3.1 Sacerdoti

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Un raggio di sole colpì forte il viso pallido di una ragazza dormiente

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Un raggio di sole colpì forte il viso pallido di una ragazza dormiente.

Lei, a metà fra il mondo dei sogni e quello reale, si rigirò sul lato sinistro, dando le spalle alla luce molesta.

Strizzò le palpebre e cercò di costringere il corpo a rilassarsi di nuovo, senza però ottenere alcun tipo di successo: a ogni tentativo, la mente era sempre più vispa e il mondo attorno sempre più concreto.

No, per favore, non voleva svegliarsi adesso... e non in quel modo, soprattutto.

Spese un abbondante paio di minuti ad agitarsi fra le coperte prima di arrendersi alla realtà: il sonno l'aveva del tutto abbandonata. E il suo mandato era appena cominciato.

Chandra si distese sulla schiena e spalancò le braccia, guardando il soffitto bianco. Non fu difficile identificare dove fosse: la poca familiarità della camera era inequivocabile.

Si mise seduta e stropicciò gli occhi assonnati; la coperta le scivolò lungo il petto e andò ad adagiarsi sulle gambe incrociate.

Ricapitolando, cos'era accaduto il giorno precedente? Al tramonto aveva affrontato Arthur, alla sera era stata consacrata Guardiana e durante la notte si era dedicata un po' a se stessa; poi, per concludere, aveva deciso di mandare un messaggio.

Abbassò le mani e guardò a destra, oltre il vetro che la separava dal balconcino.

Arthur non le aveva risposto... non aveva risposto al suo ti amo. Ed era impossibile che lo avesse fatto ma che Chandra, nel pieno del sonno, non se ne fosse resa conto: era stata in allerta per tutta la notte scattando a ogni minimo rumore.

Sbuffò e tornò a fissare le lenzuola, aggrovigliate.

Non voleva neanche pensare alla possibilità che lui l'avesse ignorata: sarebbe stato troppo dolorosa da accettare. Però, al medesimo istante, non c'erano poi tante altre spiegazioni alternative. O quella o Chandra aveva sbagliato l'incantesimo, disperdendolo nell'Aria.

Forse avrebbe dovuto mandargliene un secondo, per sicurezza, e avere la conferma definitiva a una o l'altra ipotesi.

Fece per unire le mani a coppa sulle labbra, posizione richiesta dall'incanto d'Aria, ma cambiò idea qualche secondo dopo e bloccò il movimento sul nascere. 

No, non aveva senso cercare il contatto in quel modo, che già si era dimostrato fallimentare: il rapporto con Arthur andava ridiscusso faccia a faccia, senza nascondersi dietro a un incantesimo. 

L'unica cosa che Chandra poteva fare, adesso, era attendere che si presentasse l'occasione perfetta per incontrarlo, quella che giustificasse lei agli occhi della Luna e che, al contempo, non permettesse ad Arthur vie di fuga.

Sarebbe stato complesso, visto che da quel giorno la Chandra Guardiana avrebbe dovuto avere l'assoluta priorità, ma non impossibile. D'altra parte, superare le divergenze e tornare ad amarsi era interesse di entrambi, sia di Chandra sia di Arthur, no?

Come Acqua e FuocoWhere stories live. Discover now