Carrie

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Sono ormai passate ore da quando siamo usciti su questo balcone.
È esattamente questa la posizione che terrei sempre. Mi fa sentire al sicuro e mi sento protetta.
Sapere che è preoccupato per me mi fa riavvicinare a lui, stando con la mia testa sul suo petto a farmi accarezzare i capelli.
Mi scosto da lui appena sento il suo telefono vibrare.
Legge il messaggio appena arrivato a sospira.
Sophie e Marco rientrano nell'ufficio e Hugo ci consiglia di prendere le nostre borse.
Stiamo andando via.
In auto nessuno di noi parla, Hugo percorre strade diverse dal solito e non ho idea di quale sia la destinazione.
Arriviamo in un complesso residenziale.
È distante circa mezz'ora dall'ufficio.
Non appena svoltiamo in una stradina riconosco Jonas poso distante da lì, fermo al lato dell'auto.
Tiene il cancello aperto per consentirci di accedere al giardino di una casa.
Potrebbe essere la sua, ma non ne sono certa.
Ciò che si proietta davanti ai miei occhi non è un semplice appartamento.
Una villa su due piani circondata da un giardino immenso ci accoglie in tutto il suo splendore.
Fiori di ogni tipo circondano la villa mentre, una bouganville, si dirama su tutta la lunghezza del portico.
Jonas apre il cofano della sua auto e scorgo la mia valigia, il robot di Sophie, le mie scarpe e altro ancora.
Sono i nostri averi, gli unici salvi dall'esplosione.
Jonas con il primo viaggio inizia a portare le valige, mentre io e Sophie seguiamo i "nostri" uomini e accediamo dentro questa nuova casa.
L'interno è ancora più meraviglioso.
Sembra apparentemente la casa di Hugo ma non lo è.
Un salone enorme ci accoglie all'ingresso e nella stessa stanza un enorme cucina attrezzata si mostra in tutta la sua bellezza.
Proseguiamo e apriamo la porta verso un piccolo ma modesto bagno con già alcuni asciugamani puliti posati sul lavandino.
Saliamo le scale di legno e arriviamo al piano superiore.
Noto un'altra rampa salire verso l'alto ma per ora ci soffermiamo qua.
Tre camere da letto bellissime sono posizionate agli angoli del piano. Ognuna al sui interno ha un bagno magnifico con vasca da bagno e doccia rettangolare con due bocchettoni per l'acqua ciascuna.
Mentre Sophie chiede di poter usare uno dei bagni io, curiosa, accedo all'ultima rampa di scale.
Sento dei passi dietro di me, dal profumo che arriva alle mie narici capisco sia Hugo.
Apro la porta e rimango ferma sull'uscio di quella splendida terrazza.
Hugo arriva alle mie spalle e ci posa le sue mani.
Non riesco a credere a ciò che vedo, o lo sto immaginando o tutto ciò ha dell'assurdo.
L'esatta fotocopia del terrazzo di Hugo è qui, davanti ai miei occhi.
Le poltrone, l'angolo della colazione, la tenda.
Solo i colori sono leggermente più tenui e dal terrazzo non si ammira la vastità del giardino.
Al suo posto, un enorme piscina circondata da un'alta staccionata, protegge la stessa da occhi indiscreti.
Torno verso Hugo che mi fissa, ardentemente, negli occhi.
Non parliamo.
Non ne sentiamo il bisogno.
Ricambio lo sguardo e lui si avvicina.
Riesco a sentire il suo respiro talmente poca è la distanza che ci separa.
"Posso offrirle un caffè Signorina?"
Sorrido, sta cercando di mettermi a mio agio.
"Certo Signor Esperanza. Molto volentieri."
Torna da me, qualche minuto dopo, con una tazzina fumante tra le mani mentre ci raggiungono anche Sophie e Marco.
Accendiamo tutti una sigaretta e ci accomodiamo in un tavolo tondo di vetro posizionato davanti alle poltrone.
Marco si avvicina a Hugo parlandogli sottovoce e dopo poco si siedono.
