Capitolo XXIII

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Dopo anni di amicizia, Ezra sa riconoscere al volo le diverse sfumature del sorriso di Zack: c'è quello diabolico, quello seducente, quello divertito, quello dolce, quello servizievole -quando Gordon lo tratta male-, quello incoraggiante e poi c'e quello che usa quando parla di musica, il più abbagliante ed entusiasta di tutti.

Eppure Zack ha sempre preferito usare il suo sorriso come maschera piuttosto che come arma, ignorando che chiunque lo veda sorridere non può far a meno che rimanerne ammagliato; ma lui è così, mai disposto a prendere in considerazione i suoi meriti.

E dato che il suo migliore amico ha un cuore grande come il mondo e l'autopreservazione di un criceto morto, Ezra ha presto imparato a distinguere i sorrisi positivi da quelli negativi -che personalmente odia e non vorrebbe mai vedere sul viso di Zack-.

Il suo sorriso triste, quello tirato, quello liquido -quando vorrebbe piangere ma non lo fa-, quello abbozzato -quando crede di essere obbligato a mostrarsi felice bechè non lo sia-, quello forzato ed infine quello peggiore di tutti: il sorriso che usa quando non vuole che ti preoccupi per lui.

Quel biondo cocciuto non ha ancora capito che la crepa che ha dentro di sè si riflette sulle sue labbra ogni volta che si sforza di fingere di star bene, quando è palese che sta tutto tranne che bene.

Per questo, quando l'aveva visto in piedi accanto a Gordon, aveva capito subito che qualcosa non andava ed il moro sembrava condividere il suo pensiero, date le occhiate preoccupate con cui squadrava il cugino mentre era distratto.

E lì stava il secondo indizio della serata.

Zack non è mai distratto. O meglio, ha sempre la testa tra le nuvole e finge di non ascoltare se gli dici qualcosa che non gli va a genio, ma in realtà è sempre in ascolto di tutto ciò che lo circonda.

È grazie a questa sua abilità che in classe può permettersi di far altro e riuscire comunque a seguire la lezione; un dono che Ezra, con la sua media discreta e la voglia di studiare pari a zero, gli invidia da quando sono piccoli.

Zack, a quel punto, aveva detto di avere fame ed Ezra aveva sperato che il suo grande amore per il cibo gli risollevasse il morale.

Dannati buffet da aristocratici. Quelle tartire manderebbero in depressione chiunque.

A quello si era aggiunta la scena davanti alla porta con Christopher -assente da scuola per una settimana e tornato circondato da un'aria ancora più glaciale di prima- e la tensione tra i due che nemmeno una motosega avrebbe potuto tagliare.

Strano, ma non così tanto, data la spasmodica preponderanza di Zack ad evitare l'argomento 'pianista' sul quale lui aveva tentato disperatamente -e invano- di ottenere più informazioni.
Come se nessuno si fosse accorto della tensione sessuale che avvolge quei due da quel primo incontro in bliblioteca; forse solo loro.

Ultimo indizio della serata, ma non per importanza, l'atipico comportamento del biondo mentre si preparava per cantare.

Zack non ha mai sperimentato l'ansia da palcoscenico, finchè può cantare a modo suo lo farà ovunque ed è questa consapevolezza che porta Ezra e Gordon a guardarsi in allerta.

Qualcosa è sul punto di accadere ed entrambi hanno il presentimento che sarà devastante.

Il cuore del mulatto pompa agitato nel petto riconoscendo le ultime note dell'intro ed inspira teso nello stesso istante in cui Zack apre la bocca per cantare.

Un canto, però, che non arriva.

Le sue labbra articolano parole senza voce, come una performance in playback quando salta l'impianto audio, peccato che lui non stava fingendo di cantare.

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