Gradazione 46

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Gradazione 46

Se tu fossi un super alcolico di gradazione quarantasei

Avrei già un buco nello stomaco e come Bob Marley non mi curerei

E se fossi davvero coraggioso

In questo momento te lo direi

Aspetta un secondo, te l'ho detto, ora lo sai



Manuel lo sapeva che quella era una pessima idea. Se lo sentiva.

Non è un sensitivo o cose simili, questo è ovvio, ma ha sempre avuto un ottimo istinto e il suo istinto gli ha ripetuto per giorni che andare a quella festa sarebbe stata una pessima idea. Non che ci volesse una sfera di cristallo per capirlo.

Ma Manuel, nonostante sia consapevole di avere un ottimo istinto, non gli ha mai dato molto ascolto. E quindi, in un sabato sera di fine ottobre, si trova seduto sul divanetto di una discoteca a bere l'ennesimo gin lemon, mentre tutti i suoi amici si divertono.

Mentre Simone si diverte.

Le cose con Simone sono diventate strane nelle ultime settimane. Non è colpa di ciò che è successo tra loro ormai più di sei mesi prima, non è colpa nemmeno di tutte le bugie che Manuel gli ha urlato addosso il giorno seguente. E in realtà, per quanto Manuel non voglia ammetterlo, non è colpa nemmeno del ragazzo con cui Simone sta uscendo da un po' di tempo.

Cioè, tecnicamente la colpa è sua perché le uscite con Riccardo hanno inevitabilmente portato Simone a staccarsi sempre di più da Manuel. Ma, in fondo, Manuel lo sa che Riccardo non ha colpe in quella situazione.

La colpa è solo sua, dei suoi sentimenti confusi e della paura che si impossessa di lui ogni volta che riflette un po' troppo su quei sentimenti.

È colpa sua se Simone a un certo punto ha iniziato a guardarsi intorno e ha smesso di guardare solo lui. È colpa sua se, a forza di guardarsi intorno, Simone ha trovato qualcuno che gli rivolgeva lo stesso sguardo. È colpa sua se ora, durante quella orrenda festa di istituto, Simone sta ballando con Riccardo e non con lui.

Proprio una pessima idea quella di andare a quella festa. Manuel lo sapeva eppure si è lasciato convincere dai suoi compagni, e ora se ne sta lì con lo stomaco in subbuglio mentre beve l'ennesimo cocktail che spera gli spenga il cervello almeno per qualche ora.

La cosa che più lo infastidisce è che non riesce nemmeno ad odiare Riccardo. Lo ha conosciuto - Simone ha insistito per presentarglielo - ed è praticamente il ragazzo perfetto.

Gentile, educato, simpatico, affabile. Ride persino alle battute di Matteo, e nessuno ride alle sue battute. È impossibile da odiare - e infatti Manuel non lo odia - ma proprio per questo la situazione è, se possibile, ancora più frustrante.

Avrebbe dovuto pensarci prima, Manuel non fa che ripeterselo. Avrebbe dovuto rendersi conto di quanto fosse fortunato ad avere Simone al suo fianco, avrebbe dovuto dare una possibilità a qualsiasi cosa ci fosse tra loro, nonostante le paure che gli attanagliavano il cuore. Avrebbe dovuto pensarci prima e se lo avesse fatto forse ora ci sarebbe lui sulla pista a ballare insieme a Simone, ci sarebbe lui a stringergli i fianchi, a respirargli sul collo, a sussurrargli cose all'orecchio, a baciarlo in mezzo a quella discoteca fregandosene degli sguardi della gente.

Ma non lo ha fatto e quindi tutte quelle cose è Riccardo che le fa. Non lui.

Svuota il bicchiere bevendo l'ultimo sorso del suo drink. Sente la testa girare, la gola che brucia e sa già che se continuerà di quel passo le cose potranno solo peggiorare, ma non gli interessa.

I was blind before I met youWhere stories live. Discover now