Capitolo 16 - Liam

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Era passato un po' di tempo da quando avevo sentito l'acqua della doccia non scorrere più, ma Louisa non era ancora uscita dal bagno e dal salone la sentivo borbottare qualcosa. Non riuscivo a capire ciò che stava dicendo, di tanto in tanto faceva degli strani rumori e poi arrivò il suono della lavatrice messa in funzione. Non era il solito scatto, sembrava di più qualcosa che si stava rompendo.

Corrugando la fronte e alzandomi dal divano, mi avvicinai alla porta bussando due volte:"Ehi Lou, va tutto bene?" Avvicinai il mio orecchio:"Sei lì dentro da un po', è successo qualcosa?"

"No tranquillo va tutto bene, tra poco esco". Ma a me non sembrava andare niente bene, considerata la sua voce palesemente agitata:"Dannazione, fermati!"

Disse seguito da un leggero grido.

Mi preoccupai:"Lou, cosa sta succedendo? Ti ho appena sentita gridare"

"Non è niente", ripetè aumentando il grado di panico.

Cercai di accettare il fatto che forse mi stavo solo facendo qualche stupida paranoia. La mia intenzione era quella di lasciar perdere e tornare sul divano ad aspettarla ma quando feci un passo indietro, le mie pantofole erano completamente inzuppate.

"Ma che diavolo", dissi sussurrando. Bussai ancora, questa volta con più insistenza:"Diamine Lou, sta uscendo dell'acqua da sotto la porta", e c'era anche della schiuma insieme ad essa.

"Ho avuto un piccolo incidente con la doccia", la sentivo armeggiare contro qualcosa.

Non me la bevevo, dovevo vedere con i miei occhi cosa stava combinando:"Lou, fammi entrare".

"Prometti di restare calmo?" La sua voce agitata si spense accendendo il suo tono dolce e mite.

"Promesso", sospirai senza farmi sentire.

"E che non ti arrabbierai con me".

Nel frattempo l'acqua stava continuando a camminare indisturbata raggiungendo il piede della lampada.

"Lou per favore, aprimi".

Quando mi aprì la porta avrei voluto che i miei occhi potessero fermarsi su di lei e sulla sua camicia diventata quasi trasparente a contatto con l'acqua.

Le stava abbastanza lunga da coprirle la nudità ma non il giusto per non mostrarmi le sue gambe lisce e bianche come il suo viso. Ancora una volta la sua delicata bellezza aveva rovistato nel mio stomaco per renderlo feroce e spietato, ma la mia attenzione, per fortuna o altro, dovette spostarsi su ciò che aveva alle sue spalle: una nuvola di schiuma cresceva ogni secondo sempre di più arrivando per poco al soffitto.

Svuotai gli occhi da ciò che occupava la mia voglia di vedere, accorgendomi che l'acqua e il sapone arrivavano dalla lavatrice:"Dobbiamo staccare l'interruttore", le dissi.

Nel raggiungere la spina e tirarla via, scivolai sul pavimento lasciandomi sommergere dalla nuvola di schiuma.

Louisa si mise a ridere:"Oddio Liam, ti sei fatto male?"

Per avvicinarsi a me, cadde di peso sul mio corpo ancora sdraiato permettendomi di rivivere ancora per una volta la stessa scena del nostro primo incontro. Sembrava che qualcuno volesse fare in modo che i nostri corpi si toccassero e fin troppo spesso, ma seppur volessi che qualcosa succedesse non ero capace di muovermi di fronte a quel suo viso. Richiamava tutto ma allo stesso tempo allontanava il resto, anche se non lo diceva, anche se forse era solo una mia stupida impressione. Sapevo per certo che non avrei fatto nulla senza il suo consenso, un segnale che probabilmente non sarebbe arrivato e che mi avrebbe lasciato con il magone allo stomaco per il resto dei miei giorni.

Princess on the runWhere stories live. Discover now