Capitolo 1 - La Regina Dianne

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"Come sarebbe a dire che mia figlia non è nelle sue stanze?"

"Mi dispiace sua maestà, ero entrato a portarle la colazione ma lei non c'era", disse Mr. Gustav non guardandomi negli occhi.

Iniziai a respirare affannosamente:"Hai controllato nel bagno?"

Mr. Gustav tossì fintamente:"No, mia Signora".

"Avresti dovuto", lo rimproverai.

"Mi dispiace sua maestà, non mi permetterei mai di entrare in bagno della signorina principessa senza il suo permesso". Il suo sguardo si fece lievemente più serio di quanto già non fosse:"Ma ho bussato".

"E allora?" Lo incalzai impaziente.

"Nessuna risposta, mia Signora".

Chiusi gli occhi qualche istante, un capogiro mi colpì quando fui pronta ad aprirli di nuovo. Una mano portata sulla fronte era il chiaro segno di uno squilibrio mentale dovuto alla scomparsa improvvisa di mia figlia, lei che da qui non era mai uscita adesso chissà dove si trovava.

Cercai di riprendermi dall'apnea istantanea che la notizia mi aveva provocato, tornando a respirare faticosamente. Dovevo sedermi, avevo il vago sospetto che un secondo in più alzata e sarei crollata a terra in balia di uno svenimento perpetuo.

Mi accomodai sul trono rivestito in pelle rossa, come il colore preferito della mia bambina, sorreggendomi la testa con la mano pensavo e ripensavo a cosa le sarebbe potuto succedere.

E se qualcuno l'avesse rapita?

Non lo escluderei di certo, eravamo una famiglia regale e ben esposti, non tutti ci amavano come avrei voluto e non mi sorprenderebbe se qualcuno l'avesse portata via dal palazzo per ricattarci. Era già successo, tanti anni fa, un uomo pazzo nella folla si era gettato davanti la parata con le braccia aperte e aveva urlato di aprire il fuoco se non gli avessimo dato tutti i nostri soldi.

Avevo al mio fianco i migliori uomini dell'arma inglese, anime dal sangue freddo e senza paura del popolo traditore, ma lei no. Non avevo mai pensato ad affidarle uno dei miei uomini perché non lo ritenevo opportuno, sapeva perfettamente che senza la mia presenza non poteva uscire né tanto meno senza il mio consenso e non da sola. Con lei c'era sempre Mrs. Gisy, la sua nutrice, la sua affidabile dama di compagnia, la sua più cara confidente e amica, ma questa mattina non era di servizio al palazzo. Un giorno a settimana le concedevo il suo meritato riposo, aveva anche lei una famiglia da sfamare ed era giusto tornasse da loro ma adesso mi sentivo infuriata dal fatto che le avessi concesso di farlo proprio oggi.

Mi fermai un secondo cercando di riportare i miei pensieri al loro giusto posto, Mrs. Gisy non c'entrava niente con la scomparsa di mia figlia ed io la stavo rimproverando ingiustamente.
Ero certa che mi avrebbe capita se le avessi urlato contro di persona, ero in preda al panico e me ne stavo rendendo seriamente conto.

"Sua maestà, si sente bene?" Domandò Mr. Gustav avanzando di un passo.

Lui invece era il mio fedele portavoce, un caro amico del mio ormai defunto marito, l'eredità umana migliore che potesse prematuramente lasciarmi. Io e Dustin ci sposammo molto giovani, un matrimonio combinato come si usava fare ai nostri tempi e che mandavo avanti ai giorni odierni. Ricordo che fui contraria, non lo conoscevo, il mio cuore era impegnato a struggersi per un altro uomo che non faceva parte del mio stesso rango.

Princess on the runWhere stories live. Discover now