e i loro ombrellini, e neanche coi lunghi cappotti e i cilindri degli uomini.

E seppur tutto sommato le palazzine basse, con colori molto più tenui rispetto alle facciate di Héos, richiamassero la città degli incantatori del Sole, Arthur e Nova non potevano trovarsi più spaesati di com'erano a quel punto.

«Dai, sbrighiamoci a trovare quella Alhena Le Gall», s'affrettò Arthur. Fra i documenti relativi agli epurati raccati nell'archivio, i due amici avevano trovato anche il verbale dell'incontro tenutosi a gennaio con la moderna Dame Noyer, e lì avevano dato un nome a quella che finora era stata semplicemente etichettata come "la nipote di Lénaïc Le Gall".

Nova annuì e accelerò il passo insieme ad Arthur. Non avevano ben chiaro le modalità con cui avrebbero trovato una persona che nessuno dei due aveva mai visto, si stavano affidando all'istinto: Arthur scrutava ogni piccola eredità di Le Gall fra la gente – i colori, soprattutto – e Nova si era dichiarata convinta che l'Astro Creatore avrebbe dato loro gli indizi giusti.

Arthur si era dichiarato molto scettico sull'affidarsi a una divinità celeste, dato che fino a quel momento nessuna delle due si era rivelata di grande aiuto, ma dovette ricredersi pochi metri più avanti quando Nova si fermò davanti un tendone a strisce rosse e bianche di una brasserie.

Chez Al!, recitava l'insegna. E Al, fino a prova contraria, era un possibile diminutivo di Alhena.

Oppure erano solo i loro stomaci a supplicarli di mangiare qualcosa.

«Proviamo?» fece l'amica.

Arthur spostò lo sguardo dall'insegna alla porta in vetro a battenti. «Non è che abbiamo molta alternativa.» E picchiò il pugno contro la cornice in legno.

Come Acqua e FuocoWhere stories live. Discover now