5.1 Consiglio

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N.d.A. il capitolo è stato diviso in due parti SOLTANTO per la lunghezza. In realtà si tratta di un'unica scena.

Da quando aveva aperto gli occhi a quando era scesa in sala riunioni, Chandra Noyer si era sentita in una singola maniera: nervosa

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Da quando aveva aperto gli occhi a quando era scesa in sala riunioni, Chandra Noyer si era sentita in una singola maniera: nervosa.

Non era riuscita a mitigare il proprio umore in nessun modo: aveva tentato un bagno caldo e ben due shampoo, ma senza ottenere risultati; persino urlare contro una monaca, che aveva osato scambiare il suo latte macchiato col caffellatte di Jesse, era stato inutile.

E ora, a causa degli insuccessi mattutini, le toccava iniziare la riunione di Consiglio con una nube nera all'interno del petto.

Le era stato proposto di recarsi a Héos, poiché i consiglieri di norma si riunivano lì. Ma Chandra aveva rifiutato: si sentiva meno fuori luogo nel Tempio del Guardiano che nella cittadella del Sole.

C'era freddo in sala riunioni, quella mattina: l'inverno era particolarmente ostinato lì nel cuore verde della Bretagna, dov'era situato il Monastero. La maggior parte dei presenti non era riuscita a togliersi il cappotto, e la stessa Chandra stava soffrendo tutta raggomitolata nel cardigan di lana.

Avrebbe potuto chiedere di chiudere il finestrone tondo, o farlo da sola, ma era stata lei a ordinare di aprirlo e non avrebbe fatto un passo indietro solo perché aveva le dita delle mani intorpidite.

Chandra era già seduta a capotavola con la schiena rigida.

Aveva tentato, prima di lasciare i propri alloggi, di indossare i simboli da Guardiana, e aveva fallito: bardata di tutto punto si era vista ridicola, anziché potente. Soltanto la Corona della Luna le aveva dato l'idea di calzarle bene addosso, con forza e dignità, ma presentarsi unicamente con quella sarebbe stato irrispettoso verso l'altro Ordine.

L'unica sua speranza, adesso, era che il suo status da solo bastasse a conferirle l'autorità necessaria. Per favorirlo, aveva deciso di lasciare i capelli sciolti, sottolineando chi era e da chi discendeva.

I membri del Consiglio, nel mentre, conversavano fra loro in piedi in un angolo della stanza. Erano tutti, Guardiana compresa, in attesa di Jesse: difatti, l'assemblea avrebbe avuto inizio solo una volta arrivato il Reverendo del Sole, che era in ritardo.

Qualcosa – e quel qualcosa era l'improvvisa sparizione di Miranda – suggeriva a Chandra che il ritardo non fosse dovuto a un contrattempo urgente e impossibile da rimandare. E la cosa la mandava in bestia.

«Ciao, Chandra», salutò Cyriaque, interrompendo le sue lamentele interiori. «Posso sedermi?» Indicò la sedia alla sinistra della Guardiana.

Chandra gli sorrise. «Ciao. Certo, fai pure.»

Cyriaque, ottenuto il suo permesso, scostò la sedia da sotto al banco e vi prese posto. «Come stai?»

«Bene», mentì lei. «E tu?»

Come Acqua e FuocoWhere stories live. Discover now