Carrie

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Sbatto le palpebre un paio di volte, dalla luce che filtra dalle tende penso sia già mattina inoltrata.
Mi volto ma non vedo ciò che speravo.
Hugo non è accanto a me, al suo posto però sfioro una rosa rossa e prendo un biglietto tra le mani.
《Ho provato a svegliarti riempiendoti di baci ma non ha funzionato. Non preoccuparti dell'orario. Oggi niente lavoro. Quando vorrai mi troverai nel terrazzo ad aspettarti》
Sorrido e mi rotolo nel letto come se avessi vinto alla lotteria.
Dovrò cambiare la mia routine, passare prima dal bagno per una sistemata e lavarmi i denti. Non riesco a parlare senza caffè e spero di berlo il prima possibile.
Mi sistemo velocemente e salgo le scale.
Un tavolo imbandito attende solo la mia presenza, Hugo è poggiato all'inferriata ammirando il giardino sottostante.
Il mio corpo brama un suo bacio quanto la caffeina in questo momento.
Si accorge di me, mi sorride e cammina verso di me, arriva a pochi centimetri e apre le braccia.
Mi perdo in questo buongiorno diverso dal solito, fatto di sole, profumo e uomo.
"Buongiorno piccola, dormito bene?"
Mimo un sì con la testa stropicciandomi gli occhi per il troppo sole e indico la macchinetta del caffè nella speranza che capisca.
Mi prende per mano e mi accompagna alla mia fonte di energia ed io rimango in rigoroso silenzio.
"Guarda guarda... la signorina di mattina non è loquace come al solito, potrei sfruttare l'occasione per fare dei lunghi monologhi"
Sorrido mentre mi passa la tazzina con il caffè fumante, lo bevo a piccoli sorsi e sento che si dirama in ogni cellula del corpo.
Quando finisco poso la tazzina sul muretto, mi sollevo in punta di piedi e lo bacio.
Le nostre bocche sembrano conoscersi da sempre, ogni movimento sembra studiato nel dettaglio, prima le nostre labbra si incontrano socchiuse, poi anche le nostre lingue si danno il buongiorno contorcendosi tra loro e poi di nuovo le labbra una sull'altra che premono e fremono per avere quel buongiorno ogni giorno.
Mi distacco il tanto che basta per vedere i suoi meravigliosi occhi verdi e avvicino le labbra al suo orecchio.
"Ecco, ora è davvero un buongiorno" e gli dono un ultimo bacio sul collo, prima di staccarmi da quell'abbraccio.
"Non c'è che dire Signorina, lei mi sorprende ogni secondo, posso accompagnarla al nostro banchetto?"
Tende la mano verso di me, e simulando dei gesti di galanteria mi fa accomodare al mio posto.
La tavola è splendida. Frutta, pane, marmellata, torte e waffle fanno da cornice ad un vaso di rose rosse.
Prendo della frutta e un pezzo di torta al cioccolato mentre lui si riempie il piatto con ogni pietanza.
"Mangi davvero così ogni mattina? Io non riesco quasi mai ad ingurgitare più di un acino d'uva."
Sorride mentre addenta una mela.
"No in realtà non mangio mai, se non quando sono in vacanza, ma volevo che fosse speciale per te"
Gli dono una carezza sul viso, è stupendo quello che ha fatto e gliene sono grata.
"Ti ringrazio davvero, è tutto splendido. Ma sono una persona semplice. Preferisco riempire lo stomaco di caffè, almeno due al risveglio per l'esattezza. Anche io come te mangio solo in vacanza o in alcuni casi eccezionali a seconda dell'ora in cui mi sveglio. Mi sarebbe bastato anche trovare te nel letto, guardarti negli occhi e baciarti per saziarmi per un'intera settimana."
Si alza dalla sedia, forse ho detto qualcosa di sbagliato.
Poco dopo ritorna con un altro caffè fumante e me lo posa di fronte donandomi un bacio sulla testa.
"E che non si dica che oggi non esaudirò ogni tuo desiderio"
Bevo il caffè, tutto d'un fiato questa volta, ci accomodiamo su una delle poltrone e accendiamo una sigaretta mentre ci accoccoliamo uno accanto all'altro.
"Allora Signorina, questa giornata è tutta per noi. Ho tre proposte per lei.
La prima consiste nell'uscire senza una meta e vedere dove ci porta il cuore. La seconda include una gita in zona Duomo, pranzo in un ristorante lì vicino e shopping illimitato. La terza invece, -sospira e sento un accenno di speranza- include un'intera giornata qui, con me. Io e te, in questa casa fino a stasera, a fare qualsiasi cosa tu voglia fare."
Cerco di capire cosa preferirebbe. É un tipo dinamico e non vorrei rinchiuderlo tra quattro mura senza il suo consenso.
"Tu cosa preferiresti? Sii sincero."
"Non ci sono aiuti... scegli senza esitare"
Mi siedo a cavalcioni su di lui, esattamente come ieri sera.
