Hugo

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Quando mi sono svegliato e non l'ho trovata al mio fianco né in nessun altra stanza mi è mancato il respiro.
Pensare che possa scomparire così, dalle mie braccia, e adesso l'incubo peggiore di tutti.
Quando finalmente ho visto i suoi occhi ho ripreso a respirare, ma il cuore non voleva saperne di calmarsi.
Ci siamo uniti ritrovandoci ancora una volta.
Abbiamo fatto l'amore.
Ci siamo parlati con i gesti.
Il mio cuore, ora che la sto cullando nuda tra le mie braccia, continua a battere all'impazzata ma stavolta di gioia, ne sono certo.
Oggi daremo il via alla missione e quello è il mio unico obiettivo ora.
Scoprire la verità per tenere lei e Sophie fuori da tutto questo e, soprattutto, al sicuro.
Appena riprendiamo un battito regolare ci vestiamo e raggiungiamo Marco al piano terra che ha già sistemato i quattro computer tra il salone e la cucina e sta baciando la sua fidanzata mentre sistema i vari fili di connessione.
Durante la mattinata mi ritrovo più volte ad ammirare Carrie.
Ha una dedizione al lavoro che non ha eguali.
Quando esce per fare una piccola pausa porta comunque con sé i documenti e continua a lavorare, senza mai fermarsi.
Durante la pausa pranzo prepariamo dei toast per rispettare i tempi che ci siamo prefissati.
Io e Carrie ci concediamo solo un piccolo time-out, prima di riprendere il lavoro, per bere un caffè nel giardino e baciarci con l'adrenalina di non essere scoperti.
Abbiamo deciso di viverci ancora un po' in tranquillità, prima di uscire allo scoperto davanti agli altri.
Rientriamo a casa e Marco spiega velocemente alle ragazze come leggere i grafici che troveranno nei file.
Loro controlleranno i resoconti di quattro anni fa, mentre io e Marco i più recenti.
Dopo circa tre ore nessuno di noi ha segnalato spese ingiustificate e abbiamo quasi finito un primo blocco di grafici.
Quando ci fermiamo un attimo per fare una pausa caffè, sento la porta aprirsi di scatto.
È Jonas.
Compare sulla porta, il viso segnato dalla stanchezza, il fiato corto e tiene tra le mani un'altra di quelle fottutissime buste bianche.
Guardo immediatamente Marco che capisce al volo.
Le ragazze stanno per raggiungerci nel corridoio ma Marco si para loro davanti.
"Ragazze abbiamo una videochiamata con l'ufficio. La svolgeremo nella terrazza. Proseguite con gli ultimi dieci grafici intanto. Noi torniamo subito."
Carrie e Sophie non controbattono alla sua richiesta e ci separiamo da loro senza alcun intoppo.
Arriviamo alla terrazza e Jonas si lascia cadere su una delle poltrone tenendo la testa fra le mani.
"Jonas parla ti prego. Che sta succedendo? Non ti ho mai visto così!"
Provo a convincerlo a parlare.
Tiene la busta stretta tra le mani.
"Stiamo provando ogni strada possibile per arrivare alla verità Signori, davvero. Credetemi, abbiamo a che fare con qualcuno di molto, molto esperto. Non ci sono tracce. Ho aumentato la sicurezza qui fuori. Dopo che aprirete la busta capirete perché."
Mi consegna la busta mentre Marco gli versa un bicchiere d'acqua per farlo calmare.
La prima cosa che estraggo è un foglio, scritto a penna.

-Pensavamo che la minaccia precedente vi avrebbe condotto esattamente dove volevamo noi. Ossia a rimettervi in gioco, da soli!
Ma non è stato così.
Le voci su vostro padre sono veritiere.
Credevamo che, dopo aver visto la foto, vi sareste dedicati al lavoro, alla ricerca della verità, allontanandovi da queste due ragazze.
Invece le avete portate con voi aprendo le porte ad un vero inferno.
Se volete salvarle avete solo una scelta, lasciarle.
E smettetela di farci stalkerare dai vostri scagnozzi. Non ne arriverete mai a capo. -

