Carrie

504 27 1
                                    

Ancora non riesco a credere che sia andato tutto alla perfezione, la presentazione è andata alla grande.
Ho dovuto anche aiutare il Signor James con il proiettore, è il tecnico dell'azienda ma l'emozione sembrava aver preso su di lui il sopravvento.
Quando ho visto che gli tremavano le mani mi sono avvicinata e gli ho detto di lasciar fare a me.
Ne ho uno identico nella sala conferenze dell'hotel e so esattamente cosa toccare quando si incanta il video.
Per me è la normalità, ma dai ringraziamenti del Signor Esperanza alla fine della presentazione, credo di aver fatto ciò che nessuno si aspettava.
Passare dalla postazione caffè, alla stampante, all'archivio per recuperare un plico dimenticato da Marco al sistemare il proiettore evidentemente non è ciò che fanno di solito "le caffettine".
Che gergo stupido.
Sophie mi ha detto che lo ha inventato il fratello di Marco perché di solito questo ruolo lo ricopre chi, a suo dire, non può e non sa fare altro.
Mi pare si chiami Hugo e mi sa già di ragazzino maleducato, saccente e viziato.
Mentre la sottoscritta "caffettina" si prepara un caffè a riunione terminata mi raggiunge Marco.
"Ehi Carrie, potresti seguirmi? Mio padre vorrebbe parlarti."
Poso il caffè e seguo Marco,
usciamo dall'ampia stanza a vetri con la vista sul giardino e ci dirigiamo verso l'ascensore.
Arrivati all'ultimo piano, le porte dell'ascensore si aprono e ciò che vedo è simile solo a ciò che si vede nei film.
Un ufficio immenso dalle enormi vetrate mi si proietta davanti, sulla testa mentre cammino un lampadario di Swarovski a pendente mi illumina più del sole stesso che ormai sta lasciando spazio al rossore del tramonto.
Il signor Esperanza mi attende alla sua scrivania che di modesto non ha neanche il portapenne.
La libreria immensa che circonda le sue spalle è colma di libri di economia, marketing e qua e là anche foto di famiglia ma sono troppo lontane per vederne i volti incorniciati.
Mi fa cenno di accomodarmi in una delle due poltrone di pelle marrone poste di fronte a lui mentre con l'altra mano saluta Marco che ci lascia soli.
"Prego Carrie, scusa se ti ho fatto salire fin qui ma vorrei parlarti di una cosa importante."
"Si figuri Signor Esperanza, spero solo non sia nulla di grave.
Non vorrei aver esagerato alla presentazione.
Ho solo fatto ciò che pensavo fosse opportuno per essere d'aiuto vista la carenza di personale di quest'oggi.
Non volevo mancare di rispetto e sovrastare i ruoli dei vostri dipendenti." lo guardo seriamente dispiaciuta.
Lui accenna un sorriso "Perdonami se sorrido Carrie, ma mi ricordi proprio una persona che come te trae conclusioni senza sapere la realtà dei fatti, comunque volevo dirti che sei stata fenomenale!
Tutti in quella stanza siamo rimasti sorpresi di come ti sei giostrata e adeguata rispetto a tutte le situazioni differenti che ti si sono poste davanti.
Non è da tutti sapersi plasmare in base a ciò che ci circonda. Ma tu Carrie, tu hai una dote naturale"
Sento che sto arrossendo, ma la sincerità dei suoi occhi mi fanno sentire a casa, sembra di parlare con mio padre.
"Ti ho fatta salire fin qua per farti una proposta. -congiunge le mani sotto il mento e mi guarda negli occhi-
Ti potrebbe interessare una prova retribuita di dieci giorni nei nostri uffici?
Ne sarei molto onorato. Poi se dovessi trovarti bene ti firmerei immediatamente un contratto! Non posso lasciarti fuggire! Sento che farai una grande carriera! Hai talento, anche se ancora devo capire in quale spicchi di più su tutti quelli che hai disponibili."
Scoppiamo a ridere.
"Signor Esperanza sono molto lusingata davvero, ma non so ancora quanto mi tratterrò in città, è ancora tutto molto indeciso e vivo alla giornata."
Vedo che i suoi occhi verdi cambiano umore, si acciglia e sembra rattristarsi.
"Facciamo così Signore, posso pensarci? Tra stasera e domattina le darò una risposta!"
Il suo viso si rilassa, mi stringe la mano.
"Certo Carrie, ecco tieni! Questo è il mio biglietto da visita. Inviami un'e-mail a qualsiasi ora. Sarei molto più felice se tu accettassi ma rispetterò qualsiasi decisione"
Ci alziamo in sincro, ci stringiamo ancora la mano e mi dirigo verso l'ascensore.
Dopo venti minuti sono finalmente a casa, non vedevo l'ora di levare questi attrezzi infernali dai miei piedi.
Diciamo che un punto a favore se dovessi accettare il lavoro è l'outfit.
Se non si partecipa alle presentazioni ognuno è libero di vestire come vuole...
Stamattina giuro di averne visto due in tuta più simile ad un pigiama, va bene tutto ma almeno un po'di amor proprio insomma.
Dopo una doccia calda raggiungo Sophie al tavolo dove ha già sistemato il sushi arrivato con il delivery mentre ero in doccia.
Stappo la mia coca zero in vetro e iniziamo a chiacchierare della giornata.
In men che non si dica finiamo di mangiare e ci sdraiamo nel divano.
Io rubo il telecomando e inizio la solita ricerca infinita di un film su Netflix mentre lei scorre l'homepage di qualche social.
Finché non arriva ad un post che riesco a vedere di sfuggita e che lei prontamente allontana dalla mia vista.
"Sophie fammi vedere!"
"Non era nulla tesoro, nulla a cui dare importanza"
"Sophie ti prego, devo vedere!"
Lei riapre la home page e scrive quel maledetto nome nella barra delle ricerche : Roberto Poteri
Il primo risultato è lui, lei scorre, dà una rapida lettura al post e mi sussurra "Tesoro, credo che non ne valga la pena."
Le basta uno sguardo , sbuffa e mi passa il telefono.
Il post non lascia spazio all'immaginazione
Una foto lo ritrae con quella rossa stronza, la stessa che gli mandava le sue foto nuda ad una settimana dalle nozze.
Io non sono mai stata degna di una dedica su Facebook ma evidentemente lei lo è.
La foto ritrae loro al mare, a Tenerife, ma la cosa più dolorosa è la dedica:
-Nessuno mi ha mai reso così felice, questi primi tre mesi sono stati meravigliosi. Tu non sei come nessun altro al mondo! Ti amo piccola-
Certo piccola, perché il coglione l'ha cercata dieci anni più piccola di me!
E per quanto quel Ti Amo faccia male, non è quella la parte peggiore.
É "primi tre mesi" a sconvolgermi.
Non è passato neanche un mese e mezzo da quel giorno, il giorno in cui la magia in cui credevo di vivere da dodici anni è svanita, ma ora festeggiano i tre mesi, e mi sento ancora più stupida, più cogliona e più deficiente.
Mi alzo di scatto, corro in camera e stacco il telefono dal caricatore.
Digito quelle poche parole con le lacrime agli occhi, scrivo il destinatario ed invio.
Credo che il Signor Esperanza ne sarà felice.
Prendo una sigaretta e mi accoccolo nel balcone dove Sophie mi aspetta con l'accendino.
La mia vita sta cambiando, speriamo solo che sia la svolta di cui ho bisogno.

Ti voglio vicinoWhere stories live. Discover now