Temporali estivi e blackout

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Temporali estivi e blackout

Manuel non ha mai capito bene se i temporali estivi gli piacessero oppure no.

Si è sempre trovato un po' a metà, schiacciato tra la paura dei tuoni che si porta dietro da quando era bambino e la calma che gli infonde il rumore della pioggia contro i vetri.

Quella sera, durante uno di quei temporali estivi, Manuel se ne sta mezzo sdraiato sul letto di Simone, con la schiena appoggiata alla testiera e il laptop sulle gambe. È arrivato a casa dell'amico circa un'ora prima, quando il cielo aveva iniziato ad annuvolarsi annunciando l'arrivo del temporale, e Simone gli aveva promesso che appena avrebbe finito l'esercizio di matematica che stava facendo avrebbero ordinato una pizza e guardato un film, approfittando del fatto che Dante fosse a cena fuori con Anita e Virginia fosse a teatro.

Nell'attesa, Manuel gli aveva preso il computer e si era messo a guardare distrattamente le ultime uscite sui siti streaming a cui Simone era abbonato.

"Comunque siamo solo a giugno. Lo sai, vero?"

Simone si volta verso Manuel sentendolo parlare. Aggrotta la fronte confuso e dice: "E quindi?"

"E quindi sei l'unico coglione che a giugno sta già facendo i compiti delle vacanze."

"Sempre meglio che non farli proprio, come invece hai intenzione di fare tu" replica Simone, riportando lo sguardo sul quaderno.

"E chi ha detto che non li faccio? Certo che li faccio, me li passi tu" risponde Manuel.

Simone si fa sfuggire una risata. "Ti piacerebbe."

"No, scusa, mi stai dicendo che non vuoi passarmi i compiti?"

"Ti sto dicendo che se vuoi ti do una mano a farli. Ma li fai tu, non ti faccio copiare i miei."

"Che palle, Simò."

Simone ride di nuovo ma non fa in tempo a rispondere. Un tuono esplode nel cielo con un boato, subito dopo la stanza piomba nel buio.

L'unica cosa che illumina leggermente la stanza è il laptop ancora acceso sulle gambe di Manuel.

"È scattata la corrente" dice Simone.

"Ma dai, non me ne ero accorto" replica Manuel con tono scontroso. Se ne pente quasi subito, ma purtroppo non può farci niente.

Il rumore dei tuoni lo spaventa fin da quando era bambino, ed è una di quelle paure che non è mai riuscito a mandare via. Ma è anche una di quelle paure di cui si vergogna e di cui non ha mai parlato con nessuno, nemmeno con Simone.

Quindi quando sente un tuono diventa scontroso e intrattabile, una maschera di nervosismo che spesso usa per cercare di non far capire come si sente davvero: spaventato.

Simone lo ignora. Ormai ha imparato a ignorare tanti atteggiamenti di Manuel che non riesce a capire.

"Il contatore è al piano di sotto. Vado a controllare che sia tutto a posto" dice alzandosi dalla sedia accanto alla scrivania e facendo luce con la torcia del cellulare.

Manuel si affretta ad abbandonare il computer sul letto dicendo: "Vengo con te."

"Che c'è, hai paura del buio?" lo prende in giro Simone scherzando.

"Non del buio" mormora Manuel.

Non sa nemmeno perché lo dice, non sa cosa lo spinga a mostrarsi debole di fronte a Simone. Forse è solo la consapevolezza che Simone non lo giudicherebbe mai a permettergli di aprirsi così con lui. O forse sono quei sentimenti che ha cercato di nascondere e ignorare per oltre un anno.

I was blind before I met youWhere stories live. Discover now