Capitolo XXV

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Christopher viene avvertito dell'arrivo di Zack dai bisbigli che iniziano a levarsi nei corridoi.

Chiunque frequenti il conservatorio sa ormai cosa è accaduto quella sera e dato che le notizie non viaggiano mai da sole, nei giorni precedenti gli studenti si erano dati alla pazza gioia ad ipotizzare i più svariati motivi dietro il suo crollo psicologico.

Si era parlato di pressione familiare -la più vicina alla realtà-, della fine di una relazione -molti erano convinti che i suoi rifiuti fossero dovuti al fatto che avesse già una ragazza fuori dal conservatorio-, di smania di attenzione a causa della gelosia verso suo cugino -come se Zack avesse qualcosa da invidiargli- e qualcuno era arrivato perfino a chiedersi se non fosse stata una sceneggiata per non firmare l'ennesimo contratto.

Insomma, ognuno aveva avuto la sua da dire ed i più curiosi avevano perfino provato ad approcciare Gordon ed Ezra in cerca di spiegazioni, finendo con l'essere totalmente ignorati -il moro- o meschinamente invitati a farsi gli affari loro -il mulatto-.

Qualche anima suicida si era spinta addirittura a chiedere a Christopher, con il risultato di essere quasi gelata sul posto.

Perciò, quando Zack varca il cancello d'ingresso a braccetto con il suo migliore amico e chiacchierando tranquillamente con il cugino, tutti lo fissano come fosse una creatura mistica venuta da chissà dove.

Christopher lo osserva dalla finestra attraversare il cortile e salutare qualche compagno di corso, la mano libera a tenere una bretella dello zaino ed il sorriso a modellargli le labbra.

Gordon ed Ezra paiono le sue guardie del corpo, pronte ad allontanarlo alla prima domanda indiscreta, ma Zack non concede agli altri di trattenerlo a chiacchierare ed in una manciata di minuti stanno già entrando nell'edificio.

Recupera il sacchetto e chiude l'armadiatto dirigendosi in classe, un brivido di eccitazione a solleticargli la pelle.

È uno dei primi ad arrivare, ma questa volta al posto di occupare una sedia in prima fila si ferma nelle ultime e poggia lo zaino su quella accanto.

Chi entra dopo di lui lo guarda stranito, ma Christopher li ignora e se ne sta con la schiena dritta a lanciare occhiate alla porta ogni volta che si apre.

Finalmente Zack e gli altri due fanno il loro ingresso e quegli splendidi occhi miele che gli erano mancati incontrano subito i suoi. Inclina la testa confuso.

Lui allora toglie lo zaino mettendoselo ai piedi senza rompere il contatto visivo ed il biondo indica ai ragazzi di seguirlo, venendo poi a sedersi al suo fianco.

"Ciao Chris" gli sorride imbarazzato.

È la prima volta che si parlano faccia a faccia dalla discussione nel vicolo, escludendo il buffet.

"Grazie per avermi tenuto il posto".

I bisbigli riprendono più numerosi attorno a loro e Gordon brontola irritato, ma Christopher è sordo a tutto ciò che non sia lo sbuffo sorpreso del ragazzo quando gli appoggia sul tavolo un sacchetto dal quale giunge il dolce aroma del caffè.

"È per me?"

"La colazione".

"Non era necessario" e al dejavù che lo colpisce abbozza una risata. "Grazie".

Prende subito un sorso di caffè, scaldandosi le mani con il calore che traspare dal bicchiere, poi dà un morso al cupcake mugolando per la bontà.

"Woh, cupcake!" esclama Ezra sporgendosi verso di lui a bocca aperta, ma Zack lo allontana di scatto.

"Stai a cuccia. Chris l'ha portato solo per me, vero?"

"Mn".

"Mai sentito parlare di condivisione?" fa il labbruccio.

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