Capitolo 15 - Ellie

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Dopo essere stata convinta ad andare a casa di Liam per questa notte, sentivo che ciò che più desideravo mi stava poco a poco raggiungendo. Volevo vivere una vita senza obblighi, senza doveri e soprattutto senza corona. Non l'avevo scelto io di essere la figlia della regina, di vivere da principessa, io volevo essere semplicemente Ellie.

Ma non potevo, se volevo dovevo trovare il modo di farlo ed era ciò che stavo facendo già da questa mattina. Non sapevo quanto sarebbe durato però, certo era che mia madre non avrebbe permesso che questa mia libertà durasse a lungo ma volevo godermi ogni singolo minuto senza dover pensare a quando non avrei potuto più farlo.

Arrivata all'appartamento di Liam non vietai ai miei occhi di curiosare indisturbati, con il potere nelle pupille di avere sotto osservazione tutto ciò che rendeva la casa raffinata e ben arredata. Non aveva un vero e proprio ingresso, dove apriva la porta iniziava un ampio salone ammobiliato di divano in pelle nera, lampada da terra, tavolino in cristallo poggiato sopra un tappeto rotondo, un maxi schermo e una pianta le cui radici erano nascoste dentro un'anfora di ceramica decorata di blu. La camera da cui mi aveva appena accompagnata presentava un armadio le cui tre ante erano a specchio, due comodini per lato e un baule contenitore posto alla pedata del letto, un quadro lungo sopra la testiera e una finestra sulla parete a destra.

"Puoi dormire qui, questa notte". Mi disse mentre afferrava dall'armadio una coperta e un cuscino.

"Tu dove dormirai?"

Mi sentivo dispiaciuta: gli ero finita addosso, avevo rubato un portafogli, preso il posto di lavoro nel suo locale e adesso avrei occupato il suo letto.

Liam mi sorrise:"In soggiorno, il mio divano è abbastanza comodo".

Cominciai a giocherellare nervosamente con le dita:"Potrei andare io così tu puoi dormire nel tuo letto".

"Neanche per sogno", mi fece l'occhiolino:"Ah, se vuoi fare una doccia il bagno è da questa parte".

Mi indicò la prima porta sulla destra dove iniziava il piccolo corridoio, mi stava lasciando il modo di sentirmi come a casa mia e questo mi rendeva felice e meno un peso.

Ma poi ci pensai bene quando i miei occhi sfuggirono rapidi sul mio corpo:"Vorrei tanto ma..."
"Ma?"

"Non ho niente da mettermi", dissi tra i denti.

Cavolo, ero scappata dal palazzo senza portare dietro una cambiata e di sicuro fare una doccia significava indossare qualcosa di pulito che non avevo.

Liam cominciò a rovistare fra le sue cose porgendomi infine una camicia azzurra:"Questa dovrebbe andarti bene".

Afferrandola lo ringraziai e mi chiusi in bagno.
Fare la doccia nel regno significava avere qualcuno che la facesse al posto tuo, che metteva il sapone sulla tua pelle senza che dovessi farlo tu, lavava e massaggiava i capelli per minuti interi e alla fine ti aiutava ad asciugarti e vestirti. Adesso ero da sola sotto il getto dell'acqua a toccarmi la pelle con il palmo della mia mano, ad avvolgere l'asciugamano intorno al mio corpo in attesa che si asciugasse e aspettare quanto bastava per potermi rivestire. La camicia che mi aveva dato Liam mi arrivava poco sopra il ginocchio e mi sentivo completamente nuda in confronto agli abiti rigorosamente lunghi fino alle caviglie che ero solita indossare.

Raccolsi i miei vestiti sporchi da terra e guardai la lavatrice accanto al lavandino, girai e rigirai per capire da dove si aprisse scoprendo l'apertura in alto. Ci gettai dentro tutto ciò che avrei dovuto lavare, compresa l'asciugamano con il quale mi ero avvolta.

Tra i tanti prodotti trovai quello che sembrava essere adatto ai vestiti, era una polvere bianca che sfidò a pieno la mia conoscenza in fattore di elettrodomestica. Non ne sapevo nulla di questi aggeggi, se ne erano sempre occupate le serve.

