Capitolo VII

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L'occasione per rivedersi si presenta il giorno successivo durante la lezione di storia della musica alla quale gli alunni di canto e strumenti partecipano assieme.

Zack, Gordon ed Ezra occupano dei posti nelle ultime file visto che sono soliti distrarsi facilmente -Zack ed Ezra perlomeno, il moro invece sta con loro solo perchè non ha altri amici- ed il biondo scandaglia i dintorni in cerca di una testa corvina familiare.

"Seconda fila sulla destra" parla Ezra al suo fianco ed infatti a quelle coordinate trova Christopher seduto composto e con la schiena dritta che sta leggendo un libro mentre aspetta che arrivi l'insegnante.

Anche oggi è bellissimo, con il cardigan grigio di lana che scolpisce le sue spalle larghe e lascia scoperto il retro del collo.

Come se avesse sentito gli occhi di qualcuno addosso si volta e quando incrocia il suo sguardo dall'altra parte dell'aula, Zack alza una mano per salutarlo, ridacchiando quando lui gli risponde con un piccolo cenno del capo prima di tornare al suo libro.

"Hai visto?!" esclama emozionato strattonando il braccio dell'amico, "Ha ricambiato il mio saluto!"

"Magari si stava solo scrocchiando il collo" lo prende in giro Ezra beccandosi un pizzicotto.

"Non ti avevo detto di lasciarlo stare?" brontola Gordon.

"Sì"

"E allora perchè continui a cercarlo?"

"Perchè non ascolto quando parli".

"Tu!"

"Non alzare le mani che ci sono in mezzo io!" lo frena Erza e dietro la sua spalla Zack gli fa una linguaccia.
Gordon appallottola un foglio e glielo tira, ma lui lo schiva agilmente.

"DonDon, non inquinare l'ambiente".

"Tu lo inquini con la tua presenza".

Zack si porta teatralmente una mano al petto. "Le tue parole fanno sanguinare il mio cuore".

"Bene. Dissanguati e muori, così finalmente avrò pace e serenità in questa vita".

"E lasciarti? Ti mancherei troppo" gli fa l'occhiolino.

Gordon alza gli occhi al cielo ed Ezra decide di intervenire prima che il suo migliore amico venga strangolato. "Un uccellino mi ha detto che qualcuno oggi ha ricevuto una lettera d'amore".

"Vuoi che ti accompagno in infermeria?" domanda Zack, "non è normale sentire gli uccellini parlare".

"Siamo nell'ottocento?" bofonchia nel frattempo suo cugino.

"Non cercare di sviarmi, sa che non funziona. Allora, di chi era?"

"Una persona".

"Dai, pensavo fosse stata una chitarra a scriverti" ironizza Gordon, allontanandosi dalla gomitata del mulatto.

"Qualcuno del tuo corso?".

"Non saprei, non la conosco".

"Nome?".

"Ah Ah" scuote la testa, "non posso dirtelo".

"Perchè no?!"

"Perchè con la tua bocca larga entro la fine della giornata lo saprebbe tutto il conservatorio" commenta stringendogli la bocca tra due dita.

Sente uno sguardo su di sè, ma quando si gira verso Christopher lui si è già voltato.

"Ma sono il tuo migliore amico!" si lamenta lasciandosi andare contro la sua spalla, "come puoi tenermi all'oscuro della tua vita amorosa?"

Rooted in my mind Where stories live. Discover now