"Beh io, -nascondo il viso sul suo collo- sceglierei decisamente la terza opzione. Voglio viverti."
Le sue possenti braccia mi stringono sempre più forte e mentre ci baciamo ricomincia a disegnare dei cerchi perfetti nella mia schiena, esattamente come ieri sera.
Conosce già i miei punti deboli in così poco tempo, ma anche io ho i miei assi nella manica.
Se crede che io non mi sia accorta di come si contrae quando le mie unghie torturano il suo collo o la sua schiena si sbaglia.
Ma voglio aspettare e andarci piano...
Infondo abbiamo tutta la giornata davanti e perché arrivare subito al dessert quando si può iniziare dagli antipasti?
"Che ne pensi, visto che io ho cantato per te, di mostrarmi il tuo sacco da box? Voglio conoscere ogni aspetto di te. Passo dopo passo."
E mentre lo dico gli tiro leggermente i capelli baciandolo sulle labbra.
Mi prende per mano mentre scendiamo le scale, potrei abituarmici.
Per arrivare alla palestra si esce dalla porta principale e si supera il garage.
Quando entriamo ciò che mi si proietta davanti è la causa assoluta del suo fisico dannatamente perfetto.
Una panca con bilanciere è posizionata sotto la grande finestra, un tapisroulant con un enorme televisore di fronte come nei classici film americani, un piccolo ring con dei guantoni rossi è illuminato dalla grande lastra di led al soffitto e nell'angolo un sacco da box usurato è appeso al muro con una treccia metallica.
Lui mi spiega l'allenamento che fa ogni sera, indicandomi ogni attrezzo come se mi volesse vendere un abbonamento annuale in questa stanza.
Il percorso non prevede il sacco quindi, quando lascia la mia mano per andare ad accendere la tv e mettere un po' di musica, mi ci dirigo da sola.
Lo sfioro, ogni strappo che ha è dettato dalla sua rabbia o dai suoi sfoghi.
Si avvicina a me, mi abbraccia da dietro poggiando le mani sui fianchi baciandomi il collo.
"Se vuoi, ti mostro come si fa."
Mi volto solo con il viso e annuisco.
Lui mi prende le mani e me le chiude in un pugno e poi mi accompagna al sacco facendo ruotare il polso. Quando ho appreso il passaggio si concentra sui fianchi e accompagna il movimento delle braccia facendomi ondeggiare prima su un lato e poi su un altro.
Le sue mani poi scendono più giù, ma senza invadenza. Mi sfiora le gambe e mi tira poco indietro verso di lui per non inarcare la schiena.
Torna sui fianchi e mi tiene a sé, mentre continuo a sferrare alcuni pugni sul sacco.
Quella posizione si mescola all'eccitazione e dopo poco sento la sua erezione.
Porta le mani sui miei capelli e li scosta da un lato baciandomi il collo a tempo di musica.
Mi volto, lentamente verso di lui, mentre mi bacia centimetro dopo centimetro fino a ritrovarci faccia a faccia o quasi, vista la sua altezza.
Accarezzo i suoi pettorali mentre lui mi stringe i fianchi e riprende a baciarmi concentrandosi sulle mie labbra.
Mi metto in punta di piedi per potergli parlare all'orecchio.
"Signor Esperanza, avrebbe dei doppi guantoni? Mi andrebbe proprio di sfidarla su quel ring. Sembra che ormai possa superare il maestro." Sorride e abbandona il mio corpo mentre si dirige all'armadietto rosso accanto al ring.
Estrae un paio di guantoni nuovi e prendendo la mia mano mi accompagna alla nostra battaglia.
Mi aiuta ad indossarli e iniziamo, gli do qualche piccolo colpo sul petto e sulle braccia mentre lui mi sfiora piano, quasi come temesse di rompermi.
Poi il guanto colpisce il suo fianco, non mi sembra di averci messo forza ma lui si piega su se stesso e si sdraia sul tappeto tenendosi, con i guantoni, la pancia.
Mi chino su di lui, sedendomi sulle sue gambe.
"Oh Dio scusa. Mi dispiace, mi dispiace. Credevo di aver fatto piano"
Poi sento quel suono, e ora a schiaffi lo prenderei davvero. Sta ridendo. Mi levo un guantone che rimane appeso al polso e inizio a prenderlo a pugni sui suoi pettorali perfetti.
Dopo pochi secondi, non so come, mi trovo sdraiata sul tappeto con il suo corpo addosso.
"Dai, dammi le mani, - ride ancora ed è terribilmente bello - ti levo anche l'altro guantone"
Unisco le mani e gliele avvicino per agevolarlo ma con un' abile mossa le salda con la sua presa, le fa scivolare sopra la mia testa e in questa morsa perfetta mi bacia con una passione diversa e le farfalle ritornano a farmi visita, e spero non sia l'ultima volta.

Ti voglio vicinoWhere stories live. Discover now