𝗌𝖾𝗍𝗍𝖾.

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Teeth - 5 Seconds of Summer
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«Sei serio? Midoriya, perché non hai bussato?» domandó Uraraka al ragazzo alzandosi e sbattendo le mani sul banco, attirando così l'attenzione di buona parte degli loro compagni.
Era una delle poche volte, se non una delle prime, che confidava fatti personali a qualcuno. Provava una strana sensazione, ma anche se non conosceva molto quella ragazza con cui aveva maggiormente parlato a scuola sentiva di potersi fidare. Sperava di non restarne deluso come era già accaduto in passato; in fondo, neanche le altre sembravano cattive persone, ma si sono inaspettatamente rivelate con lo scorrere del tempo. Non necessariamente ci si rivelava mostrando il proprio lato peggiore, questo Izuku non lo aveva mai messo in dubbio, ma nessuno gli aveva mai mostrato tratti positivi di sé oltre quelli che normalmente venivano mostrati.

«Se lui venisse a bussare alla porta del mio appartamento, non riesco neanche ad immaginare che figura ci farei» rispose immediatamente il verde, ricevendo una risposta nel giro di pochi secondi. «Fare figure di merda fa ormai parte della mia routine, ti ci abituerai. - affermó decisa la castana - La prossima volta che ti passa per la testa un pensiero del genere non esitare»

Midoriya non sapeva che dire, pensava che troncare la conversazione in quel modo fosse la scelta migliore. Inoltre, non sapeva perfettamente come rispondere, motivo per cui si limitó al silenzio, mentre la ragazza, affiancata da Asui, non smetteva di fissarlo, probabilmente in attesa che dicesse qualcos'altro. Tuttavia, a salvarlo da quella situazione fu la campanella che suonó, annunciando la fine della ricreazione e l'inizio della terza ora, che per la sua classe era quella di educazione fisica.

«Buongiorno» esordì il docente entrando in classe, facendo cenno agli alunni di accomodarsi nuovamente, poiché si erano alzati in segno di accoglienza e rispetto nei confronti dell'adulto, che in seguito affermó: «Spero ricordiate dove si trovano gli spogliatoi; vi dó cinque minuti per prepararvi, ci vediamo in palestra» al che tutti drizzarono in piedi, per poi recarsi nel primo posto da egli citato.

Inaspettatamente, tutti rispettarono il tempo indicato, persino le ragazze, che lasciarono spiazzati i ragazzi. La palestra, però, era occupata; un'altra classe era impegnata con la medesima materia, ma fortunatamente lasciava libera una porzione dell'enorme stanza.
«Mi pare di averlo già spiegato, a volte potremmo trovarci a fare lezione con altre classi; ma non preoccupatevi di loro, non vi disturberanno e voi farete lo stesso. Ora correte, è il momento del riscaldamento» e così fecero, eseguendo l'ordine appena stato dato. Se fossero stati soli, il docente avrebbe messo la musica come era solito fare, rendendo le sue ore maggiormente movimentate e facendo così divertire i propri alunni, ma non voleva disturbare le altre classi che, come la sua, stavano facendo lezione.

«Basta così, disponetevi qui di fronte a me; distanziatevi l'uno dall'altro e prestate attenzione»
Mostró loro semplici esercizi di stretching che avrebbero dovuto ripetere ogni volta che, in sua presenza, avessero messo piede in quella palestra in orario scolastico.
Si chiamava Cementoss ed insegnava in quella scuola da diversi anni, ormai. Era un docente molto serio se si trattava di lavoro o questioni importanti, ma al contempo stesso un uomo di gran cuore che si preoccupava per chi lo circondava e si prendeva cura di chi riteneva speciale. Apparentemente sembrava alquanto severo, che non aveva mai negato di essere, ma col tempo ci si rendeva facilmente conto di che tipo di persona fosse davvero. I suoi studenti lo amavano, ma spesso egli si domandava se meritava tutta la stima e l'ammirazione che quei ragazzi provavano guardandolo. Si sentiva un eroe, anche se era più che consapevole di essere uno come tanti; quello di essere come gli Avengers era solo un vecchio sogno, uno di quelli che sviluppi da bambino, quando pensi che cose del genere esistano davvero, ma poi ne resti deluso quando, crescendo, ti rendi conto che è tutta una finzione.

𝐈𝐥 𝐦𝐢𝐨 𝐯𝐢𝐜𝐢𝐧𝐨 𝐝𝐢 𝐜𝐚𝐬𝐚 | 𝖳𝗈𝖽𝗈𝖽𝖾𝗄𝗎Where stories live. Discover now