4.2 Leblanc

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Chandra aveva atteso l'ingresso di Arthur con il cuore a mille

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Chandra aveva atteso l'ingresso di Arthur con il cuore a mille.

Era stata attenta a ogni più piccolo rumore: dai latrati di Bijou per tutto il giardino, al tintinnio delle chiavi gettate nel cestello all'ingresso, fino ad arrivare al rumore di passi in casa, che, anziché entrare in salotto come sperato, salirono al piano di sopra.

Ed era stato allora che Chandra, stanca di dover sottostare al suo silenzio, si era decisa a prendere in mano la situazione per entrambi e affrontarlo. Con o senza il suo permesso. Non se ne sarebbe andata da casa Leblanc senza ottenere il confronto che meritava, senza aver chiaro che destino avesse avuto il suo ti amo e il futuro della loro relazione – sempre che potesse definirsi tale, visto che non era mai davvero sbocciata.

Con una sfacciataggine che non sapeva di possedere, Chandra si era alzata in piedi e aveva chiesto a Cyriaque dove fosse il bagno: unica scusa credibile che non avrebbe spinto nessuno ad accompagnarla.

«Ultima porta a destra, subito dopo la camera di Artie», le aveva risposto Cyriaque.

Quel dettaglio non richiesto, benché molto utile alla ricerca, aveva raggelato il sangue di Chandra e l'aveva spinta a scappare più in fretta di quanto volesse. Per di più, Cyriaque le aveva fatto un veloce occhiolino che le aveva confermato che lui sapeva già dove lei era diretta, dunque qualche piccola voce sul figlio e la sua ex rivale gli era arrivata – complice anche la sceneggiata allo scontro che, purtroppo, aveva dato troppo spettacolo.

Chandra non era così spavalda da trattare l'argomento con lui, il padre del ragazzo che amava: quello era un problema di Arthur.

Adesso, era di fronte la porta della tana di Arthur, come l'ultima volta. Solo che, in quell'occasione, aveva ben chiara ogni parola da dirgli e nessuna intenzione di lasciarsi distrarre dal sesso.

Bussò.

«Papà, è aperto», disse Arthur, dall'altro lato.

Chandra esitò. L'aveva scambiata per un'altra persona: era un'opportunità da cogliere o il segno che dovesse andarsene? Scelse la prima ed entrò.

«Sono io, Chandra», si annunciò, chiudendo la porta alle proprie spalle e sigillandola, momentaneamente, con un incantesimo di Blocco; lo avrebbe rimosso non appena fosse andata via.

Arthur era al centro della stanza, di schiena, e si stava sfilando la felpa rossa. Alla vista del suo addome nudo, Chandra non poté fare a meno di ricordarlo sopra di sé. E arrossì.

No, nessuna distrazione.

Non appena Arthur incrociò il volto della giovane appena entrata, l'indumento gli rimase impigliato fra le braccia irrigidite.

«Che ci fai qui?» le chiese.

«Avevo bisogno di parlarti», disse Chandra. «Sono venuta a casa tua apposta per questo.»

Come Acqua e FuocoWo Geschichten leben. Entdecke jetzt