10.2 Dame Noyer

184 15 120
                                    

«Chandra, sei sicura?» Cyriaque tentò di essere comprensivo, fallendo però miseramente a causa della rabbia ancora florida sul viso

Oops! This image does not follow our content guidelines. To continue publishing, please remove it or upload a different image.

«Chandra, sei sicura?» Cyriaque tentò di essere comprensivo, fallendo però miseramente a causa della rabbia ancora florida sul viso.

«Scusami», gli disse Chandra. «Ti ridarò al più presto il Libro Sacro che mi hai prestato.»

«Io non ci credo, non ci credo che stiamo mandando tutto all'aria per la Luna. Di nuovo.» Esther si prese la testa fra le mani. «Mio padre lo diceva sempre che il loro è un Ordine problematico, ma mai avrei immaginato fino a questo punto.»

A Chandra non sfuggì la smorfia fatta da Miranda, anche se non la seppe codificare. Cosa significavano quel nasino arricciato, quell'aria di sufficienza e il sobbalzo delle sopracciglia? Non erano da lei, che invece si mostrava sempre comprensiva e gentile.

«Anche mia figlia lo diceva sempre», commentò Antares Prigent, rimasto per la prima volta attento dall'inizio alla fine e con il cellulare spento. «Pensavo fosse semplicemente giù per la sconfitta di Artie. Io e Cyriaque sappiamo bene quanto i nostri figli, e Jesse, siano legati. Avrei dovuto darle retta.»

«Meglio non parlare di sua figlia, altrimenti ci addentreremmo in un discorso infinito», ribatté Chandra. Anche se, col senno di poi, sarebbe stato decisamente meglio sopportare i dardi avvelenati di Nova che la pugnalata di Jesse.

«Nova ci ha visto lungo su di te», la difese il padre.

«Be', diciamo che è facile crederle quando si vive solo nel mondo degli Altri», ribatté Chandra.

Antares affilò lo sguardo. «E non me ne pento, non me ne pento neanche un po'. Starti a sentire non vale un centesimo dei soldi che ho guadagnato questo mese.»

«Avete visto?» riprese Dundra, rivolto verso la Guardiana. «A loro basta una virgola fuori posto per oltraggiare il nostro Ordine. È sufficiente non piegarsi al loro Dio per far voltare le spalle alla Guardiana stessa, carica a cui sono sempre stati morbosamente attaccati e che, ironia della sorte, viene messa in discussione proprio quando ci siete voi, una fedele alla Luna, a occuparla.»

L'appunto di Dundra, fatto unicamente alla ragazzina, lasciò sgomenti tutti gli altri presenti. Chandra stessa rimase basita per qualche istante, pur avendo imparato a conoscerlo: anche in quel contesto, Dundra non mancava mai di rimproverarla. Ed era ironico che la capacità di esprimersi gli fosse tornata proprio per quello, ma non per difendersi.

L'unica che ribatté fu Esther, alterata. «Basta, mi sono stufata. Ora faccio vedere io a voi della Luna chi oltraggia chi e chi volta le spalle a cosa.» Si alzò in piedi e agguantò l'Accordo, il documento ufficiale, posto ancora davanti a Jesse. Iniziò a sfogliarlo rabbiosa, causando anche qualche orecchio di troppo alle pagine ingiallite. Nessuno, però, osò fermarla.

«Ah, eccola», dichiarò la consigliera, fermandosi al centro della rilegatura. «Sezione dedicata agli obiettivi comuni da raggiungere, con diritti e doveri annessi.» Pressando un po' troppo il dito sulle righe, Esther iniziò a leggere: «"Dopo un iniziale periodo d'assestamento, senza pressioni o mutamenti repentini, l'Ordine della Luna si impegnerà a condividere Acqua e Terra con l'Ordine del Sole, al fine di raggiungere il necessario Equilibrio Elementale."»

Come Acqua e FuocoWhere stories live. Discover now