"Ragazze io e Hugo dobbiamo parlarvi. Questa per ora sarà la nostra nuova casa. Nostra. Avete capito bene. Vivremo tutti qua per un po'. Abbiamo bisogno del vostro aiuto e vista la situazione che si è creata oggi nel vostro condominio abbiamo pensato di venire a stare qua.
Ve ne avremo parlato oggi in ufficio ma poi dopo tutto ciò che è successo non abbiamo avuto modo."
Inizio a pensare, forse è di questo che voleva parlarmi Hugo questa mattina.
Marco fa una pausa e riprende a parlare.
"Dicevo, per un po' di tempo lavoreremo tutti e quattro da questa casa. Dobbiamo fare dei controlli nelle finanze dell'ufficio e non possiamo svolgerli dalle solite postazioni. Divideremo la giornata di lavoro esattamente come in ufficio. La prima parte svolgeremo ciò che avremo avuto in agenda per quel giorno, nel pomeriggio svolgeremo delle indagini approfondite sui bilanci degli anni precedenti. Siete le uniche due persone di cui ci fidiamo, e che possono darci una mano nel visionare alcune discordanze che crediamo di trovare."
Sophie posa una mano su quella di Marco e io vorrei fare lo stesso con Hugo ma mi trattengo e subito dopo è lui a prendere la parola.
"Potremo non essere soli alle volte nella villa. Abbiamo alcune persone che ci daranno una mano in questo lavoro.
Jonas sarà l'unico ad avere accesso alla casa e sarà sempre presente per esaudire ogni nostra richiesta.
Quest'indagine che porteremo avanti è abbastanza top-secret. E nessun collega dovrà sapere del motivo per cui lavorerete in smart working. Per questo, per il primo periodo, non usciremo, mai.
Qualsiasi cosa vi occorra Jonas saprà accontentarvi recandosi in qualsiasi negozio senza alcun problema."
Marco e Hugo accendono un'altra sigaretta e la mia mente è ferma al fatto che Jonas vivrà qui, con noi.
Ci sono solo tre camere.
Credo di aver già intuito come saremo disposti e sento delle emozioni contrastanti.
Da una parte la consapevolezza della rottura di ciò che stavamo costruendo ma dall'altra parte, molto insistente al momento, sapere che Hugo sarà con me ogni notte mi fa scattare un brivido tra le gambe e sarà l'ansia di questa giornata, sarà la sua vicinanza ma sono terribilmente eccitata.
È un tipo di eccitazione diversa, quella dell'ignoto, del pericolo, del segreto.
Marco e Sophie si alzano comunicandoci che andranno a fare una doccia.
E io rimango lì, ferma in quel tavolino, ad attorcigliarmi le ciocche di capelli.
Il vento inizia a scuotere gli alberi intorno e mi tengo stretta tra le braccia per il freddo.
Un tessuto pesante, poggiato sulle mie spalle, mi fa destare da ogni pensiero.
Hugo mi ha coperta con la sua giacca, e il suo profumo mi fa sobbalzare il cuore.
Mi invita a rientrare e scendo le scale vedendo una stanza aperta, scorgendo la mia valigia.
Entro all'interno della camera e vedo altre due valigie nere lucide, sono di Hugo.
Ne sono certa.
Scruto la stanza lentamente ammirandone ogni dettaglio, dalle abatjour marroni, alla libreria, allo scrittoio di legno posizionato sotto la finestra fino alla panca morbida posizionata ai piedi del letto.
La mia mente va oltre, immagino in quali di questi mobili Hugo potrebbe farmi sua.
Mi avvicino alla porta e la chiudo piano, senza far rumore
Non è il cuore ad agire ora.
Credo sia l'adrenalina.
Hugo sta svuotando la prima valigia sistemando alcuni abiti nell'armadio a sei ante ad angolo che circonda la parete.
Quando si solleva per posizionare l'ultimo pantalone si volta verso di me, quel tanto che basta per trovarmi a pochi centimetri da lui.
Piega la testa di lato come a domandarsene il motivo.
Io so esattamente qual è, voglio baciarlo, essere sua.
Ed è quello che sto per fare.

Ti voglio vicinoWhere stories live. Discover now