Capitolo 13 - Ellie

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Andrew e Liam mi avevano raggiunta poco dopo mentre Sylvio e gli altri erano andati già via, lasciandoci da soli a bere dell'altra birra in compagnia delle chiacchiere sui clienti strani che giornalmente trovavano conforto in una tazza di caffè. Io ero ancora al primo bicchiere, ne avevo bevuto meno della metà quando la schiuma si era completamente dissolta dando a malapena la frizzantezza che la birra aveva da appena versata.

"Tu non sei una bevitrice abitudinaria, vero?" Osservò Andrew.

Mi strinsi nelle spalle:"Non proprio, bevo ogni tanto". Ennesima bugia nel giro di una giornata.

"Stai tranquilla che se continuerai a venire nel mio garage, diventerai spugna come noi", rispose sorridendo.

Andrew probabilmente era già alla terza bottiglia mentre Liam era a metà della seconda, sembrava per loro come bere dell'acqua. Al contrario di come mi ripeteva mia madre, non erano arrivati al punto di non riuscire a dire più alcuna parola di senso compiuto o compiere azioni pericolose e del quale non avrebbero avuto memorie il giorno successivo.

"Continui ad essere estremamente esagerato", esordì Liam.

"E tu ti ostini a fare davanti a Louisa la figura dell'uomo d'un pezzo", punzecchiò Andrew:"O hai dimenticato di quando ti sei completamente spogliato e hai corso nudo per le strade gridando di essere l'uomo invisibile?"

"L'uomo invisibile?!" Scoppiai a ridere.

Liam mi guardò con un leggero imbarazzo in quel sorriso appena accennato:"Era il giorno del mio compleanno, probabilmente ".

"Lo era e tu hai bevuto tutto ciò che ti capitava sotto il naso", continuò Andrew.

"Cavolo Andrew, doveva essere un segreto". Liam si grattò la nuca lanciandomi uno sguardo alla ricerca di salvezza, avrei voluto aiutarlo se solo avessi avuto qualcosa da raccontare per sviare l'attenzione.

"Non penso che Louisa si sia scandalizzata, vero?"
Feci cenno di no con il capo riducendo la mia risata in un leggero sorriso:"E dimmi, tu hai mai fatto qualcosa di imbarazzante?"

"Andrew, non mi sembra il caso di chiederlo". Lo rimproverò Liam.

"Qualcosa di imbarazzante", ci pensai e dovetti farlo seriamente:"Una volta ho indossato le scarpe di mia madre e correndo per tutta la casa sono caduta davanti ad una guardia".

"Cosa ci faceva una guardia a casa tua?" Chiese Andrew.

Lo guardai cercando un modo veloce per tamponare il mio aver detto qualcosa che non dovevo:"Mio padre si era fatto tanti amici ai tempi del militare, ogni tanto venivano a trovarlo". Inventai:"E tu invece? Cos'hai fatto di così tanto scandaloso?" Sviai l'attenzione su di lui.

"Oh si Andrew, dì a Louisa ciò che hai combinato quella volta". Lo stuzzicò Liam con tono ironico.

"E va bene, ma non dovrai dirlo a nessuno".

"Sarò muta come un pesce", giurai.

Lo vidi prepararsi con un gran respiro:"Era una sera qualunque, situazioni simili ne vivo così tante da aver perso il conto, mi trovavo in un locale qualsiasi a bere una birra in compagnia di me stesso. Avevo adocchiato una donna, bella, alta, due tet...", mimò con le mani la forma di un seno importante.

"Evita i dettagli, abbiamo una signora fra noi". Liam lo interruppe abbassandogli le braccia.

Andrew tornò a guardarci:"La invitai a bere qualcosa prima di accompagnarla a casa, mi sembrava scortese farla andare via da sola così mi invitò a salire e allora che fai? Non sali? Bene, una volta entrato nel suo appartamento bevemmo un'altra birra e tra un sorso e l'altro finimmo nella camera da letto", si fermò di colpo.

Princess on the runWhere stories live. Discover now