Hugo

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Non riesco a staccarmi da lei, so che è il suo turno del gioco ma il profumo che emana è inebriante. La bacerei all'istante se solo non avessi paura di un rifiuto, di sentire che, forse, non è il momento giusto.
Poi la sua voce mi riporta alla realtà, sussurra vicino al mio orecchio e in questo istante potrebbe recitare anche il Padre Nostro e sarebbe comunque piacevolmente sexy.
"Possiamo giocare così se vuoi. Ma non potrei vedere il tuo viso e voglio guardarti mentre mi parli. Credi sia possibile?"
La allontano lentamente, sta sorridendo. Ma come può essere sempre più bella ogni volta che la guardo?
"Eccola qua, Signor Esperanza. Apriamo le danze. Prima domanda. Ho le sue stesse curiosità... mi parli della sua famiglia"
Le sorrido, credo sappia che anche a me rende felice questo argomento.
"Beh, noi non ci sediamo attorno al tavolo per raccontarci i problemi ma siamo molto uniti. Mia madre viaggia spesso in Spagna per andare a trovare i miei nonni e nel possibile cerchiamo di andarci tutti ogni tanto.
Ho sempre avuto una grande aspettativa verso le relazioni, anche se dopo la batosta che sai, è svanito tutto. I miei genitori si sono conosciuti nella sede spagnola. Mia madre lavorava per mio padre e tra una fotocopia e un post-it si sono innamorati. Stanno insieme da quarantacinque anni. Io sono nato in Spagna dopo tre anni dal loro fidanzamento, e dopo otto anni è arrivato anche Marco.
Quando avevo diciotto anni io e dieci anni lui ci siamo trasferiti in Italia, qui a Milano, dove papà ha aperto la sede italiana inaugurando la Torre Esperanza. A casa parlavamo entrambe le lingue, quindi, non è stato difficile integrarsi. Ecco la mia storia"
È emozionata, le è tornata la felicità negli occhi e lo adoro.
"Che bello! Beh, di sicuro non ti chiederò il perché del tuo nome. Tu almeno le origini le hai davvero. Seconda domanda. Che posto occupa Anna nella tua vita ora? Le daresti un'altra possibilità?"
È insicura, lo capisco da come si sistema i vestiti mentre parla.
Ancora questa insicurezza sul suo corpo e, seppur la conosco da poco tempo, credo si stia mettendo a paragone con Anna.
Se solo sapesse quanto è splendida e che le bacerei ogni centimetro di pelle e le stringerei quei bellissimi fianchi che la rendono così donna, credo non si rattristerebbe così.
"Per quanto Anna stia riprovando ad avvicinarsi alla mia vita il posto che occupa è esattamente dove è adesso. Lontano da me e lontano dalla mia vita e i miei pensieri" poi la fisso e non so se dire l'ultima frase ma non voglio frenarmi "poi sai, ultimamente i miei pensieri sono alquanto impegnati per qualcos'altro...o meglio...qualcun'altro"
Sta arrossendo, sta per implodere e spero di gioia. Si accende una sigaretta e mi fissa mentre si ricompone nel suo perfetto colorito rosato.
"Ultima domanda Signor Esperanza, e poi il gioco sarà volto al termine. Se ti dicessi che stanotte sono stata davvero bene e che avrei voluto davvero svegliarmi con te accanto questa mattina... tu, ora, mi crederesti?"
Le sue guance passano tra le più rosse sfumature che una pelle possa mutare.
Le rubo la sigaretta dalle mani e poso le mie labbra per aspirare esattamente dove pochi secondi fa poggiavano le sue.
Sta tremando o fremendo e Dio solo sa quanto vorrei farla tremare nel modo in cui penso io, con il mio corpo nudo sul suo mentre grida il mio nome. Il mio pensiero arriva dritto là, dove la mia erezione inizia a vedersi. Fortunatamente lei è troppo impegnata a non guardarmi negli occhi per la vergogna e continua a fissare il giardino di fronte a noi.
Mi ricompongo e le rispondo...
"Farei di meglio, ti chiederei se ti andasse di replicare oggi stesso"
Ora è lei che abbraccia me, è felice e sento il suo cuore battere all'impazzata.
La stringo più forte mentre le accarezzo la schiena e i capelli e lei fa lo stesso con i miei.
Un'improvvisa mancanza di luce segnala lo spegnimento delle insegne intorno a noi. Siamo stati qua seduti per molto più tempo oggi e sento che ancora non mi basta.
Mando un messaggio a Marco con ancora lei tra le braccia per avvisarlo che, forse, Carrie non tornerà a casa e di stare tranquilli e che domani prendo un giorno libero per me e per lei. Se andrà come spero e lei accetterà, non voglio rovinare tutto con le prime luci dell'alba. Voglio godermi ogni attimo senza pensare al resto. Marco mi risponde ma credo sia Sophie, il tono è chiaro. "Se la fai soffrire ti taglio le palle e ci costruisco una palla di neve"
Mi stacco piano dal suo abbraccio, se potessi la porterei a casa in quest'esatta posizione ma mi è impossibile.
"Vieni, vieni con me Carrie"
Lei annuisce e andiamo verso la macchina.
Quando non prendiamo la strada di casa non dice nulla. Sorride e si rilassa nel sedile.
Lo sto per fare. Sto facendo entrare Lei a casa Mia e non ne sono per niente pentito. Quando varchiamo la soglia rimane in silenzio, con la bocca spalancata. Sembra un bambino in un negozio di caramelle.
