Capitolo 22 - Liam

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Lo stavo facendo e sapevo quanto fosse sbagliato, quanto questo mi rendesse un uomo a metà, Louisa era nascosta sotto il mio letto ed io l'avevo vista ma non avevo resistito ai miei impulsi, al corpo nudo di Tanya che richiamava il mio.

La stavo baciando e lei stava facendo di tutto per arrivarmi dentro, sentivo il suo calore riscaldare le mie ossa e le sue voglie far danzare la mia libido. In un attimo, un solo istante, avevo perfino visto quel suo volto pallido al posto dell'olivastro della mia donna. Questo aveva spinto il mio bacio ad essere più vorace, impazzita era la mia mente a pensarla quando non dovevo eppure non stavo facendo nulla per evitarlo.

Volevo che davanti ai miei occhi ci fosse ancora lei nonostante sapessi che non era reale.
Avevo spinto il corpo di Tanya a sdraiarsi sul letto, cercavo di tacere per paura che la mia bocca pronunciasse un nome che non fosse il suo. Avevo avanzato di un solo passo e le avevo allargato le gambe per guardarla meglio nella sua piena bellezza.

"Ti prego... prendimi, ti voglio".

Tanya stava ansimando quando mi ero spinto ad annusare la pelle delle sue cosce carnose, sapevano di salato e gelsomino.

E quando il mio naso stava raggiungendo il punto del suo piacere, qualcosa mi spinse a fermarmi.

"Scusami, possiamo farlo un altro giorno?"

Mi guardai i piedi dove le stringhe delle mie scarpe erano state slacciate e la mano di Louisa era scomparsa rapida sotto il letto.

"Qualcosa non va?" Domandò Tanya mettendosi seduta.

La mia mente aveva iniziato a vacillare con la speranza di ritrovare la lucidità persa fra le sue gambe adesso chiuse.

Allungai il braccio verso di lei invitandola a lasciare il letto:"Possiamo parlarne in cucina?"

Prima che potesse farlo lei, raccolsi la giacca che aveva maliziosamente lasciato scivolare a terra e solo quando lasciò la stanza mi piegai per guardare Louisa sotto il letto. Le voltai le spalle con la consapevolezza di averla resa partecipe di un gioco sporco al quale lei non avrebbe voluto farne parte.

Quando andai in cucina Tanya era seduta, stava bevendo un sorso di caffè e stava seguendo attentamente i miei movimenti fin quando non mi accomodai di fronte a lei.

"Allora, di cosa volevi parlarmi?"

Mi feci serio:"Perché non hai chiesto ai ragazzi di cambiare la lampadina?"

Tanya alzò gli occhi al cielo:"Non vorrai pagare quella ragazza solo perché ti pulisce il bagno?!"

"Sai benissimo che è compito nostro non suo, lei è appena arrivata", ero nervoso.

Dopotutto non lo sapevo neppure io perché i miei sentimenti cambiassero così velocemente quando si trattava di Louisa.

"Perché ti scaldi così tanto?" Il suo tono era annoiato e privo di risentimento.

"Perché ieri si è ferita ad una mano", sbottai serrando le mascelle:"Da oggi in poi sarò io l'unico a dare ordini".

Tanya si alzò lasciando strisciare rumorosamente la sedia sul pavimento:"Hai dimenticato le condizioni stabilite per quella ragazza?"

"Questo non è stato un suo errore", le feci notare.

"Sarà pure così ma se non è stata capace a cambiare una lampadina allora non sarà capace a fare nulla", si avviò verso la porta:"Peccato, questo doveva essere un buon giorno e tu lo hai rovinato", si chiuse la porta alle spalle senza darmi il tempo di rispondere.

E forse non lo avrei neppure fatto, il mio pensiero attuale era quello di recarmi in stanza e lasciare che Louisa mi dicesse quanto ci fosse rimasta male per ciò che stavo facendo. Ma non lo aveva fatto, aveva taciuto eppure io non avevo il coraggio di guardarla, sapevo che se avessi incrociato il suo sguardo il mio mondo sarebbe crollato ed io insieme a lui.

Princess on the runWhere stories live. Discover now