Capitolo XVI

62 9 5
                                    

Dopo Hurricane si susseguono canzoni che Christopher non ha mai sentito, ma di cui non disdegna il sound e quando Zack comincia ad avere la gola secca, decide di prendersi una pausa e si lascia andare sul divanetto a fianco a lui.

Stappa un'altra lattina prendendone un lungo sorso. "Aaah, ci voleva proprio".

"Dovresti bere più acqua".

"E tu dovresti lasciarti andare ogni tanto. Dai, assaggia" e gli porge quella che ha in mano, ignorando la lattina ancora chiusa sul tavolo.

Il corvino alza gli occhi al cielo ma accetta comunque, cercando di ignorare la vocina che gli ricorda che la bocca di Zack ha toccato quel punto preciso solo pochi secondi prima.

Si passa la lingua sulle labbra facendo una smorfia per l'amarezza e l'altro ne segue attentamento il gesto mordendo le sue.

"Rimango della mia opinione" afferma.

"Testardo" sorride Zack.

"Non quanto te" ribatte subito. "Non quando conta davvero". Si rigira la lattina tra le mani, non guardandola veramente. "Se fossi stato più testardo, ora sarei una persona differente".

"A me piaci molto così come sei" lo sorprende. "Non so com'eri prima e non so se la testardaggine ti avrebbe reso migliore di quello che pensi di essere adesso, ma di una cosa sono certo: il Christopher che c'è qui davanti a me è perfettamente compatibile con questo Zack" si batte una mano sul petto "ed è con lui che mi sento a mio agio a condividere il mio modo di fare musica".

Il corvino spera che la penombra della stanza nasconda le sue orecchie rosse.
"Il tuo modo di fare musica non è normale".

"Lo so".

"È incasinato, distruttivo e lacerante".

"Fa male".

"Ma fa anche bene" e questa volta è il turno di Zack di essere sorpreso. "Dove incasina, poi riordina. Dove distrugge, ricostruisce e dove lacera, ricuce. Dietro di te non lasci mai macerie, ma qualcosa di nuovo e strabiliante".

"È la prima volta che ti sento fare un discorso così astratto".

"Non è astratto, perchè io ne sono la prova concreta" dichiara serio. "Prima di te suonavo ormai per abitudine, ma da quando guardo la musica attraverso i tuoi occhi non mi sono mai divertito così tanto. Tu hai distrutto quello che credevo di vedere e mi hai donato una vista completamente nuova".

"Stai parlando davvero tanto per i tuoi standard, non è che quel sorso di birra ti ha fatto ubriacare?" svia il discorso Zack.

Lui aggrotta la fronte. "Così diretto su tutto, ma sempre restio a prenderti i meriti che ti aspettano".

"Aiya Chris, prima mi lodi e poi mi giudichi. Non va bene".

"Sto dicendo la verità".

"E pretendi la stessa cosa da me, immagino".

"Pretendere è una brutta parola" si acciglia, "ma mi piacerebbe che tu fosssi sincero con me. Quando sei felice, dimmelo. Quando non lo sei, dimmi anche quello. Non sono bravo a leggere le emozioni degli altri, ma vorrei che non ti sentissi costretto a nasconderti quando sei con me".

Si sta davvero spingendo oltre i suoi limiti con queste dichiarazioni. Non gli piace esporsi troppo, ma ha la brutta sensazione che Zack potrebbe allontanarsi se non lo facesse e perciò ingoia il disagio e cerca quelle iridi miele che gli sono diventate così care.

"Uuuf, non puoi dirmi queste cose" sbuffa il cantante passandosi una mano sul viso, "sono debole davanti alle tue richieste".

"Puoi essere debole davanti a me".

Rooted in my mind Where stories live. Discover now