5.2. Consiglio

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Cyriaque, che intanto la stava guardando, esordì d'un tratto con: «Léonie, avevi qualcosa da dire, se non sbaglio

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Cyriaque, che intanto la stava guardando, esordì d'un tratto con: «Léonie, avevi qualcosa da dire, se non sbaglio.»

«Certo, grazie per averlo ricordato.» La sedia strisciò sul pavimento e la seconda consigliera si alzò in piedi. «Buongiorno, Dame Noyer. Il mio nome è Léonie Dubois e mi occupo di tutto ciò che riguarda i giovani; istruzione e innovazione, particolarmente.»

La donna aveva lunghi capelli ricci, dello stesso colore del miele, e grandi occhi verdi evidenziati da guance rosee. Non raggiungeva neanche i quarant'anni, giudicando dal viso. E sembrava gentile, soprattutto.

«Buongiorno anche a lei», salutò Chandra. «L'ascolto.»

Léonie indicò Miranda. «Stai scrivendo, cara?»

Miranda le lanciò un'occhiataccia. «Certo, consigliera Dubois. Parli pure.»

«Perfetto.» Léonie sorrise e batté le mani. «Dame Noyer, sono lieta di poter parlare di questa faccenda con voi: finalmente verrò ascoltata da una vera fedele della Luna.»

Chandra aggrottò la fronte. «Che intende dire?»

«Sono anni che mi batto per fornire ai ragazzi un'istruzione elementale completa, ma non ho mai avuto modo di parlare con qualcuno del vostro Ordine e la situazione è sempre rimasta in stallo. Adesso che ci siete voi, però, è tutto diverso.»

Chandra si limitò a forzare le labbra verso l'alto, in una smorfia che di sorriso aveva ben poco.

«Ritengo sia necessario fondare delle scuole elementari miste, dove siano presenti sia insegnanti che studenti di entrambi gli Ordini», riprese la donna. Gli occhi le brillavano come smeraldi. «Come dico sempre, bisogna partire dai più piccoli per arrivare ai grandi.»

«E queste scuole vorrebbe aprirle a Héos?» chiese Chandra.

«Ovvio. Ai giovani della Luna farà bene conoscere nuove realtà. Poi, più avanti, potremmo valutare se includere ragazzini più grandi, magari pre-adolescenti.»

Si levarono mormorii di approvazione da ambo i lati. L'idea, con ogni evidenza, garbava a chiunque.

Anche Chandra, in verità, la riteneva una buona iniziativa: se fosse stata la Sacerdotessa della Luna, l'avrebbe proposta lei stessa al Guardiano. L'unica voce da rivedere sarebbe stata l'apertura degli istituti in territorio non neutrale, ma sul resto avrebbero potuto lavorare... se avessero avuto dalla loro delle condizioni favorevoli, s'intende.

«È interessante», iniziò Chandra. Le mani umide passavano nervosamente lungo il bordo del tavolo. «Ma i bambini del mio Ordine studiano in casa propria con istitutori scelti dai genitori. Al massimo, se le famiglie sono amiche, i figli possono riunirsi e seguire le lezioni insieme.» Si fermò un attimo e pressò i polpastrelli sul legno. «Per farla breve: non siamo abituati a frequentare scuole pubbliche.»

Come Acqua e FuocoTahanan ng mga kuwento. Tumuklas ngayon