Prologo

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Dentro una goccia di rugiada, accoccolata comoda sulla foglia che spiava da dietro la finestra del mio accomodante balcone, avevo visto il riflesso di una donna che non volevo essere e che forse mai sarei stata. Sotto schiaffo di una madre che regnava il suo popolo già da prima che nascessi, trovavo i modi più facili per evadere da quella vita che mi sarebbe stata ceduta senza che io ne avessi chiesto la custodia.

Avrei avuto un impegno da portare avanti con la serietà che non sapevo quanto avrei mantenuto, un marito che non aveva scelto il mio cuore e un figlio che avrebbe continuato a collegare i pezzi di una catena che non si sarebbe mai potuta spezzare.

Ero una principessa, figlia di un Re defunto e mai conosciuto e una Regina che mi aveva privata del mondo tenendomi gelosamente custodita nel suo regno. Perché non era poi uno sbaglio identificarlo così: seppur fossi anche io padrona per metà, sapevo far tutto men che meno dare ordini a chi avrebbe avuto il dovere di assecondare ogni mio capriccio.

Ma io volevo solo vivere, vedere il mondo oltre la siepe ai piedi del palazzo, annusare il profumo del vento cittadino e ascoltare il suo chiacchierare per le strade. Per paura o dispetto, che sia uno meno dell'altro, non mi era permesso oltrepassare quel cancello che i miei occhi vedevano così lontano. La mia finestra affacciava proprio al suo ingresso, quel ferro battuto risplendeva sotto la forte luce del sole, sembrava essere una punizione l'aver dato a me la stanza che lo vedesse nel suo pieno miraggio. E non perdevo mai un giorno della settimana a chiedermi come sarebbe stata la mia vita se fossi nata in una famiglia diversa dalla mia, che rapporti avrei avuto con mio padre e quali regole mi avrebbe raccomandato mia madre.

Forse sarei riuscita persino a farmi delle amiche con cui parlare di qualunque cosa, andare in una scuola pubblica e legarmi ad una materia da seguire fino alla fine del college, frequentare qualche locale e cantare a squarciagola nei karaoke, trovare un lavoro adatto alle mie competenze o addirittura scegliere da sola di chi mi sarei dovuta innamorare, magari sposarci e avere una famiglia numerosa. Ma la realtà era ben diversa dai sogni ad occhi aperti che ero brava farmi quando il sonno scansava la mia stanchezza, quando la notte i miei occhi giocavano a rincorrere le stelle e il giorno aspettavano solo di rivederle ancora per evitare di dormire.

Desideravo solo che mia madre capisse quanto fondamentale fosse per me avere più libertà, conoscere il mondo che lei stessa mi aveva vietato non accorgendosi di quanto distruttivo fosse. La ribellione che pervadeva in me stava trasformandosi in qualcosa di molto di più di uno stupido obbedire agli ordini di una Regina, avrei fatto qualunque cosa per cominciare a vivere anche a costo di sbagliare o finire reclusa a vita.

Ero convinta che un giorno mi avrebbe capita e perdonata, forse lo avrebbe anche accettato, ma io non ero adatta a portare una corona sulla testa come faceva lei, non l'avrei resa orgogliosa nell'essere la perfetta erede che ogni regno o popolo meritava, non avrei mai sposato un uomo che non aveva scelto il mio cuore e non avrei dato a quella poltrona un figlio sopra cui si sarebbe potuto sedere.

***

Era da un bel po' che non scrivevo più su questa piattaforma. Un po' per lavoro, che occupa gran parte del mio tempo, un po' perché lavorare su qualcosa di più grande richiede la sua totale concentrazione e dunque ho abbandonato il piacere di scrivere su Wattpad.
Ma da oggi voglio ricominciare a farlo, perché è giusto nel suo piccolo, perché ricordo quanto fosse piacevole, perché mi piace e mi diverte.
Dunque spero che la mia storia possa piacervi tanto quanto è piaciuto a me scriverla, ora desidero solo condividerla con voi.
Baci baci, G.

Princess on the runDonde viven las historias. Descúbrelo ahora