La Signora Carla mi ha lasciato il camino acceso. Grande donna, è proprio la situazione perfetta.
"Che ne dice Signor Esperanza...mi fa fare un tour?"
La prendo per mano e inizio a farle perlustrare ogni singolo centimetro della casa, quando vede la mia camera scoppia a ridere "Ah, questa camera dà proprio una sensazione di allegria... Quanti colori, e quante sfumature" continua a ridere e mi chiede se può usare il bagno nel corridoio. Dopo pochi minuti riesce, ed è più bella di quando è entrata. Ha rubato uno spazzolino, sento l'odore di menta mentre camminiamo. Finalmente saliamo al mio posto preferito.
Arrivati nella terrazza è incantata... accarezza la macchinetta del caffè, le grandi poltrone che mi hanno portato questa mattina, i vasi che la Signora Carla cura con amore e poi come nei migliori film il cielo inizia a piangere. Neanche se l'avessi pensata questa serata avrebbe potuto rivelarsi così perfetta.
Lei indietreggia quasi a voler rientrare ma la fermo. La abbraccio e le indico la tenda, dopo qualche goccia la tenda inizia a mostrarsi e a ripararci dalla pioggia che si fa copiosa.
Sorride ed io mi incanto.
"Ha sempre un asso nella manica Signor Esperanza. Io gradirei davvero tanto una tisana da quella sua splendida macchinetta. Sarebbe possibile?"
"Certamente, si accomodi sulla poltrona. Sarò subito da lei. Zenzero va bene?"
Annuisce e le preparo l'infuso aggiungendo anche una fettina di limone. Sto sorridendo e non mi sento affatto sciocco.
Le avvicino la tazza e mi siedo tra le sue gambe mentre entrambi guardiamo il cielo protetti dalla pioggia.
Senza rendersene conto mentre beve e parliamo mi sta accarezzando con un tocco leggero la schiena, poi i capelli e poi ancora la schiena.
Smette solo quando posa la tazza sul tavolino che separa le due poltrone. In quel momento mi giro e la siedo su di me, faccia a faccia mentre le sue gambe avvolgono la mia schiena e le sue mani continuano a coccolarmi dolcemente i capelli.
Ricambio, spero che senta ciò che sento io.
Poi le coccole si fanno più accese, più io le sfioro la schiena e più sento le sue unghie che passano sulla mia camicia. Ogni volta che le mie mani toccano un punto specifico nella parte bassa della schiena lei sussulta e affonda le unghie nel tessuto.
Il suo viso si rimette nel suo asse, l'incavo del mio collo le farà pagare la residenza, e quando lei inizia a sfiorarmi il collo con le unghie i nostri respiri si fanno famelici e bramosi e avere la sua bocca accanto all'orecchio che ansima in questo modo non aiuta.
Non vorrei, ma mi ritrovo a torturarla in quel punto della schiena che le causa tutto questo e disegno dei cerchi perfetti con il dito, non resiste più e sono certo che se continuassimo così ancora per un po' riuscirei a venire senza neanche baciarla.
La sua presa sui miei capelli si rafforza e mi obbliga a tirare indietro la testa e contro ogni aspettativa è la sua bocca che si posa sulla mia.
Dapprima con dei piccoli baci ma, all'ennesimo mio tocco sul suo punto sensibile la sua lingua incontra la mia e credo di non volermi staccare mai più.
Bacia da Dio, ha un momento per ogni cosa, bocca, collo, bocca, occhi. È ovunque e non vorrei mai fermarmi. È lei che comanda e non me lo sarei mai aspettato.
Mi spinge la schiena contro la poltrona e si mette a cavalcioni su di me. Continua a baciarmi, senza mai fermarsi e io ricambio. Quando lei scende verso il collo io le bacio la fronte, quando lei mi bacia la fronte io la bacio sul seno.
Continuo ad accarezzarle la schiena e si contorce...si contorce per me.
Poi si avvicina all'orecchio
"Forse...sarebbe meglio rallentare... almeno un pochino"
Anche io...non voglio certo stare con lei, la nostra prima volta, su una poltrona in un terrazzo. Voglio che sia speciale, proprio come lei.
Una volta ripreso un respiro regolare scendiamo alla camera da letto tenendoci per mano.
Le do una mia tuta per dormire e mentre io mi cambio nel mio bagno lei usa quello degli ospiti quasi a non voler invadere i miei spazi.
Torna che è splendida, anche indossando un sacco di iuta sarebbe bellissima.
Ci sdraiamo nel letto ed è esausta le si stanno chiudendo gli occhi ma devo dirglielo ora.
"Ehi ti ricordi oggi in pizzeria? I foglietti del cameriere?"
Annuisce con un occhio mezzo chiuso.
"Ecco, io, non ho scritto la tua stessa pizza. Ho solo scritto 《Prendo esattamente ciò che prende lei. Vorrei vincere una scommessa. Vi prego》"
Carrie mi guarda con occhi sorpresi, sorride e dice "Tranquillo, io ho scritto la mia pizza ed ho aggiunto 《se sono diverse potete portare anche a me la sua pizza? 》"
Ci abbracciamo esattamente come ieri notte, ma questa volta le mie labbra non si posano sulla sua fronte, vanno dirette alla ricerca della sua bocca e ci addormentiamo insieme.

Ti voglio vicinoWhere stories live. Discover now