"Allora, dov'è che vai messo tu?" Iniziai a parlare con me stessa, magari farlo mi avrebbe aiutato:"Ah ho capito, forse va messo insieme ai vestiti", ne buttai più di un bicchiere all'interno del cestello:"O forse no?! Ah se c'era Gisy mi avrebbe aiutata lei". La pensai come avevo pensato a mia madre ma con sentimenti differenti. Mi mancava parlare con entrambe, l'unica differenza era che a Gisy avrei raccontato di Liam senza preoccuparmi di non rispettare i voleri di mia madre riguardo l'amore.

Nascosi a me stessa il sentimento che provavo nel non averla qui al mio fianco e feci partire la lavatrice che con un sonoro rumore diede segnale di essersi messa in funzione. L'unico problema fu che non avevo chiuso il cestello prima di abbassare il coperchio e una strana schiuma stava fuoriuscendo a fiumi da ogni pertugio.

Il mio cuore iniziò a pulsare veloce in preda all'agitazione, un forte odore di bruciato iniziò a pungere nel mio naso:"Oh no no no, cosa ho fatto?"

Iniziai ad andare nel panico premendo ogni pulsante che vedevo sullo schermo, farlo stava solo che peggiorando la situazione.

"Ehi Lou, va tutto bene?" Liam bussò alla porta del bagno:"Sei lì dentro da un po'".

"Si va tutto bene", balbettai. Non andava nulla bene, la schiuma era aumentata e insieme ad essa anche l'acqua stava cominciando ad uscire dal coperchio:"Dannazione, fermati". Feci un piccolo grido quando slittai sul pavimento.

"Lou è successo qualcosa? Ti ho sentita gridare", la voce di Liam era preoccupata:"Ma che diamine, Lou esce dell'acqua da sotto la porta".

"Eh, ho avuto un incidente con la doccia". Pregai che la lavatrice smettesse di sputare altra acqua, ma più ci speravo e più ne usciva.

"Lou, fammi entrare".
"Prometti di restare calmo?"
"Per favore".

Quando aprii la porta cercando di non scivolare, vidi il viso di Liam impallidire d'un colpo. Il bagno era diventato completamente una nuvola di schiuma bianca e il pavimento la perfetta pista di pattinaggio che avevo visto solo da bambina in quelle rare volte in cui mia madre mi permetteva di uscire a giocare con la neve.

"Credo di averla fatta davvero grossa questa volta", ridacchiai nervosamente.

"Dobbiamo staccare l'interruttore", disse Liam mantenendo la calma.

Sapevo bene che non me ne avrebbe fatto una colpa.

Cercò di camminare verso la spina, riuscendo a staccarla scivolò per terra nascondendosi sotto la nuvola di sapone.

"Oddio, ti sei fatto male?" Cercando di raggiungerlo per aiutarlo ad alzarsi, gli scivolai addosso.

I nostri sguardi erano vicini, di nuovo, questa volta avevo obbligato me stessa a non spostarmi e rimanere in attesa che qualcosa succedesse. Liam alzò un dito, aveva appena messo della schiuma sul mio naso facendolo scoppiare a ridere. Era bello vedere quanto si divertisse nonostante il gran casino che avevo creato, mi misi a sedere sullo specchio dell'acqua e con due mani raccolsi altro sapone che spalmai sul suo viso e sui suoi capelli.

Era così buffo dal non voler smettere di guardarlo.

"Ti faccio ridere davvero così tanto?" Il suo tono di voce era calmo, rilassato, quasi beato di quel momento.

"Dovresti guardare come sei conciato".

Ritornò a ridere:"Ah si? Allora ti faccio vedere io".

Mi lanciò addosso quanta più schiuma poteva raccogliere sommergendomi completamente.

"Così non vale", mi misi in ginocchio per ricambiare il suo stesso gioco.

Eravamo finiti con il bagnare anche il salone senza preoccuparci di doverlo asciugare dopo, ci bastava semplicemente continuare a ridere via tutti i pensieri che durante la giornata ci avevano tenuti legati al suo pessimo umore facendoci dimenticare di quanto bello fosse godersi un attimo di distrazione.

Princess on the runWhere stories live. Discover now