Capitolo IV

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Christopher ricorda ancora la prima volta che ha visto suo fratello su un palco.

Era una domenica di inizio autunno e lui era seduto accanto al nonno nella platea di un teatro con tutta la compostezza che un bambino di cinque anni può permettersi, a giocare con le dita in attesa del turno di Anthony.

Suo fratello aveva cominciato ad appassionarsi al flauto di traverso dopo aver assistito ad un concerto a cui li aveva portati il nonno e da quel momento erano iniziate le lezioni di musica e le scale in cameretta finchè non prendeva le note giuste.

All'inizio Christopher aveva odiato quello strumento che stava monopolizzando il tempo di Anthony, -l'unico che giocava con lui vista la sua indifferenza verso gli altri bambini-, ma il suo viso felice ogni volta che suonava un pezzo senza errori aveva presto surclassato la sua irritazione e fatto spazio ad un altro sentimento: ammirazione.

Anthony fin da subito aveva abbracciato quella scelta con impegno e dedizione, esercitandosi anche quando non aveva voglia e ripetendo la tessa routine per intere settimane nonostante la noia e non importava se a fine giornata le braccia gli dolevano e le dita erano diventate insensibili, quello che contava per lui era essere riuscito a migliorare anche solo un pochino.

E quella perseveranza l'aveva portato lì, su quel palco, a nove anni a vincere il suo primo premio.

Christopher era al settimo cielo e mentre lo sentiva suonare ed ascoltava i commenti impressionati degli altri spettatori, si sentiva orgoglioso come se quei complimenti fossero rivolti a lui.

Vedere suo fratello così felice, così sicuro di sè e a suo agio facendo qualcosa che ama aveva smosso qualcosa dentro di lui -momento che ha poi segnato il suo approccio alla musica- e rivederlo dopo quasi diciasette anni con lo stesso sorriso e la stessa sicurezza mentre racconta le sue esperienze fuori dal conservatorio, gli procura la medesima sensazione di ammirazione.

E non è l'unico.

Tutta la platea sta pendendo dalle sue labbra e perfino Zack, che si era aspettato lo importunasse per tutto il tempo, non ha ancora spiccicato parola.

Dopo la prima mezz'ora Christopher aveva addirittura azzardato un'occhiata nella sua direzione per verificare se stesse dormendo, ma il biondo era concentrato ad ascoltare, un accenno di sorriso sulle labbra e gli occhi color miele che brillavano emozionati.

Zack aveva colto il suo sguardo e gli aveva fatto l'occhiolino, ma quella era stata l'unica interazione durante tutta la lezione.

"Cosa darei per avere un ragazzo come lui" sospira sognante Ezra, dopo che Anthony ha concluso il discorso ed ora si sta aprendo alle domande del pubblico.

"Cosa daresti per avere una carriera come la sua, vorrai dire" replica Gordon.

"Nah, certa gente ci nasce con quel tipo di talento. Gli altri possono impegnarsi quanto vogliono, ma non supereranno mai chi ce l'ha nel sangue" scrolla le spalle. "È la vita ardua di chi non nasce con il dono".

"Bhe, tu non ci provi nemmeno" incrocia le braccia al petto il moro.

"Mi accontento di quel che so fare".

"Bello spreco di tempo."

"Gordon" e Christopher si stupisce nel costatare che per la prima volta Zack sta parlando senza sorridere, "non tutti fanno musica per diventare famosi. Non proiettare i tuoi obiettivi sugli altri e ridicolizzare i loro".

"Se non lo fai per quello allora che senso ha iscriversi ad un conservatorio?" si infervora lui, "se non vuoi farti strada nel mondo della musica tanto vale tenerla come hobby e fare qualcos'altro, altrimenti è solo una perdita di tempo".

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