Ogni giorno un po' di più

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Ogni giorno un po' di più


Dicono che a volte le giornate storte - quelle davvero storte, quelle che in qualche modo cambiano la tua vita in peggio - si riconoscono.

C'è qualcosa nell'aria, come una sensazione che ti gira attorno, un presentimento che ti segue come un'ombra e che ti fa stare con il fiato sospeso.

È un po' come quando fai un tuffo. Ti butti e trattieni il fiato aspettando l'impatto con l'acqua.

È la stessa cosa, solo che trattieni il fiato e aspetti l'impatto con qualsiasi cosa la vita abbia deciso di riservarti.

Manuel a tutte queste stronzate sul sentire i presagi o avvertire prima un pericolo non ci ha mai creduto.

Le cose brutte succedono, esattamente come quelle belle. Fine della storia.

Non si può prevedere nulla, non si può smettere di vivere perché ci si alza con il piede sbagliato.

Ma è anche vero che Manuel la pensa così perché quella strana sensazione che ti colpisce quando sta per accadere qualcosa di brutto non l'ha mai provata. Almeno fino a quel giorno.

Manuel non riesce nemmeno a spiegarsi cosa sente, all'inizio. Sa solo che quella mattina - una domenica di metà ottobre - si sveglia con una sensazione strada addosso.

Si sente inquieto, agitato, come se qualcosa stesse per andare storto. Ma non capisce cosa.

Sembra una giornata come tutte le altre, una domenica tranquilla in cui lui e Simone si svegliano uno accanto all'altro, fanno colazione insieme, approfittano della pioggia che cade fitta ormai da qualche giorno per rimanere accucciati sotto un plaid a guardare la televisione per buona parte della giornata.

È tutto al posto giusto, eppure quella sensazione Manuel continua a sentirla.

"Mi dici che ti prende?" trova finalmente il coraggio di chiedere Simone, mentre infila il portafoglio nella tasca posteriore dei jeans.

Sono entrambi ormai pronti per uscire di casa e raggiungere i loro amici per trascorrere la serata con loro, ma Simone non può evitare di porre quella domanda prima di uscire dal loro appartamento.

Ha notato che Manuel è stato stranamente nervoso per tutto il giorno e non capisce il motivo.

"Niente, perché?" chiede Manuel confuso, mentre si infila il giubbotto di pelle e prende le chiavi della macchina.

"È tutto il giorno che sei strano."

"Non sono strano. Va tutto bene."

Simone lascia cadere momentaneamente il discorso, ma in realtà non riesce a evitare di pensarci.

Manuel è strano e Simone vuole sapere che succede.

Rimane in silenzio mentre Manuel chiude la porta di casa con tre mandate, mentre scendono le scale, mentre attraversano la strada sotto la pioggia fino a raggiungere la macchina parcheggiata sul lato opposto della via.

Solo quando sono entrambi seduti in auto, al riparo dalla pioggia, Simone si permette di dire: "C'è qualcosa che non va."

"Che vuoi dire?" chiede Manuel, mentre infila la chiave nel nottolino di avviamento e la gira.

Mette in moto, controlla attraverso gli specchietti - e anche voltandosi leggermente, perché degli specchi si fida ma non abbastanza - che non arrivi nessuno e poi parte.

"Che sei agitato. Qualcosa ti preoccupa."

Manuel resta in silenzio per qualche attimo. Poi, appena raggiungono il primo semaforo rosso, si volta leggermente verso Simone e dice: "Prometti di non prendermi per il culo?"

I was blind before I met youWhere stories live. Discover now