Carrie

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Salgo le scale di casa e credo di volare, non dico di averlo perdonato, sarei bugiarda.
Di sicuro, però, ho capito che è sincero.
Ho provato ad immedesimarmi in lui, nella sua mente quando dall'altro capo del telefono ha risposto Roberto e penso che anche io, come lui, avrei dato di matto.
La mia reazione sarebbe stata diversa dalla sua, questo è certo, l'avrei richiamato immediatamente probabilmente urlando così tanto da fargli esplodere i timpani.
Ognuno ha il suo modo, lui ha scelto quello più rude e silenzioso ma ho capito che non ha provato nulla.
Ne sono certa.
Arrivo a casa e mentre mi preparo sento il suono di una notifica sul mio telefono.
Quando leggo il suo messaggio le farfalle si moltiplicano, è davvero così che mi fa sentire.
È forse questa la sensazione che si prova ad innamorarsi di nuovo?
Sì, assolutamente sì!
Voglio essere cauta, voglio ricominciare a conoscerlo su altri aspetti prima di tornare a viverci come qualche giorno fa.
Rispondo alla sua buonanotte non appena mi sdraio sul letto.
《Ti auguro una notte magnifica e sogni bellissimi, come quelli che farò io pensandoti. A domani.》
A domani.
Due parole che unite possono voler dire milioni di cose.
È una promessa, è un saluto, è la certezza di rivedersi ancora e viversi.
Finalmente stanotte riuscirò a dormire senza le lacrime che mi solcano il viso.
Al loro posto ho un sorriso enorme e degli ottimi propositi per ciò che sarà.
Mi sveglio con l'odore del caffè sul comodino, Sophie è seduta accanto a me che sorseggia il suo.
Mi siedo a gambe incrociate sul letto e prendo la tazzina tra le mani mentre lei, senza parlare, mi accarezza con la mano libera da sopra il piumone.
"Bionda, come stai?"
Dopo un ultimo sorso al caffè fumante le sfioro la mano e unisco le nostre dita.
"Ci siamo incontrati per caso, abbiamo parlato. La strada sarà lunga, lo so. Ma sono convinta che sia sincero. Ci riproveremo, molto più cauti e senza fretta. Secondo te è normale che mi sia mancato così tanto dopo solo pochi giorni e dopo ciò che mi ha fatto?"
Lei sorride, sa che se io sono felice lo deve essere anche lei.
"Certo tesoro, è normalissimo. Soprattutto quando questo, -mi mette una mano sul cuore- batte senza sosta al solo vederlo"
Ci abbracciamo mentre Marco spunta sulla porta di camera mia.
"Signorine, non vorrei rovinare il momento, ma sarà meglio prepararvi. Tra mezz'ora dobbiamo essere in ufficio."
Ci alziamo entrambe dal mio letto e concedo a Sophie il primo turno del bagno.
Decido di indossare un vestito nero con alcuni cuori bianchi, un collant trasparente e i miei adorati stivaletti.
Sophie è finalmente pronta, mi restano solo dieci minuti per utilizzare il bagno.
Fortunatamente non impiego molto a prepararmi e, puntuali, usciamo di casa.
Raggiungiamo Marco alla sua macchina ma sembra esserci qualche problema.
"Amore che succede?" Chiede Sophie aprendo una delle portiere.
"Non parte, credo di aver lasciato le luci accese per tutta la notte. Mi segnala un problema alla batteria. Ho già avvisato Hugo. Sarà qui tra poco."
Marco non fa in tempo a finire la frase che l'auto di Hugo si parcheggia accanto alla sua.
Scende dall'auto e cammina, io lo vedo a rallentatore ma sono certa che stia procedendo ad un passo normale.
Oh, povera me!
Mi guarda, solleva gli occhiali da sole per far sì che anch'io possa vedere i suoi stupendi occhi verdi e il buongiorno più sexy della giornata viene pronunciato dalle sue magnifiche labbra.
Ma che mi prende?
Contegno Carrie, contegno.
Finalmente la sua andatura, alla mia vista, torna normale.
Scambia qualche parola con Marco, riprovano un paio di volte ad avviare l'auto che si rifiuta categoricamente di collaborare.
Marco chiude l'auto, la lascia nel parcheggio di casa e ci comunica che sarà Hugo a portarci tutti in ufficio.