Le mani mi tremano, Marco non ha più un colorito normale, estraggo una foto dalla busta.
È una scatto di questa mattina, presumo sia fatta attraverso un drone, riconosco i pigiami di Carrie e Sophie sedute qui fuori bevendo un caffè.
Poi sul fondo scorgo qualcosa e la busta mi cade dalle mani, due ciocche di capelli sono legate a due nastrini colorati.
Una ciocca bionda ed una mora.
Mi sta mancando l'aria, non riesco a respirare.
Jonas corre a chiudere la porta che dà accesso al balcone per non essere sorpresi in questo stato né da Carrie né da Sophie.
"Marco cosa facciamo? Mio Dio, non riesco a capire. Chi può volere tutto questo? Come faremo con le ragazze? Marco ho paura. Quali altre scelte abbiamo?"
Marco si passa una mano tra i capelli scuotendo la testa.
"Non abbiamo molte altre scelte Hugo. Se le vogliamo vive e salve dobbiamo allontanarle. Non la perderò certo per egoismo. Lei deve vivere, anche se distante da me.
Cazzo Hugo! Ma lo vedi? Qualcuno è riuscito a tagliare ad entrambe una ciocca di capelli!
A cosa arriveranno con la prossima mossa?"
"E se allontanarle fosse lo scopo per attaccarle da indifese?" Una fitta allo stomaco lo contrae al solo pensiero.
Jonas si avvicina di nuovo a noi.
"Signori, scusate se prendo la parola.
Se mai doveste prendere una tale decisione le ragazze saranno seguite giorno e notte dalle nostre guardie speciali. State certi che saranno sempre al sicuro. Delle ciocche non credo sia avvenuto qua. Nessuno a parte me entra o esce dalla villa. Di questo statene certi."
Il mio cuore martella nel petto.
Perdere Carrie.
Non è una fottutissima opzione.
Solo dieci ore fa ci siamo ritrovati ed ora?
No, no e poi no.
La terrò al sicuro io, troverò un modo, scapperemo in un altro continente se è necessario.
E se non ci riuscissi?
E se la trovassero anche in capo al mondo?
Chi può volermi così male da togliermi ciò che mi fa stare più bene a questo mondo?
Qual è il nesso tra mio padre e il lasciare le nostre ragazze?
Marco poggia una mano sulla mia spalla interrompendo quel flusso di domande.
"Fratello, non c'è soluzione. Non ti riempire la testa di congetture. Dobbiamo trovare un modo. Dev'essere drastico. E sappiamo entrambi cosa le allontanerebbe."
Marco si volta verso Jonas.
"Jonas cerca due ragazze. Stasera diremo a Carrie e Sophie che dobbiamo allontanarci dopo cena per una riunione con un fornitore e che quindi rimarrai tu con loro perché faremo tardi.
Domattina, quando proveranno a telefonarci non risponderemo. Si preoccuperanno, ti chiederanno aiuto e le porterai a casa di Hugo. Faremo entrare le due ragazze che avrai trovato, poco prima del vostro arrivo.
Ci faremo trovare nelle rispettive camere da letto circondati da bottiglie vuote di qualche liquore.
È l'unico modo."
Il mio cuore si blocca, immagino già la faccia di Carrie.
Sento il rumore del suo cuore che si sgretola e Dio se fa male.
"Marco io non so se ce la farò."
"Hugo se entro domattina avrai una soluzione migliore sfrutteremo quella. Al momento non ho davvero altre idee. Sophie deve vivere. Deve vivere hai capito?"
Si butta sul mio petto e piange disperato.
Neanche lui arriverebbe a tanto. Ama Sophie più di sé stesso.
E sa quanto questo la deluderà.
Io immagino la mia piccola.
Piangere disperata per colpa mia.
Versare ancora lacrime da quei suoi magnifici occhi azzurri e non poterla consolare.
Poi, però, penso a Carrie dentro una bara e mentre il vomito mi sale alla gola avvolto dall'ansia, penso che Marco abbia ragione.
Meglio vederla triste ma comunque ammirarla da lontano, piuttosto che non vederla affatto.
Carrie deve vivere o io potrei morire.
Non ci sono soluzioni.

Ti voglio vicinoWhere stories live. Discover now