trentaquattro.

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Highway to Hell- AC/DC
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Al suono della campanella, Izuku si alzó e si diresse alla porta, fermandosi sullo stipite ad osservare il viavai di studenti tra i corridoi in quei minuti di pausa, seguito da Uraraka.
«Mh, senti,», richiamó la sua attenzione. «per quanto tempo ancora credi esisteranno i pregiudizi sugli omosessuali?»
«Perché questa domanda?»
«Pura curiosità»
«Credo sia sempre esistita e continuerà per sempre ad esistere, anche perché non tutti hanno la stessa visione su argomenti simili. Magari per noi non c'è niente di male nel vedere persone dello stesso sesso amarsi, ma non tutti la pensano così. Io, ovviamente, sono dalla parte della 'diversità', anche se non è giusto chiamarla così», spiegó brevemente, facendo sorridere Izuku.
«Se ti dicessi che sono diverso?»
«Ti direi che l'avevo capito e che ti ho sempre accettato e continuerò a farlo», disse abbracciandolo, e il verde approfittó di quel momento di vicinanza al suo orecchio per sussurrarle: «Io e Shoto stiamo insieme»
«COOOOOSA?»
«Cosa cosa?», domandó una voce perfettamente conoscibile alle sue spalle.
La castana si voltó, alla ricerca dello sguardo di Todoroki, affiancato in quel momento da Bakugo e Kirishima.
«Midoriya, mi stai dicendo che voi - gli indicó - siete una co-»
«Si, si, esatto, ma non urlare»
«LO SAPEVO, LO SAPEVO! ASUI, HO VINTO LA SCOMMESSA», entró saltellando in classe, in direzione della compagna.
La solarità di quella ragazza era speciale. Riusciva a coinvolgere tutti e a strappare sempre un sorriso a chiunque la circondasse, e Izuku la adorava, le voleva davvero un mondo di bene.

Afferrata in seguito la sua mano, Todoroki lo avvicinó a sé e gli chiese di seguirlo, trascinandolo in quel posto appartato della scuola dove si erano scambiati uno dei loro primi baci.
«Devo parlarti», disse, ricevendo in risposta uno sguardo interrogativo. «Mio padre» bastó dire per irrigidire il verde e spegnere la luce splendente che brillava nei suoi occhi.
«Ho intenzione di mettere un punto a questa storia una volta per tutte, voglio dirgli di me, di noi; e intendo farlo oggi»
«Non devi rischiare tutto questo per me»
«Non è solo per te, Izuku. Da quando sono nato, non fa che trattarmi come un burattino e farmi fare ciò che crede sia meglio per me, ma pensando solo a sé stesso. Non mi ha mai trattato come un figlio, ma come una macchina pronta a soddisfare ogni suo bisogno, e lo sai, l'hai visto. Sai perché gioco a pallavolo?»
E Izuku negó.
«Perché, da giovane, lui era tra i giocatori più forti di sempre, ma non è riuscito a raggiungere la vetta. Quindi vuole che sia io a farlo, a portare a compimento ciò che lui non è riuscito a fare. È un caso, forse fortuna, che io ami questo sport, perché se non fosse per questo avrei già mollato»

«Voglio fare le mie scelte, e non che sia lui a farle per me. Sono anni che tutti me lo dicono, ma non ho mai avuto forza a sufficienza per farlo», continuó a spiegare con lo gli occhi di Izuku puntati nei suoi. «Voglio prendere in mano la mia vita, quindi si, lo faccio anche per noi. Voglio stare con te, e non sarà quell'essere malvagio ad impedirmelo», concluse accarezzandogli delicatamente le guance, percorrendo il percorso che le sue lentiggini formavano.
«Io verrò con te», rispose prontamente Izuku.
«Non se ne parla, non rischierai per me»
«Verrò con te, Shoto»
«Ho detto di no»
«Non lo ripeterò un'altra volta»
«Ti prego, non rendere le cose più difficili di quel che già sono», la voce bassa e rotta, quasi volesse piangere, lo sguardo puntato a terra.
«Lasciami venire»
«Non essere sempre così testardo!», esclamó alzando la voce, facendo sobbalzare appena il verde per lo spavento, che immediatamente distolse lo sguardo, decidendo così di andare via.
«Io verrò con te, che tu lo voglia o no», disse prima di voltare l'angolo e sparire dal suo campo visivo.

«Izuku, ti prego...», lo chiamó ancora, questa volta a sguardo basso, prima che potesse entrare in classe. «Non voglio coinvolgerti in questo inferno»
«Shoto, - gli si avvicinó - quando me ne sono andato, hai detto di non volermi far entrare in questa parte del tuo mondo. Ma se non ci entro, se non mi permetti di aiutarti, come possiamo essere davvero una coppia?»
«Io-»
«Non devi fare sempre tutto da solo, non lo sei»

𝐈𝐥 𝐦𝐢𝐨 𝐯𝐢𝐜𝐢𝐧𝐨 𝐝𝐢 𝐜𝐚𝐬𝐚 | 𝖳𝗈𝖽𝗈𝖽𝖾𝗄𝗎Where stories live. Discover now