Carrie

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Non riesco a staccarmi da questo momento, sto davvero bene tra le sue braccia a sentire il battito del suo cuore mentre mi bacia la fronte. Sembra tutto così naturale...
Non voglio pensare a questa mattina, Marco mi ha spiegato com'è andata la scena al parcheggio e so che non mentiva.
Lo sento dal modo in cui mi sta cullando in questo momento.
Cerco di ricompormi, meno male ho evitato il mascara stasera almeno mi sono salvata da sembrare un panda ai suoi occhi.
Mi alzo a fatica perché non si stacca da me, mi tiene forte a sé e gliene sono grata.
Mi chiede se voglio andare via e la richiesta non mi è mai sembrata così opportuna come in questo momento.
Recupera le mie cose mentre aspetto nella sua auto, appena arriva mi ridà un bacio sulla fronte.
Sulle note di Vaffanculo di Marco Masini, scelta che deduco non sia casuale, sfreccia nel traffico mentre io canto. Mi rilasso piano piano e vorrei solo che questo, qualsiasi cosa sia, non finisse mai.
Parcheggia in una via che mi è familiare, ciò che vedo mi fa sorridere.
"Spero che questa volta sceglierai qualcos'altro...non mi va proprio un'altra poke".
Scendiamo dall'auto e mentre camminiamo mi abbraccia delicatamente tenendomi dalla vita.
Per stasera ho scelto la pizzeria, ho proprio voglia di pizza.
Ci sediamo e diamo uno sguardo al menu.
Il cameriere dopo pochi minuti si avvicina per l'ordinazione e alla domanda di Hugo io rimango scioccata tanto quanto il cameriere.
Dopo pochi secondi sul tavolo abbiamo un foglio e una penna ciascuno. Non ordineremo a voce, proprio come qualche sera fa. Consegniamo i bigliettini al cameriere e accendiamo una sigaretta.
"Il patto è questo Signorina Lorena.
Se avremo ordinato anche questa volta lo stesso piatto faremo un altro round del nostro gioco. Accetta?"
Quasi mi va di traverso il fumo dalla risata che mi viene dal cuore.
"Va bene Signor Esperanza. Accetto! Ma la vedo difficile stasera, sa ho scelto qualcosa fuori menù...sarà dura!"
Sorride, mi fissa "Beh sa, anche a me non piace rispettare i consigli sul cibo. Ci metto sempre del mio"
Il mio cuore perde un battito.
Ogni volta che il cameriere esce dalla porta alle spalle di Hugo scruto i piatti e ne osservo la destinazione finale.
Quando vedo la mia pizza non credo ai miei occhi. La mia espressione dice tutto e quando Hugo sta per voltarsi replico la sua scena.
Poso la mia mano sul suo polso "Aspetta, non voltarti. Voglio vedere la tua reazione"
Il cameriere poggia sul tavolo due pizze identiche nella variante quattro formaggi con le melanzane fritte sopra.
Scoppio a ridere tirando la testa indietro ma mi ricompongo subito quando Hugo parla
"Sei proprio bella quando ridi. Dovresti ridere sempre" e con quell'ultima battuta si acciglia.
Sta per afferrare la coca cola quando prendo la sua mano.
"Sei tu ora a farmi sorridere e sono felice così"
Credo che abbia smesso di respirare per un istante, si ricompone e mangiando parliamo delle nostre passioni sul cibo o sui posti di vacanza.
"Beh, per quanto il mare in Sardegna non si batte ho un posto nel cuore. L'ho visitato con i miei genitori e me ne sono innamorata. Ci andrei in questo momento se potessi, la pace interiore che mi dà quel posto non l'ho mai trovata altrove"
Mi ascolta, mi guarda e i suoi occhi sembrano...interessati direi.
"E mi dica Signorina...qual è questo posto meraviglioso?"
"Fuerteventura, precisamente nella zona di Corralejo. Se esistesse il teletrasporto è esattamente lì che andrei, in uno dei due alberghi principali della via che porta al mare. O in una villa vicino alla spiaggia. Ne ho viste alcune in vendita ma non ho avuto il coraggio di investire, ancora..."