Mi avvio con Sophie verso l'auto e sto per sedermi con lei nei sedili posteriori ma Marco mi ferma.
"Puoi sederti davanti? Devo caricare il telefono e davanti non ci sono prede Usb disponibili."
Non ho il tempo di rispondere che apre lo sportello e mi spinge così tanto da ritrovarmi seduta in pochi secondi.
Hugo prende posto alla guida e io sto tremando.
Se ne accorge, credo, e lo vedo sorridere.
Quando un'auto di fronte a noi inchioda di colpo al semaforo, la sua mano destra si ritrova di fronte al mio petto per attutire la frenata.
È protettivo, ancora.
Posso spuntare quest'altra qualità sulla lista per una seconda volta.
La mia mente viaggia a quel giorno che mi ha salvato dal cadere a terra, cullandomi tra le sue braccia.
Poi la sua mano mi sveglia dal ricordo, mi accarezza il viso spostandomi una ciocca di capelli e mi guarda.
"Ehi tutto bene?"
Mi sciolgo, non per le sue parole, ma per il brivido che il suo gesto ha fatto scattare sulla mia schiena.
"Si grazie. Tutto bene" rispondo a mezzo fiato.
Ricordo che non siamo soli quando Marco prende la parola.
"Tranquillo fratello, ci mancherebbe. Anche noi qui dietro stiamo bene"
Sophie scoppia a ridere, ed io con lei.
Quanto sarebbe bello se questa fosse la normalità ma la strada è in salita e ci vorrà ancora molto per arrivare a questi momenti ogni giorno.
Arriviamo in ufficio, il grande parcheggio è ancora semi deserto ma Hugo ferma l'auto comunque nel punto più lontano rispetto agli ascensori.
Scendiamo dalla macchina e ci incamminiamo.
Marco e Sophie accelerano e si tengono per mano ed io mi ritrovo accanto a Hugo.
"Ti va un caffè prima di salire?"
Ecco cosa manca, il secondo caffè della giornata.
Quest'uomo destabilizza le mie routine.
"Si certo, molto volentieri."
Ci dirigiamo verso il bar e ordiniamo due caffè da portare via.
Ci sediamo nella panchina di fronte e sento che ormai anche la nostra storia ha esattamente una sua routine.
E lo adoro.
Sto per prendere una sigaretta dalla borsa ma mi ferma.
"Te la offro io. Oggi tocca a me."
Accende una sigaretta tenendola tra le labbra e poi si avvicina a me.
Non me la consegna, la posa sulle mie labbra e aspiro.
Ripete il gesto sulle sue labbra per poi tornare a me.
Ma come può essere così eccitante tutto questo?
È solo una sigaretta!
Mancano ancora cinque minuti ma decidiamo di salire agli uffici.
Quando le porte dell'ascensore si chiudono siamo solo io e lui.
Seppure qui dentro possano starci dieci persone, ci ritroviamo uno accanto all'altro.
"Tra un'ora potresti venire nel mio ufficio? Ho bisogno di parlarti."
Il mio cuore sussulta, sto già immaginando mille scenari e mille argomenti che potrebbe dover affrontare.
Quando manca solo un piano alla mia destinazione la sua mano mi sfiora la schiena disegnando un piccolo cerchio, sa cosa tutto ciò mi provoca ma non si ferma, neanche quando un mio leggero gemito rompe il silenzio.
Incrocio le gambe, ha risvegliato il tremore di pochi giorni fa,  le sue labbra timbrano la mia fronte e mi sussurra "Buona giornata piccola."
L'ascensore segnala l'arrivo al mio piano, le porte si aprono e lui dolcemente preme sulla schiena per farmi uscire.
Esco dell'ascensore, lui mi sta stuzzicando e decido di ricambiarlo con la stessa moneta.
So che non dovrei, so che dovrei andarci piano, ma è l'istinto a comandare ora e non posso farci nulla.
Mi volto verso di lui quando le porte stanno per chiudersi.
"Buona giornata a lei Signor Esperanza"
I miei occhi si socchiudono e mi mordo il labbro.
Lui spalanca gli occhi, tira indietro la testa emettendo un verso simile ad un gemito, scuotendo il viso.
Gemi per me Hugo
Gemi con me.

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