Quando Jacopo si trasformò in Cupido

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Quando Jacopo si trasformò in Cupido

Chiunque conosca i gemelli Balestra, sa bene che di uguale hanno solo l'aspetto fisico. E anche su quello, hanno trovato il modo di differenziarsi.

Simone, con le sue camicie abbottonate fino all'ultimo bottone e i golfini senza nemmeno una piega. Jacopo, con l'orecchino ad anello e i dolcevita che lo fanno sembrare ancora più alto di quanto sia in realtà.

Di carattere, poi, sono completamente agli antipodi.

Simone è quello preciso, studioso, fissato con le materie scientifiche, i numeri, le cose razionali. Sorride poco, ma quando lo fa non sorride solo con la bocca. Sorride con tutto il viso. Simone è quello più pacato, quello che riflette quasi sempre prima di parlare, quello che analizza ogni fatto e cerca di dare un senso anche a cose che apparentemente un senso non ce l'hanno.

Jacopo, invece, è quello a cui non piace studiare ma che è stato premiato dalla natura con un'ottima memoria che gli permette di prendere buoni voti semplicemente stando attento in classe. È quello che ama le materie umanistiche e che ha scelto il liceo scientifico solo perché non aveva idea di cosa fare nella vita (e non voleva affrontare le superiori senza suo fratello). Jacopo sorride spesso, così tanto spesso che a volte i suoi sorrisi sono solo accennati ma ci sono. È come se un sorriso fosse sempre presente sulle sue labbra e aspettasse solo di venire fuori. Jacopo è la testa calda, quello che non ragiona prima di fare le cose, quello che agisce di impulso.

Jacopo è tanto simile a Manuel, e forse è per questo che Simone si è innamorato del suo compagno di classe. Perché in fin dei conti, nonostante lui e suo fratello siano tanto diversi, Jacopo è la sua persona preferita al mondo. E Manuel, con quel carattere e quel modo di fare così tanto simile, si è guadagnato il secondo posto tra le sue persone preferite.

Questo Jacopo lo capisce bene. Lo ha capito fin da subito, in realtà.

Lo ha capito fin da quando Manuel è arrivato nella loro classe e Simone si è incantato a guardarlo. Lo ha capito quando si mettevano le mani addosso senza alcun motivo apparente - come spesso hanno fatto anche loro quando erano piccoli - e lo ha capito quando hanno iniziato a diventare amici e a passare tanto tempo insieme.

Non è stato difficile per Jacopo capire che suo fratello si trovava bene con Manuel perché sapeva già come rapportarsi con una persona con quel carattere. E non è stato difficile capire, dopo un po' di tempo, che i sentimenti che Simone aveva iniziato a maturare per Manuel non erano solo amichevoli.

Ma non aveva mai detto nulla. Li aveva guardati da lontano, studiati nei momenti che trascorrevano in classe, osservati quando studiavano insieme alla villa. Jacopo ha guardato attentamente ogni azione e reazione, senza mai dire nulla.

Fino a quel giorno.

Quando rientra a casa dopo aver passato il pomeriggio fuori, Jacopo trova suo fratello sdraiato a letto.

Fissa il soffitto, ha le guance umide. Ha pianto, e Jacopo non sa il perché. Fino all'ultima volta che si sono visti, verso l'ora di pranzo, sembrava andasse tutto bene.

"Che succede?" dice entrando in camera di Simone.

Simone sbuffa e si volta dall'altra parte, per impedire a Jacopo di guardarlo in faccia. Si nasconde, come se avesse qualcosa di cui vergognarsi.

"Papà ti ha rotto ancora le palle per la festa di ieri?" azzarda Jacopo, ricordando quanto suo padre si sia arrabbiato per la festa di compleanno clandestina che hanno organizzato.

"No, papà non c'entra" mormora Simone.

Jacopo va a sedersi sul bordo del letto, gli posa una mano sul polpaccio e stringe leggermente. "E allora me lo dici come mai stai così?"

I was blind before I met youWhere stories live. Discover now