"Quindi le Canarie, avrei detto più qualche Santuario viste le tue spiegazioni. Che ne so, Lourdes magari"
La punta della décolleté si ripropone alla sua tibia e lui ride senza trattenersi.
"Magari, alla prossima cena, uno accanto all'altro che ne pensi? O almeno cambia gamba... mi ero appena ripreso dal vecchio livido!"
"Vorresti davvero? Riuscire ancora a cena intendo?"
"Non solo Signorina, lo spero proprio"
Finiamo di mangiare e dopo averlo battuto sul tempo nel pagare la cena è rimasto affranto con il portafoglio tra le mani per almeno mezz'ora.
"Dai forza, pagherai il gelato. Non gioco senza frappè, sappilo"
Ci dirigiamo verso la gelateria e prendiamo due frappè al cioccolato e nocciola sorseggiandoli mentre ci accomodiamo nel "nostro" posto.
"Allora Signorina Lorena, vuole iniziare lei o prendo io le redini del gioco?"
Vorrei prendere coraggio ma vorrei prima sentire le sue di domande...
"Inizi lei Signor Esperanza. Non mi permetterei mai di non cedere il posto ad un anziano"
Sorride e mi dà un piccolo buffo sulla testa.
"Male Signorina Lorena, molto male. Trattarmi così proprio prima delle domande. Non sa in che guaio si sta cacciando"
Lo vedo pensare e poi si siede a gambe incrociate nella panchina proprio come me.
Ha un'aria rilassata seppur vestito in quest'abito e adoro la sua versatilità.
"Prima domanda... che rapporto hai con la tua famiglia?"
Mi fa sorridere, e se ne accorge subito.
"Amo la mia famiglia, sono figlia unica anche se Sophie per me e loro è come una sorella. Dieci anni fa papà ha investito i risparmi di una vita sul nostro Hotel. Abbiamo sempre gestito alcuni appartamenti durante la stagione e l'hotel ci ha consentito di vedere il turismo sotto un altro aspetto. Vivere il cliente giornalmente, vederlo uscire e rientrare sempre sorridente dona a tutti noi la carica per fare sempre di più. Ho uno splendido rapporto con i miei genitori e mi sostengono sempre, qualsiasi cosa faccio. Parliamo spesso nel tavolo della nostra cucina fino a tarda sera e ci confrontiamo sempre sulle decisioni da prendere che siano lavorative o meno"
Mi sento serena dopo queste parole, lui mi sta fissando e sorride a sua volta.
"Bene, Signorina. Andiamo avanti. Più che una domanda è una curiosità. Perché il nome Carrie? Origini straniere?"
Mi viene da ridere, sapevo sarebbe arrivata questa domanda prima o poi.
"No, è molto più sciocca come storia. Mia madre adora La casa nella prateria. Laura lo aveva già usato mia zia per mia cugina e in seconda posizione c'era Carrie. Una delle protagoniste della serie. Fortunatamente si è fermata lì. In terza posizione c'era il suo nome preferito ma mio padre non l'ha assecondata."
Hugo mi fissa, la curiosità negli occhi mentre ride sulla storia appena sentita. "Geneviève, che italianizzato sarebbe Genoveffa. Direi che non posso lamentarmi di Carrie"
Mette la mano sulla bocca per soffocare una risata "Beh sì! Direi che sia molto meglio così"
Tutto d'un tratto si fa serio, accende una sigaretta e mi guarda.
"Terza ed ultima domanda Signorina."
Inspira un tiro lunghissimo della sigaretta e finalmente parla
"Se ti dicessi che stanotte sono stato davvero bene e che mi dispiace per tutto ciò che è successo... tu, ora, mi crederesti?"
È dispiaciuto, non sa che ho messo da parte tutto il contorno nel momento esatto che mi ha sorretto quando mi stavo lasciando cadere a terra.
"Io...ora. -Faccio una piccola pausa- Beh, io ora ti crederei. Davvero!" E senza rendermene conto sono di nuovo tra le sue braccia a respirare il suo dolce profumo.

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